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Ancelotti regala una second life a Ounas, Rog e Diawara

È la nuova politica tattica che porta a un diverso approccio al turn over: gli esperimenti su Ounas, Rog e Diawara, il lavoro (più difficile) su Maksimovic.

Ancelotti regala una second life a Ounas, Rog e Diawara

Una politica nuova

La formazione del Napoli di ieri: Karnezis; Hysaj, Chiriches, Maksimovic, Mario Rui; Allan, Diawara, Rog; Ounas, Milik, Verdi. Basta andare indietro di un anno, per rendersi conto che qualcosa è cambiato. Nei due test match “internazionali” del Napoli 2017/2018, Maurizio Sarri schierò le seguenti formazioni

Atletico Madrid-Napoli: Reina, Hysaj, Albiol, Chiriches, Ghoulam; Allan, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne.

Bayern Monaco-Napoli: Sepe, Maggio, Maksimovic, Koulibaly, Ghoulam; Zielinski, Diawara, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne.

Ieri, Ancelotti ha fatto la rivoluzione. Ha cambiato sette uomini rispetto alla sfida con il Liverpoo, giocata tre giorni prima. Certo, la situazione di Sarri era diversa, avrebbe dovuto affrontare il preliminare di lì a poco, aveva bisogno di certezze e quindi di rodare e preparare i titolarissimi. Ma il cambio di politica resta netto, percettibile. E ha il chiaro obiettivo di istruire tutti i calciatori della rosa al nuovo modello di gioco.

Ounas, Rog e Diawara

Non sappiamo, non possiamo sapere quale sarà il risultato di questo nuovo “Napoli delle rotazioni”. Non sappiamo se Ancelotti porterà avanti in maniera fideistica questo approccio, se e quando derogherà dal principio del turn over scientifico. Soprattutto, non sappiamo – non abbiamo potuto sapere – se le “alternative” di questo organico possono essere all’altezza dei “titolari” in alcuni momenti della stagione, o anche per periodi più lunghi.

In ogni caso, però, sappiamo che qualcosa cambierà. Ce ne siamo accorti già ieri, quando Ounas e Verdi si sono “scambiati” le fasce di competenza, quando Rog ha giocato 90 minuti, quando Diawara ha interpretato a modo suo – diversamente da Hamsik – il ruolo di centromediano. Ancelotti sta sperimentando, e ha deciso di utilizzare tutti gli ingredienti della sua dispensa per cercare l’accostamento migliore tra i vari sapori.

Sta anche inventando qualcosa di nuovo, come no: non siamo ai livelli di Allan terzino destro come in occasione di Napoli-Carpi, ma Ounas esterno a sinistra è una novità. Anche rispetto alle idee fondanti del calcio di Ancelotti, per cui gli esterni a piede invertito funzionano meglio rispetto a quelli messi dal proprio lato. L’ex Bordeaux ha offerto una buona prestazione, più di qualità delle e nelle giocate che nell’applicazione dei concetti tattici, ma parliamo di un giocatore geneticamente anarchico, portato a tenere il pallone, a creare superiorità numerica, a tentare la soluzione personale. Ieri, in realtà, c’è stato anche qualche buon dialogo con Mario Rui. Ounas ha sfruttato bene la sua occasione.

Le cose buone di quando hai due calciatori mancini sulla fascia sinistra

Il lavoro di Ancelotti è un lavoro di ampliamento rispetto alle sue idee, e di adattamento e correzione rispetto alle caratteristiche dei calciatori: ecco che allora Rog diventa falloso in modo “intelligente”, con alcuni interventi tattici che fanno parte del gioco, specie quando il modello dell’allenatore prevede situazioni di uno contro uno; ecco che Diawara gioca in maniera diversa rispetto al passato e rispetto ad Hamsik, con il Napoli che cerca di meno il pallone alle spalle della difesa avversaria e ragiona più sugli esterni, sulle sovrapposizioni, sui cambi di campo da una fascia all’altra.

È la seconda vita di questi calciatori, che a Napoli sono stati “mortificati” non tanto dall’approccio al turn over di Sarri, ma dal fatto che il tecnico toscano facesse fatica ad andare al di là delle certezze costruite con i suoi fedelissimi. La ritrosia di Sarri alle rotazioni era di tipo fondamentalmente tattico, ma la conseguenza tecnica su certi elementi è stata inevitabile. Ecco, ora magari il sistema di gioco sarà meno codificato e meno “perfetto” in alcune espressioni, ma contempla la presenza di uomini con caratteristiche diverse. Più flessibile, più elastico, più liquido.

Maksimovic

L’altro nome emerso da Borussia Dortmund-Napoli è quello di Maksimovic. Anche lui avrà (dovrà avere) una seconda vita, solo che la sua condizione è un po’ più complessa. La linea difensiva di Ancelotti non sarà molto diversa da quella di Sarri, esplorerà altri concetti e altre strada ma resterà comunque aggressiva, quantomeno alta, alternerà momenti di grande intensità ad altri di gioco posizionale. Ecco, tra cambiamenti e cose che resteranno inalterate, Maksimovic non sembra ancora pronto. Ed è una questione di caratteristiche e approccio tecnico-fisico, che poi ricadono su quello mentale.

Certo, ieri il gol può essere una spinta emotiva, la sua partita non è stata negativa ma non sono mancate letture inappropriate. Ecco, su di lui ci vorrà un lavoro più ampio, più profondo, più paziente. La second life di Maksimovic è più difficile da costruire rispetto a quella dei suoi compagni d’avventura che ieri hanno battuto il Dortmund – già questa è una bella notizia. Vedremo se Ancelotti proverà e riuscirà ad arrampicarsi su quest’altro cambiamento.

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