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La UE ci dà 6 mesi per capire come gestire le ecoballe. E intanto paghiamo

Sul Corriere della Sera Angelo Lomonaco scrive del richiamo dell’Unione Europea all’Italia, per la questione rifiuti. Dal 2015 paghiamo 120mila euro al giorno fino a quando non ci decideremo a risolvere il problema

La UE ci dà 6 mesi per capire come gestire le ecoballe. E intanto paghiamo

Sul Corriere della Sera Angelo Lomonaco scrive del richiamo dell’Unione Europea all’Italia, per la questione rifiuti.

Quelli che sono racchiusi in cinque milioni e mezzo di ecoballe accatastate nelle province di Napoli e Caserta tra il 2001 e il 2009. Quelle che hanno dato vita a “surreali cittadelle di immondizia”.

Nel 2015 l’Unione Europea ha inflitto al nostro Paese una multa di 20 milioni più 120mila euro al giorno fino a quando non ci decideremo a risolvere il problema, ricorda Lomonaco. Ma una soluzione è molto molto lontana.

Gli “pseudoecologisti”, con alla testa il sindaco de Magistris, alcuni vescovi e i 5Stelle, sono contrari a ogni tipo di impianto e hanno bocciato l’idea del termovalorizzatore.

Nel 2016 l’allora premier Renzi e il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca lanciarono un piano alternativo che prevedevano il trasporto altrove delle ecoballe, ma è caduto anche quello.

I 5Stelle adesso propongono di aprire a una a una le ecoballe e di differenziarne il contenuto. Ipotesi piuttosto peregrina anche questa.

È naturale, in questo quadro, che il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa sia preoccupato e che solleciti l’Italia

“ad attuare senza ulteriori ritardi il piano per rimuovere questo tipo di rifiuti”

Adesso il nostro Paese ha tempo fino al 16 dicembre 2019 per spiegare dettagliatamente come intende smaltire i rifiuti, comprese le informazioni sulla capacità degli impianti, sulle strategie a lungo termine per assicurarne l’efficienza e sui meccanismi di monitoraggio.

Sei mesi di rinvio durante i quali, però continueremo a pagare 120 mila euro al giorno, circa 22 milioni.

“A fine anno supereremo quota 200 milioni (più almeno un’altra decina per il fitto dei terreni). E il conto resterà aperto”.

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