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Il momento di Amadou Diawara

Sampdoria-Napoli è una occasione per verificare il Napoli con Diawara al posto di Hamsik, per capire se il guineano può assicurare più equilibrio.

Il momento di Amadou Diawara

I segnali

Due partite con Hamsik regista, due vittorie del Napoli. Si parla di maglia da titolare per Amadou Diawara, ma non per una questione di risultati. È un discorso che riguarda la pura esplorazione della rosa del Napoli, è l’indagine sulle potenzialità di questa squadra. Che, finora, ha giocato molte più partite con Hamsik nello slot di centromediano e ha dato segnali confortanti. Che, però, non vuol dire perfettamente equilibrati. Né tantomeno definitivi.

Oggi abbiamo pubblicato un’analisi sulla difesa del Napoli, in cui citavamo un articolo del sito Ultimo Uomo: «I meccanismi di pressione restano ottimi, ma sono meno sistematici, anche perché Hamsik si è finora dimostrato meno bravo di Jorginho ad accorciare la squadra. I tempi delle sue uscite non sono sempre perfetti e il margine di manovra concesso a chi impostava l’azione è stato il principio dei tre gol subiti finora dalla squadra di Ancelotti». Ecco, Diawara titolare vuol dire capire se questo problema, che effettivamente esiste, può essere risolto. Se il gioco della compensazione tra le due fasi può avere un risultato diverso con un giocatore diverso davanti alla difesa. 

La tattica

Il Napoli sta imparando a capire come girare e far girare sé stesso con Hamsik mediano. Una scelta che determina altre scelte a catena, come succede in tutte le squadre di calcio moderne, per cui l’inserimento di un giocatore in una determinata posizione influenza l’intero sistema. Ecco, ora Ancelotti potrebbe/dovrebbe capire come può girare il suo Napoli con Diawara. Quello di Sarri, spesso, si trovava a disagio con il guineano al posto di Jorginho. Era una questione di tempi di gioco, di biodiversità: mentre l’italobrasiliano si muove in base alla posizione del portatore e dell’avversario per gestire i tempi di gioco con il tocco semplice, Diawara fa muovere la palla anche attraverso corridoi più complicati. 

Ecco, Diawara ha un profilo vicino ad Ancelotti. Più vicino di quanto si pensi, proprio per questa sua caratteristica di giocare il pallone sul corto e sul lungo, indifferentemente. Quello che Carlo chiede da sempre, storicamente, al suo regista. Poi c’è la questione difensiva, di cui abbiamo già accennato. Con la Sampdoria potrebbe esserci un surplus di aderenza dovuto alle caratteristiche degli avversari, Giampaolo predica e pratica un calcio sofisticato e verticale, utilizza un trequartista puro e due attaccanti mobili, vuole tenere e giocare il pallone. Tutte cose che costringerebbero Hamsik a un lavoro importante in fase di copertura. Quando invece Diawara ha un impatto fisico diverso, è più dinamico e geneticamente portato alla chiusura degli spazi. 

Anche contro il Milan l’ingresso di Amadou è servito a dare maggiore copertura a un centrocampo sbilanciato, con quattro uomini in attacco più Zielinski. La mossa ha funzionato, eccome. E ha anche definito una parte del manifesto di Ancelotti, ne abbiamo scritto qui proprio ieri.

Le gerarchie

Infine, c’è il discorso dell’alternanza, della pura gerarchia da individuare e poi stabilire. Ancelotti ha scelto di tentare l’esperimento Hamsik, ed è (stato) giusto portarlo avanti con convinzione. Però Sampdoria-Napoli è l’ultima partita con la settimana lunga, dopo inizierà il tour de force delle coppe, verificare il Napoli di e con Diawara (vedi sopra) potrebbe anche dare una definizione diversa a questa squadra. 

È un discorso di lancio definitivo del calciatore, che Ancelotti sta coltivando fin da Dimaro (uno dei nostri pezzi più letti dell’estate è quello della lezione individuale di passaggio del tecnico ad Amadou) e che auspicavamo anche noi in quest’altro articolo: «Sarà un’annata  fondamentale, per lui. Per la sua crescita, per definire la sua dimensione dopo due stagioni interlocutorie, una da wonderkid e una da sacrificato sull’altare dei titolarissimi. La concorrenza con Hamsik sarà tecnica e soprattutto mentale, noi crediamo che Diawara sia potenzialmente perfetto per Ancelotti. Non a caso, il Napoli ha pensato di cedere Jorginho, non il giovane Amadou. Per motivazioni tattiche, non economiche, basti pensare alle voci circolate durante l’ultima stagione che lo volevano vicino al Tottenham».

Insomma, ci sono tanti motivi per votare Diawara titolare a Genova. Non dovesse essere a Marassi, sarà la partita successiva. Il punto è che il Napoli ha una risorsa che può e deve scoprire e valorizzare al di là dello sporadico ingresso in campo. Al di là del monumento Hamsik.

Del resto, contro il Milan, il gol del 3-2 nasce da un’intuizione di Amadou, una splendida palla nello spazio per Allan. E nei suoi 18 minuti in campo, si contano 29 palloni giocati con una precisione del 92% e due tackle riusciti. Cifre promettenti, proiettate sui 90′ di una partita da titolare. C’è poi il discorso della personalità, una certa cifra di “sfacciataggine” tecnica che non è mai mancata a Diawara. L’ingresso contro il Milan in una partita difficile, tra l’altro al posto di Zielinski, è stata una parte importante della vittoria del Napoli. Una conferma rispetto all’importanza del calciatore all’interno del progetto. Uno stimolo a cui Amadou ha dato una risposta chiara, positiva, come era accaduto anche a Roma contro la Lazio. Ancelotti dovrà provare a valorizzare questo patrimonio potenziale, rimasto imbottigliato nelle ultime due stagioni. Ha già iniziato, parallelamente alla trasformazione di Hamsik. Vediamo come continuerà questo percorso.

 

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