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Juventus-Napoli, andiamo a Torino senza paura e senza alibi

La forza e l’energia dei non titolarissimi, Milik come Carnevale, gli strappi di Zielinski. Ora è Allegri ad essere sotto pressione. Giochiamocela.

Juventus-Napoli, andiamo a Torino senza paura e senza alibi
L'abbraccio polacco con Insigne e Rafael (Ssc Napoli)

Dall’assist-rovesciata di Del Piero

Se la memoria non ci inganna, sono tredici anni che al campionato italiano manca uno scontro diretto per lo scudetto. Accadde nel 2005 (lo scudetto fu poi revocato per Calciopoli): a quattro giornate dalla fine si giocò Milan-Juventus che erano a pari punti;  finì 0-1 con gol di Trezeguet anche se tutti ricordano l’assist di Del Piero in rovesciata. La rovesciata, simbolo della stagione della Juventus: da Cristiano Ronaldo al nigeriano Simy che ieri sera a Crotone ha spalancato le porte del campionato. Un campionato emozionante, che forse si deciderà domenica sera all’ex Juventus Stadium (aggi Allianz) ma che molto più probabilmente si deciderà ancora più avanti, nelle ultime quattro giornate.

Allegri conta i suoi uomini (e non c’è Dybala)

Perché il campionato non era finito domenica scorsa con la parata di Donnarumma, e non finirà domenica sera. A meno che la Juventus non batta il Napoli, in quel caso i giochi sarebbero fatti. Ma – lo diciamo con abbondante anticipo – nemmeno un pareggio archivierà il discorso scudetto. È la lezione di questa stagione. Con la Juventus che nel girone di ritorno subisce due pareggi: sui campi di Spal e Crotone, mentre stava vincendo 3-0 al Bernabeu al 92esimo. Checché ne dicano i fautori della rosa lunga bianconera, anche Allegri è arrivato a fine stagione con pochi uomini su cui fare affidamento (ieri sera ha giocato con Sturaro e Marchisio). L’architrave della sua Juventus ieri sera l’ha lasciata in panchina: Buffon, Chiellini, Khedira più Mandzukic che a Crotone non c’era. Nell’elenco c’è anche Douglas Costa; depennato invece Dybala tornato oggetto misterioso e che secondo noi domenica sera la partita la vedrà dalla panchina.

La paura di non farcela

La Juventus ora dovrà fronteggiare anche un altro nemico: la paura di non farcela, il terrore di aver aperto la porta di casa all’assassino che stava vagando nei dintorni senza una meta precisa. La partita del Napoli è girata quando al San Paolo sono arrivati gli echi del gesto di CR Simy. Allegri e i suoi – soprattutto la dirigenza – avranno avuto incubi da rovesciata questa notte. Dovranno giocare con la paura di perdere, col timore di vedere sfumato tutto sul filo di lana. Giocarsela a più sei avrebbe garantito altra tranquillità. Sarri lo ha capito, lo sa bene, e ieri sera ha provato ad alleggerire la tensione dei suoi. O forse la sua.

La forza dei non titolarissimi

Sarà infatti difficile che il Napoli domenica vada a giocarsela in modo spensierato nonostante il sarriano «ora possiamo divertirci» è uno slogan perfetto. Se la giocherà con i titolarissimi, lo sappiamo. Lo comprendiamo anche, sarebbe dura escludere qualcuno degli undici che hanno tirato la carretta in questa stagione. Ma non possiamo non sottolineare quanto sia stato importante ieri schierare quattro non titolarissimi dal primo minuto: Tonelli, Zielinski, Diawara e Milik. A conferma – non ci stancheremo mai di ripeterlo – che la rosa del Napoli non è affatto corta. Qui nessuno sta friggendo il pesce con l’acqua, il Napoli ha a disposizione un olio pregiato. Sarri ieri ha giustamente sottolineato i primi venti minuti del Napoli, definendoli tra i migliori della stagione. È stata una sua scelta quella di tirare al massimo i calciatori che conoscono a memoria il suo gioco. Scelta che peraltro in campionato ha pagato per buona parte della stagione.

Milik come Carnevale

Infatti ieri sera il Napoli è stato meno Napoli. Anche il primo gol, quello di Insigne, è nato da una strappata di Zielinski che è inconsueta per il gioco dei nostri. Poi abbiamo segnato due gol su calcio d’angolo ed è un grande risultato del lavoro di Sarri sui calci piazzati. Fa bene a rivendicarlo e fa bene ad esserne orgoglioso. E infine la rete di Milik l’Andrea Carnevale del 2018, l’uomo che ormai da quattro partite corre evidentemente a un’altra velocità. Il suo ingresso in campo ha raddoppiato il ritmo del Napoli contro Sassuolo, Chievo, Milan, Udinese. Il bilancio è di due gol, una traversa e una parata miracolosa di Donnarumma.

Senza paura e senza alibi

Domenica sera andremo a giocarcela. E vinceremo tutti assieme, così come perderemo o pareggeremo tutti assieme. È l’unica preghiera che ci sentiamo di fare. A tutti, a cominciare dai protagonisti. Gli alibi non devono esserci. Non solo perché non ci sono. Anche perché non ce n’è bisogno. A qualcuno ieri sera hanno dato fastidio le parole di Sarri sui premi partita. Un po’ abbiamo imparato a conoscerlo. Sarri è così: un mix di scaramanzia e spigolosità. È impossibile cambiarlo adesso, anche se – lo sapete – non ci è mai piaciuto il tentativo di accreditare il Napoli come una squadra miracolo modello Leicester. Il Napoli non è affatto il Leicester (e basta guardare lo storico recente dei due club per capirlo). Ma pensiamo a domenica. Il trend psicologico potrebbe essersi invertito dopo la rovesciata di Simy. Mettiamoci del nostro. Adesso ad aver paura sono soprattutto loro. E se dovesse andar male, cerchiamo di non rimettere i consueti abiti.

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