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Le diverse velocità di adattamento dei calciatori del Napoli al modello Ancelotti

Dopo Borussia-Napoli, la sensazione è che le cosiddette “alternative” abbiano già recepito meglio le istruzioni di Ancelotti. Per i “titolarissimi”, la condizione di partenza è più complicata.

Le diverse velocità di adattamento dei calciatori del Napoli al modello Ancelotti

Un nuovo progetto

Qualche ora fa, abbiamo scritto della “second life” di Ounas, Rog, Diawara. Il Napoli di Ancelotti sarà (è già) una squadra pensata e organizzata per ruotare gli uomini, per dare a tutti la possibilità di esprimere le proprie qualità. Un modello di gestione inclusivo fondato su un sistema tattico elastico, che in qualche modo è stato interpretato e recepito bene da questi calciatori, come visto ieri contro il Borussia Dortmund: buona prestazione dei nuovi innesti, Ounas e Rog su tutti.

Dal punto di vista emotivo e tecnico, si tratta di notizie importanti. Il Napoli sta iniziando una nuova vita, ha dato il via ad un nuovo progetto. In questo caso, “nuovo” vuol dire soprattutto “diverso”. Cambiano i riferimenti iniziali, in campo e nella turnazione della rosa. Cambiano le idee tattiche, Ancelotti ieri nel dopopartita è stato chiaro: «Abbiamo fatto qualche sbaglio in fase di costruzione, però stiamo portando avanti l’idea di cambiare qualcosa. Necessitiamo di tempo, vogliamo aprire il gioco in. Prima o poi lo faremo. Lo faremo bene».

Ecco, questo è un punto importante per tutto l’ambiente-Napoli: Ancelotti sta lavorando per trasmettere alla squadra la sua visione del gioco, il suo approccio, le sue idee. Che per alcuni aspetti sono in continuità col passato recente, ma che hanno anche certe differenze. Ne abbiamo scritto qui, questa mattina. Ecco che allora tutta la rosa deve ricalibrarsi, anzi deve sintonizzarsi su questa nuova frequenza.

Titolarissimi e alternative

Il punto che vogliamo approfondire in questo articolo è proprio questo: i calciatori che sembrano aver recepito meglio le nuove indicazioni sono quelli che l’anno scorso giocavano di meno. È una sensazione nata e cresciuta nelle ultime due amichevoli, quindi su un campione ancora poco rappresentativo, e quando il livello dell’avversario ha iniziato ad andare verso l’alto. La squadra di Ounas, Rog, Verdi e Diawara è apparsa più reattiva, meglio messa in campo rispetto a quella di Insigne, Callejon, Hamsik.

Certo, esistono e vanno considerate tutte le attenuanti: la forza del Liverpool, i carichi di preparazione, la metabolizzazione del nuovo calcio. Va anche ricordato che Napoli-Carpi e Napoli-Chievo sono state partite – sempre amichevoli – giocate bene, da titolarissimi e alternative, secondo le idee di Ancelotti.

Quindi, per dire: nessuna tipo di accusa a certi calciatori, ci mancherebbe altro. Però va sottolineato come la condizione di partenza sia differente, e quindi questa transizione va affrontata bene. Il Napoli dei 91 punti non esiste più, è una squadra lontana nel tempo e nei concetti, si sta andando verso un calcio differente. O meglio: differenziato. Chi è stato abituato a giocare e fare bene con Sarri, ora deve riuscire a relazionarsi in maniera convinta con un altro approccio. Deve, come detto, sintonizzarsi su un’altra frequenza.

Sarà uno step mentale difficile, ma importante. Dal punto di vista concettuale, culturale, finanche politico. I calciatori avranno responsabilità e attribuzioni diverse, meno specifiche e codificate. Ma devono imparare a crescere, per il proprio bene. Per i Rog, gli Ounas oppure o Maksimovic della situazione, questa crescita vuol dire mettersi in mostra e costruirsi un proprio spazio in un progetto nuovo. Un’opportunità stuzzicante, stimolante. Per gli altri, per i titolarissimi, sarà paradossalmente più difficile: dovranno riscrivere il proprio software e imparare a viaggiare in un altro modo. Secondo le idee del nuovo tecnico. Che gli chiede di aderire a un nuovo manifesto, a un nuovo programma. Finora, la loro risposta è stata prima interessante, poi interlocutoria. Ma c’è ancora tempo.

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