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La Premier League guidata da una donna, Susanna Dinnage

Mentre la Lega Pro elegge Cristiana Capotondi come vice-presidente, e la Lega Serie A non riesce a trovare un amministratore delegato, una ex manager del gruppo Discovery porterà la Premier nell’era digitale.

La Premier League guidata da una donna, Susanna Dinnage

Non è la Capotondi

Una differenza enorme, esplicativa rispetto alla realtà dei due modelli. Mentre la Lega Serie A fa fatica a trovare il primo ad della sua (travagliata) storia e l’attrice Cristiana Capotondi viene nominata vice-presidente della Lega Pro, la Premier League ha un nuovo boss. È Susanna Dinnage, già presidente globale di Animal Planet del gruppo Discovery. Una manager di altissimo profilo, che sostituirà dopo vent’anni un’istituzione come Richard Scudamore, artefice del grande successo commerciale del massimo campionato inglese inteso come brand. Come spiegato dal Guardian in questo articolo, la Dinnage è stata scelta per la sua importanza riconosciuta nel campo dei media, «per firmare accordi televisivi multimiliardari». Una strategia di sviluppo che stride in maniera enorme con le difficoltà della Serie A nel trovare una figura-guida che metta d’accordo tutte le parti politiche dell’assemblea di Lega.

Lo spiega proprio la Gazzetta dello Sport in edicola oggi: «Dopo il tentativo andato a vuoto nel primo semestre dell’anno, con l’approdo mancato di Tebas, nasce una nuova commissione per scremare le candidature da sottoporre all’assemblea prima di Natale. Presieduta da Gaetano Miccichè, è composta da Antonello (Inter), Campoccia (Udinese) e Lotito (Lazio). Sul tavolo quattro nomi: Alessandro Araimo, Paolo Dal Pino, Luigi De Siervo e Matteo Mammì. Dal Pino, ex manager di Telecom, parrebbe avere qualche chance in più degli altri. Ma la verità la confessa un dirigente di un grande club: “Non riusciamo a trovare un profilo che vada bene a tutti”».

Le commissioni di lega

Insomma, mentre il mondo va avanti e la Premier sottrae a Discovery Channel una manager televisiva di primo piano, in Italia si combatte una guerra di posizione. Una guerra politica. Che ragiona su tattiche di suddivisione degli incarichi. Non a caso, la Gazzetta racconta la proposta della Lega per le commissioni che proveranno a riformare il calcio italiano. Leggiamo: «La Serie A ha proposto al presidente federale Gravina una lista di 12 nomi per le sei commissioni che dovranno occuparsi di suggerire bozze di riforme sui diversi temi: Cairo e Marotta per il Club Italia; Campoccia e Cognigni per la giustizia; Giulini e Zarbano per il format dei campionati; Baldissoni e Fenucci perle infrastrutture, Chiavelli e Romei per la governance; Carnevali e Ricci per il marketing». Siamo molto, molto indietro.

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