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Dopo Cairo e De Laurentiis, anche Lotito contro la SuperLega

Il presidente della Lazio Lotito a Madrid «È finito il tempo dei servi della gleba, dei vassalli e dei valvassori. Esiste pari dignità e non possono essere 20 società a decidere il futuro di tutti»

Dopo Cairo e De Laurentiis, anche Lotito contro la SuperLega

Un’operazione politica, la potremmo definire, quella partita dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, che nell’intervista al Corriere della Sera aveva parlato per primo dell’opposizione alla SuperLega sponsorizzata da Agnelli.

Dopo di lui anche il presidente del Torino Urbano Cairo ha espresso la medesima ostilità di De Laurentiis alla proposta di  Agnelli, che sarebbe riservata a poche squadre, ovviamente le più ricche.

Oggi, al termine della riunione a Madrid con i rappresentanti delle squadre dei maggiori campionati europei, anche il n1 spagnolo  Tebas ha rilasciato delle dichiarazioni in tal senso.

Crescono le adesioni al progetto De Laurentiis nel campionato italiano intanto, il presidente della Lazio Claudio Lotito ha parlato nel corso della riunione ricevendo l’applauso dei 339 delegati presenti

«È finito il tempo dei servi della gleba: qui non qui non c’é un problema di contrapposizione sul piano personale ma su quello che deve essere il futuro e la regia del calcio europeo. Il calcio non é solo business – ha spiegato Lotito nel suo intervento – ma devono essere salvaguardate tutte le componenti che concorrono ad alimentare questo sistema, composto non solo dalle società e dai tifosi che rinunciano a un paio di scarpe per andare a vedere la loro squadra del cuore. Bisogna costituire una cabina di regia tra club e Leghe per dialogare con l’Uefa, perché le decisioni ultime non possono essere prese dall’alto ma vanno condivise con tutti gli attori. C’é un problema di rappresentanza e le Leghe sono gli unici organi deputati a programmare e riformare il sistema calcio, gli unici organi dove sono rappresentati tutte le componenti del calcio, con grandi, medie e piccole, e non l’Eca. Oggi é finito il tempo dei servi della gleba, dei vassalli e dei valvassori. Esiste pari dignità, i voti non si pesano e chi partecipa al tavolo deve avere la rappresentanza vera delle società. Non possono essere 20 società a decidere il futuro di tutti. La solidarietà non può essere utilizzata sic et simpliciter ma come crescita del sistema. Deve essere creata una cabina di regia tra le leghe dove il rappresentante non sia solo istituzionale, ma delegata direttamente dai club»

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