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Napoli, tanti applausi. Ora è il momento di cambiare per crescere

Il Napoli non può più permettersi un altro giro di mercato senza salire sulla giostra. Che gira tra acquisti e cessioni, e a noi vengono in mente le occasioni Jorginho e Mertens.

Napoli, tanti applausi. Ora è il momento di cambiare per crescere
Photo Matteo Ciambelli

Una stagione da record

Napoli, 88 punti (91 virtuali) senza scudetto. La stagione della squadra di Sarri va solamente e semplicemente applaudita, al di là delle solite (e sterili) discussioni sul bel gioco, sugli acquisti mancati o effettuati, sulle cessioni da evitare. Alessandro Del Piero, cuore juventino, ci ha spiegato questo concetto ieri sera nel salotto di Sky.

Come abbiamo scritto tante volte, quest’annata è stato il frutto di una scelta. Ovvero: mercato conservativo e di crescita interna, per la salvaguardia assoluta del progetto tecnico-tattico e per tentare di costruire l’ambizione-scudetto su fondamenta solide. È andata esattamente così, il Napoli è stato ad un punto dalla Juventus a quattro giornate dalla fine. L’ha anche battuta in casa sua, poi è andata com’è andata. L’obiettivo finale non è stato raggiunto, ma il percorso è stato seguito in maniera chiara e persino giusta. Certo, c’è il discorso sul turn over e sulle coppe, ma se vogliamo essere onesti tutto sarebbe stato cancellato dalla vittoria del titolo. Così come tutto torna a galla mentre la Juventus festeggia. È giusto che sia così, è il rischio della vita e del calcio. Di chi fa delle scelte.

Il futuro

Ora, però, c’è qualcosa da dire sul futuro. Il calcio a Napoli prosegue, deve proseguire, ed è stato reso abbondantemente chiaro – dai numeri, dai fatti – che questa stagione è stata un’eccezione. O meglio: deve essere considerata un’eccezione, un tentativo estremo per cercare di cogliere un risultato storico. È difficile pensare che questa squadra possa/debba essere riconfermata per intero, per un altro tentativo di arrivare/superare quota 90 punti in campionato. Certo, gli stop di Milik e Ghoulam hanno probabilmente inciso sull’esito finale, ma non si può fondare un’intera, nuova stagione sull’idea che due calciatori in più possano cambiare le sorti di una società.

Quindi, serve che il Napoli si riappropri di una certa dinamicità sul mercato. Questo non vuol dire cancellare tutto e ripartire da zero, piuttosto pensare di vendere bene e sfruttare le occasioni che presenta il mercato. Uno dei pezzi più criticati nella storia del Napolista è stato quello che “Magari il Chelsea offrisse 60 milioni per Koulibaly“. Era il 14 giugno 2017, e non cambiamo idea. Solo che ora bisogna aggiornare la cifra, 60 milioni non bastano più. Ce ne vogliono almeno 85, ovvero il prezzo di listino di Virgil Van Dijk, da gennaio al Liverpool. Ecco, noi intendiamo questo. Il Napoli è un club geneticamente orientato al player trading, e se ci sono occasioni del genere vanno colte. Solo che devono essere vere occasioni. L’anno scorso, Koulibaly a 60 sarebbe stata un’opportunità importante. Ora le cose sono cambiate, e quindi bisogna rilanciare.

I casi di Jorginho e Mertens

Le cose cambiano, come detto, ma cambiano anche con altri giocatori, per altri giocatori. Ci vengono in mente sono Jorginho e Mertens. Per il primo, pare si stia scatenando una vera asta in Premier League, roba da milioni sonanti. Almeno 50, si legge. Forse anche di più, si arriva a 60. Bene, a queste cifre Jorginho va ceduto. Magari è un calciatore insostituibile, ma non abbiamo la controprova. Si pensava che il Napoli non potesse sostituire mai Higuain, invece Mertens e Milik hanno disegnato due campionati da 94 e 75 gol, molto superiori e/o praticamente identici agli 80 segnati dal Napoli di Higuain nel 2015/2016. Nel frattempo, il Napoli ha fatto anche più punti. Due volte su due.

Ecco, il discorso è questo: cambiare per crescere, che per il Napoli vuol dire dinamicità sul mercato. Gli introiti strutturali e della Champions servono a finanziare la macchina e il mercato interno-conservativo, per lavorare su nomi importanti in entrata servono delle cifre extra. Per esempio, il Napoli potrebbe capitalizzare la cessione di Mertens, 28 milioni. Ha già il sostituto in casa, Arek Milik, e poi Dries è un calciatore eccezionale ma va per i 31 anni. Il suo rinnovo è stato concepito per pensare ad una cessione che accontenti tutti, oppure perché rimanesse a Napoli. L’idea che possa andar via esiste, e se qualcuno dovesse presentarsi con i soldi della clausola, il Napoli avrebbe di che giovarsi. Per la plusvalenza a bilancio, enorme, esattamente come quella per Jorginho. Quindi, per la nuova possibilità di investire.

Sarri

Il discorso di De Laurentiis sulla gestione Sarri va tutto in questa direzione composita, tra mercato e gestione della rosa. Due concetti concatenati, necessariamente. La permanenza di Sarri, oltre che per l’accordo economico per l’eventuale rinnovo, sembra passare anche da una conferma in blocco di questa squadra. Ecco, probabilmente le discordanze più difficile da appianare sono proprio queste. Il Napoli non può più permettersi un altro giro di mercato senza salire sulla giostra, è una condizione comune a tutte le squadre italiane (e non solo) nella loro dimensione di appartenenza. Basti pensare al Liverpool con Coutinho e Salah

L’idea che Sarri possa rimanere deve essere legata a un diverso approccio al mercato, più vicino alle esigenze della società, del suo core business. Qualora decidesse di restare, dovrebbe farlo con la consapevolezza di lavorare per un Napoli volutamente mutevole, a partire da subito. Che poi, il Napoli non ha mai realmente rivoltato la rosa come un calzino: tre cessioni importanti, e risultati sul campo in costante crescita. Prima di Sarri, poi con Sarri. Il futuro passa necessariamente da qui.

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