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Mi raccontano cosi Ruud Krol e subito mi viene in mente Dries Mertens

Mertens, un geniaccio racchiuso in pochi centimetri di pura cazzimma, che ogni tanto qualche giornalista vuole spedire in Cina

Mi raccontano cosi Ruud Krol e subito mi viene in mente Dries Mertens
Hermann / KontroLab

Mi raccontano e mi hanno raccontato di un calciatore che fece sognare Napoli ed il Napoli e che ne divenne simbolo e figlio, in maniera naturale. Lui olandese, non ha mai parlato in italiano, ma in napoletano. Viveva la città, passeggiava per Via dei Mille e si fermava con ogni tifoso a chiacchierare. Camminava su un tappeto di ammirazione, come calciatore ma soprattutto come uno di loro, con una napoletanità acquisita in maniera empatica. Mi raccontano cosi Ruud Krol e subito mi viene in mente Dries Mertens. Geograficamente vicino di casa dell’olandese, in campo diverso nei ruoli, ma Ciro come il libero della grande Olanda, condivide il senso di appartenenza naturale con la città di Napoli. Gira per San Pasquale, si ferma a fare le pizze, chiacchiera e scherza quando porta in giro il cagnolino.

Dries non è solo calciatore

Ora è diventato un nostro amico tanto che ci chiediamo, prima di ogni partita, “Chissà Ciruzzo come sta oggi”. Lui è tifoso di questa squadra, gioca o non gioca, anche dalla panchina è il primo ad alzarsi ad ogni occasione buona. Chiama il pressing, protesta, ha sempre una parola dolce per tutti i suoi compagni, anche concorrenti nel ruolo, come Insigne, Milik o Ounas. Mi raccontano di Krol come io racconterò di Mertens, un geniaccio racchiuso in pochi centimetri di pura cazzimma, che ogni tanto qualche giornalista vuole spedire in Cina. A fare cosa? Nessuno lo vuole cosi lontano, nessuno lo vedrebbe lontano dal mare, dai selfie sulla terrazza di casa con lo sfondo del Golfo. Nessuno immagina una Napoli senza Ciruzzo che la difende, con i fatti e non a parole, anche quando tace il suo dissenso e la sua delusione.

Dries si accomoda di diritto nella lista di quelli che si vogliono bene senza un vero motivo, perché è sincero nelle sue espressioni, nei suoi atteggiamenti, nella sua furbizia, a misura di Napoli. Due anni fa divenne il nostro falso nueve, e dimostrò di valerne almeno due di veri nove, ora confeziona cioccolatini, da buon belga, per i compagni, e aspetta senza fretta di metterla all’angolo, nel momento in cui ancora una volta si ha bisogno di lui. A lui andrebbe di diritto la cittadinanza partenopea, tanto regalata in questi anni, e pure un muro sui cui disegnare le parabole artistiche delle sue e nostre gioie azzurre. Dries Mertens è un punto fermo, un porto sicuro, un giradischi sempre pronto su cui montare dei vinili ricercarti, con una bottiglia di vino da gustare con amici sinceri: ed è subito festa.

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