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Albiol, Mertens: l’esodo dal Napoli non c’è stato. Smentito il catastrofismo

Sarri, dopo Napoli-Crotone, parlò di timore per le clausole basse. Come sempre accade, i fatti smentiscono le ipotesi. Anche se l’immobilismo non è un bene

Albiol, Mertens: l’esodo dal Napoli non c’è stato. Smentito il catastrofismo
Albiol (Photo Ciambelli)

Le ultime parole di Sarri sulle clausole basse

Come spesso gli capitava, Maurizio Sarri con tante sue dichiarazioni interpretava e si face rappresentante della cosiddetta pancia del tifo napoletano. Ne abbiamo scritto a sufficienza, quindi non ci dilunghiamo. Riportiamo qui una delle sue ultime dichiarazioni, rilasciata al termine di Napoli-Crotone giornata finale del campionato. Furono le ultime parole ufficiali di Sarri che allora ancora traccheggiava e non forniva risposte sul suo futuro. Il giorno in cui De Laurentiis sbottò e pronunciò: “Il tempo è scaduto”.

«Sappiamo che il Napoli ha clausole rescissorie a cifre per cui calciatori di pari livello non ne trovi. Mica trovi un centravanti come Mertens a 28 milioni; non trovi a 8 milioni un centrale come Albiol, vedo difensori che sono stati acquistati per 70 milioni e non sono come Albiol. Il prezzo dei giocatori è lievitato in maniera pesante dopo il rinnovo dei diritti tv in Premier. Nemmeno la società può rispondermi su questo».

Le risposte del Napoli

Nei fatti, il Napoli ha risposto. Dries Mertens fin qui è rimasto a Napoli, e a quanto ne sappiamo la sua clausola rescissoria è scaduta. Raul Albiol ha persino rinnovato il contratto che lo lega al club azzurro. Marek Hamsik ha fatto sapere che rimarrà qui, anche perché i cinesi non hanno alzato l’offerta per il suo cartellino. Lo stesso dicasi per Piotr Zielinski (l’unico con la clausola alta: 65 milioni). E al momento anche per José Callejon la cui clausola non era affatto proibitiva. Come puntualmente avviene, è stato smentito il catastrofismo che inspiegabilmente avvolge un ambiente che da undici anni si migliora costantemente. Ma è inutile ricordarlo, tanto al primo intoppo si torna punto e daccapo.

Il Napoli non era affatto sull’orlo dell’esodo, come pure le dichiarazioni di Sarri volevano far intendere. Fin qui, sono andati via Reina e praticamente Jorginho. Oltre allo stesso Sarri che in realtà al momento è ancora qui ma non è più l’allenatore del Napoli.

Sarebbe stata davvero una catastrofe?

Ci sarebbe poi un ulteriore passaggio da affrontare. Siamo così certi che la partenza di Hamsik o dello stesso Albiol li avremmo dovuti classificare alla voce disastri? Lo abbiamo ripetuto più volte, l’immobilismo non è affatto il bene di una società di calcio. Soprattutto se si tratta di un club non di primissima fascia, come ad esempio il Real Madrid, il Barcellona, il Manchester City. Il Napoli ha bisogno di valorizzare i calciatori per poi rivenderli. È fondamentale per la sua sopravvivenza.

Ovviamente Albiol a sei milioni sarebbe stata una vendita infruttuosa. L’errore è stato di non aver saputo far crescere in casa un suo sostituto. Maksimovic non ha compiuto il percorso che avrebbe dovuto compiere. E quindi ci siamo trovati nelle condizioni di offrire un triennale a un calciatore molto importante ma che comunque ha 33 anni.

La differenza col Milan

Lo stesso discorso vale per Hamsik che sta per compiere 31 anni e la cui partenza a 30 milioni sarebbe stato un ottimo colpo di mercato. Un club non può ragionare col cuore. Lo scorso anno, bloccando le cessioni e aumentando alcuni compensi, il Napoli ha perso un giro. Lo sta pagando e lo pagherà. Una società deve sempre guardare avanti di almeno tre anni. Altrimenti resta indietro e rischia di non essere più competitiva.

Concludendo: l’esodo non c’è stato; il catastrofismo come al solito si è rivelato fuori luogo; ma pure se qualche giocatore fosse andato via, non sarebbe stata una sciagura ma la conseguenza di una lungimirante politica gestionale. Lo scriviamo all’indomani dell’esclusione del Milan dalle coppe europee. Mentre il Napoli, il bistrattato Napoli (soprattutto dai suoi tifosi) ha riportato in Italia uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio – Carlo Ancelotti – che più volte proprio ai rossoneri era stato accostato. I rapporti di forza sono cambiati. La società solida non sta più all’ombra della Madonnina, ma un bel po’ di chilometri più a Sud. Tra Napoli e Castel Volturno.

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