ilNapolista

Marotta alla Gazzetta: «Se esce quell’articolo, mi comporterò di conseguenza». E diventa un trafiletto di 10 righe

ESCLUSIVA / Juventus ‘ndrangheta bagarinaggio, altre intercettazioni. Marotta preoccupato per il suicidio di Bucci e i giornali. La telefonata col giornalista della Gazza

Marotta alla Gazzetta: «Se esce quell’articolo, mi comporterò di conseguenza». E diventa un trafiletto di 10 righe

La Questura chiede di prolungare le intercettazioni

È il 3 agosto del 2016. La Squadra mobile della questura di Torino chiede alla Procura della Repubblica di poter continuare a intercettare i vertici della Juventus, compreso il direttore generale e amministratore delegato Giuseppe Marotta, (dimissionario da pochi giorni, ndr) «posto che sono tuttora in corso le indagini tese a fare chiarezza sulle dinamiche che caratterizzano il rapporto tra la società calcistica, i gruppi ultras ed esponenti della criminalità organizzata di matrice ndranghetista».

Poche settimane prime, alla fine di aprile, un collaboratore Slo della Juventus, ex ultrà dei Drughi, ex collaboratore dei Servizi segreti, Raffaello Bucci, si era suicidato. Una morte improvvisa, un fulmine a ciel sereno. Scrivono gli investigatori nel loro rapporto: «Le successive telefonate sono le prime effettuate subito dopo la morte del BUCCI, da MERULLA (Stefano, responsabile Ticket Office Juventus, ndr) e D’ANGELO (Alessandro, Security Manager Juve, ndr), entrambi convinti che BUCCI si sia ucciso per paura: “diceva di essere un uomo morto e aveva paura per sé e per il figlio, senza precisare di cosa e di essersi fidato della persona sbagliata”».

Marotta preoccupato per quel che potrebbero scrivere i giornali

La Mobile di Torino chiede di prorogare le intercettazioni sull’utenza del Direttore generale della Juve, Marotta, «in considerazione dei successivi risvolti investigativi e delle eventuali implicazioni per la società.

«Gabriella chiama Marotta e conferma che sulla stampa c’è un altro articolo sulla storia del bagarinaggio facendo riferimento che non citano più Juventus ma riportano altre intercettazioni e aumentano il carico sui capi ultras e capi cosca».
In un’altra chiamata, Marotta è preso dallo sconforto: «Ogni giorno capita qualcosa e precisa che stamattina si è buttato da un ponte una persona (Bucci, ndr) che lavorava con loro e collaborava con i tifosi mentre la settimana scorsa si è buttato un impiegato».

MAROTTA: «oggi abbiamo un altro casino, che si è buttato un altro dal ponte… guarda non hai idea».
PAOLA: «chi si è buttato?».
MAROTTA: «un altro dal ponte, ponte, un nostro collaboratore che, che si occupava dei biglietti, tutto quel casino che c’è dei biglietti che ti avevo accennato la settimana scorsa».
PAOLA: «eh eh eh è stato inquisito lui?».
MAROTTA: «No, non è stato inquisito però..boh? Non lo so! Quindi, non ho notizie. Si è buttato da un ponte. Ha detto che va a Fossano dove si è ammazzato il figlio di Agnelli».

Claudio è Claudio Albanese l’uomo che cura i rapporti della Juve con i media.

«Claudio chiama  Marotta e dice che deve parlargli con calma, CLAUDIO dice che ha saputo da Repubblica che hanno avuto anche loro l’ordinanza dell’inchiesta, CLAUDIO dice che ha parlato anche con il PRESIDENTE e con (l’avvocato della Juve, ndr) CHIAPPERO.
CLAUDIO dice che terze persone hanno letto l’ordinanza e stanno scrivendo un pezzo per il suicidio di CICCIO (Bucci, ndr), CLAUDIO dice che nell’ordinanza degli arresti ci sono due circostanze dove viene citato anche LUI (MAROTTA)
MAROTTA conferma e dice di ricordare

CLAUDIO dice che sono quelle in riferimento alla segnalazione di un ragazzino che successivamene non sarà preso poi l’altro episodio è quando MAROTTA da dei biglietti a GERMANI racomandando la riservatezza, CLAUDIO dice che possibilmente su REPUBBLICA ci sia scritto tutto questo
CLAUDIO dice che di queste richieste succedono sempre in tutte le società e che MAROTTA lo ha fatto senza nessun problema e alla luce del giorno
MAROTTA dice che va bene e che CHIAPPERO è a conoscenza di tutto».

La telefonata tra Marotta e l’avvocato

In un’altra telefonata, Marotta parla con l’avvocato.
«Gigi lo informa che è stato contattato dalla giornalista Martinenghi della Repubblica, la quale dice che hanno saputo che Marotta è stato sentito in Procura. Gigi ha chiesto alla giornalista cosa devono scrivere, la giornalista ha riferito che scriveranno che è stato sentito, Gigi ha detto di scrivere che non c’entra niente, perché il ruolo che ricopre è sempre in contatto con tanta gente e non può chiedere il certificato penale alle persone, ed è stato un puro caso che ha incontrato questa persona o queste persone possono chiedere qualcosa a lui che è un caso che può capitare a chi ha un ruolo pubblico e ha contatto con tante persone.

Marotta dice che un provino non si nega a nessuno

Gigi chiede che se vuole che aggiunga qualcosa, può ricontattare la giornalista.
Marotta risponde che non c’è molto da dire.
Gigi ripete che con il ruolo che ricopre che tante volte non può dire di no se una persona dice che ha un figlio che è un fenomeno.
Marotta dice che un provino non si nega a nessuno e non se ne è occupato diretttamente.
Gigi dice che la sua vicenda è uguale a quella di D’Alema, non c’entra niente e lo fanni per scrivere…
Martta dice “ma anche il nostro direttore li è Mario Calabresi cazzo che (si accavallano le voci,) chi è Martinenghi di Torino?”

Gigi “si Martinenghi è di Torino, si, si, (inc si accavallano le voci) si, se vuoi provare tu a dire qualcosa a Calabresi io….,,
Marotta “no, no, basta che non scrivono puttanate che non scrivono cazzate”
Gigi dice che ha parlato direttamente con Martinenghi
Marotta chiede se l’articolo esce sul nazionale o su quella di Torino
Gigi risponde che non lo sa, in quanto non lo ha chiesto, continua dicendo clic ha parlato con claudio prima di chiamarla, lui si è raccomandato che non dicessi niente che spiegassi bene le cose.
Marotta chiede: lui lo Sto arrivando!.
Gigi conferma
Si salutano».

La Gazzetta

Nella informativa della Squadra Mobile di Torino con la quale si chiedono le proroghe di intercettazioni telefoniche per i dirigenti della Juventus, si cita una telefonata tra Marotta, il direttore generale, e tal Claudio.

«Claudio dice che la Gazzetta scriverà ancora domani, Claudio (dovrebbe essere Claudio Albanese, che per la Juve cura i rapporti con la stampa, ndr) dice che gli ha detto che hanno fatto un gravissimo errore quando hanno messo la foto, che Marotta si è arrabbiato per questo, Claudio dice hanno avuto il verbale del dialogo che ha fatto con il magistrato che è evidente che non aveva (Marotta, ndr) cognizione di nulla e scriveranno quello che ha scritto Repubblica oggi, sui biglietti famosi a Germani, che lui (Claudio, ndr) gli ha detto che i biglietti erano 2 da non confondersi per biglietti dati per bagarinaggio, mentre sul provino scriveranno quello che lui (Marotta, ndr) ha risposto, cioè che non esclude che ha avuto una segnalazione ma esclude che sia stato tesserato, sanno che hanno sentito altre sue persone della Juve, solo che lui (Marotta, ndr) porta la croce solo perché è famoso.
Marotta chiede quanto sarà grosso l’articolo.
Claudio risponde 50/60 righe, che lo hanno appena chiamato, stanno cercando di comportarsi abbastanza bene, anche se per lui (Marotta, ndr) non è sufficiente.

La conversazione tra Marotta e il giornalista Matteo Dalla Vite

Marotta parla con Matteo che dovrebbe essere l’inviato della Gazzetta Matteo Dalla Vite.
Marotta dice che Albanese gli ha riferito di questa storia, riferendosi all’articolo della Gazzetta che hanno fatto uscire, dice che è arrabbiato.
Matteo dice che glielo hanno raccontato in quanto era agli Europei e non ne sapeva nulla, gli hanno raccontato della foto.
Marotta risponde che non è solo la pubblicazione della foto ma tutto l’articolo, che ha dato solo due biglietti e hanno cantato tutto su quello che hanno scritto.

Matteo dice che il titolo dell’articolo che uscirà domani sarà “LA NDRANGHETA NON SO COSA SIA, NESSUNA PRESSIONE”. Matteo dice che tutti lo riprenderanno. Non l’ha fatto lui, l’ha voluto fare senza accenti riportando quello che è.
Marotta dice che lui non ha parlato.
Matteo chiede “non sono quelle date quando ti hanno sentito?”.
Marotta risponde che non ha parlato con Repubblica.
Matteo dice che aveva gli atti.
Marotta risponde che gli atti erano secretati, e che gli sembra una roba assurda.
Matteo risponde che la Repubblica di Torino questa mattina…

Marotta chiede alla Gazzetta di trattarlo bene, altrimenti si arrabbia veramente

Marotta dice che una persona che si presenta come testimone, che non c’entra niente, chiede solo alla Gazzetta di trattarlo bene altrimenti si arrabbia veramente, non sono minacce, che non c’entra niente solo perché ha dato due biglietti omaggi a una persona, ha fatto fare un provino, quando di provini se ne fanno tremila in un anno.
Matteo chiede se ha letto il pezzo di Repubblica
Marotta risponde di sì.
Poi parlano del fatto che Repubblica ha pubblicato degli atti. Marotta ripete che sono secretati e che lui non ha parlato con nessuno.

Marotta dice che non c’entra niente

Marotta si lamenta con Matteo del fatto che lo stanno trattando come il peggior nemico, che lo stanno sputtanando, che la cosa è ininfluente, che gli stanno facendo del male a lui e alla sua famiglia e che si comporterà di conseguenza.

Marotta dice che lui non sta dicendo di omettere di scrivere ma che non c’entra niente, che il contenuto dell’articolo di domani è lo stesso contenuto dell’altro articolo, che hanno messo la foto di uno che è morto e uno che è stato arrestato, che queste persone le ha viste tre volte.

Marotta spiega che uno di queste persone era incensurato, amico di tutti i giocatori, amico di Lapo Elkann, amico di Conte, presidente della Onlus Bianco-Nera, che mi chiede due biglietti attraverso un avvocato, due biglietti per Madrid, non Juventus-Real Madrid ma Real Madrid-Juventus, due biglietti omaggio, quando lui (Marotta, ndr) per ogni partita dà 200 biglietti omaggio.

Matteo dice che ne parlerà con i capi e cerca di spiegare a Marotta che nel corpo dell’articolo non c’era niente di più.
Marotta lo interrompe dicendo che la gente non riesce a capire, che ha sempre collaborato con la Gazzetta e che adesso si comporterà di conseguenza, e che non è un problema.

Matteo dice che non vuole questo è lo sa, che lo conosce da tanto tempo.

Marotta ripete che l’altra volta si è arrabbiato per la foto, che c’erano gli estremi di una denuncia perché è allusivo mettere la sua foto vicino a due che sono stati arrestati, era già allusivo, che le cose la gente le interpreta».

Lo sfogo, anzi le pressanti richieste del direttore generale della Juventus sull’inviato della Gazzetta ottengono dei risultati inaspettati.

«Matteo Della Vite (inviato Gazzetta, ndr) mette in via voce la comunicazione quindi la conversazione è tra Matteo, Luca (Furino?) e Marotta.

L’articolo diventa di dieci righe senza foto

Luca informa che è stato lui a farlo chiamare da Matteo per avvertirlo dell’articolo, visto l’ottimo rapporto che hanno, visto che Matteo gli ha riferito quello che Marotta gli ha detto, che non può cancellare l’articolo per una questione deontologica, ne ha parlato con il vice direttore, l’articolo glielo riduce al minimo senza foto. Il titolo sarà: “Caso biglietti, ascoltato Marotta”. Saranno dieci righe.

Marotta lo ringrazia. Ripete che lui dà via 300 biglietti a partita e ha dato due biglietti a una persona che è presidente della Onlus Bianco-Nera, amico di Conte, amico dei giocatori, amico di tutti, ha dato due biglietti per andare a Madrid, che era oltretutto una persona incensurata vicino alle tifoserie che ha visto solo tre volte. Mica è un reato.

Luca dice che a loro non deve dire nulla in quanto hanno visto le carte e non è inquisito e lo ribadiranno nelle prime tre righe del trafiletto nella maniera più indolore possibile, perché ci tiene che lui (Marotta, ndr) come ha avuto un ottimo rapporto in questi anni con Mirko, lo deve avere d’ora in poi anche con Matteo.

Marotta dice che Matteo lo conosce da quando era ragazzino e che gli dispiace averlo maltrattato un po’».

ilnapolista © riproduzione riservata