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Di Lorenzo é un sublime folk irlandese, in apparenza grezzo ma in divenire raffinato e orecchiabile

Il Napoli ha trovato una nuova certezza, non a caso forse, è stato il primo acquisto

Di Lorenzo é un sublime folk irlandese, in apparenza grezzo ma in divenire raffinato e orecchiabile

“Nessuno qui ne aveva mai sentito parlare. Ma la colpa è nostra che non traduciamo da altre lingue e siamo insulari” Toni Morrison, premio Nobel per la letteratura nell’anno in cui nasceva Giovanni – Gio Gio- Di Lorenzo di Castelnuovo di Garfagnana, provincia di Lucca.

Era il 1993, l’anno famoso per le monetine all’Hotel Raphael lanciate a Craxi, scoppiava l’Italia, cambiava la Nazione, terminava un’epoca. Nessuno qui ne aveva mai sentito parlare, o forse si, di quel terzino tutto fiato e applicazione che ha stupito l’anno scorso ad Empoli. Ma noi siamo il Napoli, non possiamo acquistare un titolare di terza fascia. Diffidenti come pochi, prevenuti e critici ma immensamente riconoscenti se riusciamo a capire di aver sbagliato.

Ieri i suoi occhi erano lucidi, per la musica della Champions, sgranati quando si è trovato a dominare Mané e Salah, infuocati quando è corso ad abbracciare prima Ciro e poi Nando sotto la Curva B.

Di Lorenzo è stato il primo italiano del Napoli a segnare allo Stadium, eppure ancora viene guardato con sospetto.

Sulla fascia tuona, in difesa regge, svetta alto dando coraggio a Meret e compagni di reparto. La sua umiltà traspare, si materializza, si riconosce dalle sue esternazioni di felicità ogni qualvolta scrive sui social.

Appena due anni fa era al Matera, in Lega Pro, Solo due anni fa certe partite le giocava alla playstation, ed ora le vive dopo aver conquistato la fiducia di Ancelotti e dei suoi compagni. Moderno, efficace, e caparbio, sprinta e si sovrappone. si inserisce sui calci piazzati e rincorre tutti, persino l’erba tagliata male.

Se fosse un genere musicale sarebbe un sublime folk irlandese, in apparenza grezzo ma in divenire raffinato e orecchiabile.

Se fosse un quadro potrebbe appartenere alla scuola pittorica del seicento napoletano, al cavaraggismo, a Battistello Caracciolo, minuzioso e preciso, mai oltre ma nemmeno spoglio. Ricorda, sul rettangolo verde, quel prototipo di terzino offensivo italiano oramai fuori catalogo, come poteva essere Zambrotta, e Mancini ne starà tenendo sicuramente conto.

Il Napoli ha trovato una nuova certezza, non a caso forse, è stato il primo acquisto stagionale, accolto con scetticismo ma “La colpa è nostra che non traduciamo le altre lingue” cioè quelle che parla chi ha gli occhi giusti. Giovanni, Gio-Gio’- Di Lorenzo, dalla provincia di Lucca, è il toscano che sorride fiero con la maglia azzurra addosso.

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