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La delusione Verdi, fin qui un acquisto inutile

Non chiamatelo giocatore di provincia, in provincia hanno giocato talenti come Hubner e Maiellaro. Il Napoli lo ha pagato 25 milioni: un’enormità

La delusione Verdi, fin qui un acquisto inutile

Pagato 25 milioni

Nella migliore delle ipotesi, lo si potrebbe definire un calciatore di provincia. Ma sarebbe una definizione non rispettosa dei grandi talenti espressi dal calcio italiano e che per un motivo o per un altro sono rimasti confinati in provincia. Pensiamo chessò a Dario Hubner uno che oggi sarebbe considerato tra i migliori attaccanti d’Europa. O, ancora, Pietro Maiellaro calciatore dai piedi sopraffini che ha fatto deliziare per anni i tifosi del Bari. Il calcio italiano di provincia, soprattutto in passato, ha sfornato giocatori fortissimi che vuoi per carattere vuoi per sfortuna non sono riusciti ad avere la vetrina che avrebbero meritato. E potremmo citarne altri: Piovani, Luiso, Perrone.

Dispiace dirlo ma non è il caso di Simone Verdi. Calciatore che il Napoli ha sovrastimato, certamente dal punto di vista economico. Lo ha pagato 25 milioni. E fin qui ne ha ottenuto in cambio ben poco. Potremmo dire anche quasi nulla. Se si eccettua un gran bel gol al Torino, alla quarta giornata di campionato. Ma non è soltanto una questione di reti: ne ha realizzata una su rigore contro la Sampdoria – a risultato acquisito – e uno in Europa League nella partita di ritorno contro lo Zurigo.

Qualche dubbio lo esprimemmo anche al momento dell’acquisto ma siamo ovviamente ancora pronti a cambiare idea. Aspettiamo soltanto un cenno che però tarda ad arrivare.

Dovrebbe mangiarsi il campo

Verdi – che a luglio compirà 27 anni – è un calciatore impalpabile, che non lascia il segno. O almeno fin qui non lo ha fatto. È certamente dotato di piedi importanti, calcia sia di destro sia di sinistra. Ma non incide. Scompare. Non si afferma. Magari lo ha fatto in una piazza come Bologna. Napoli è decisamente un’altra cosa. Innanzitutto dal punto di vista tecnico; a Napoli il livello medio è alto, decisamente alto. Non c’è spazio per un reuccio che alla prova dei fatti tale non è.

Ieri, a Reggio Emilia contro il Sassuolo, ha fallito l’ennesima prova. È rimasto in campo più di un’ora – 66 minuti per la precisione – e di lui si ricordano una serie di irritanti passaggi sbagliati e una rete che uno come lui, in area di rigore, non può sbagliare. Dovrebbe mangiarsi il campo e ringraziare il mondo per aver avuto l’opportunità di giocare nel Napoli e con Ancelotti allenatore. Non sembra proprio la sua indole. Ha sì subito un infortunio muscolare importante, ma è a disposizione di Ancelotti dal 22 dicembre, da due mesi e mezzo.

Qualcuno a Napoli lo aveva indicato persino come il calciatore che lo scorso anno avrebbe potuto farci vincere lo scudetto. Se solo il Napoli non se lo fosse lasciato sfuggire. Ci permettiamo di dubitarne. Speriamo che da qui alla fine della stagione possa far ricrederci, altrimenti è meglio che il Napoli prenda atto dell’acquisto sbagliato e metta in conto di perderci qualcosa nel dare/avere: succede. Errare è umano, perseverare è diabolico.

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