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L’ex arbitro Pieri: «Var, una rivoluzione che funziona. Finora, appena 6 errori in 188 partite»

Le parole dell’ex fischietto internazionale: «Cancellate le proteste, eliminati gli errori più evidenti. Tutto è ancora perfettibile, ma siamo solo all’inizio».

L’ex arbitro Pieri: «Var, una rivoluzione che funziona. Finora, appena 6 errori in 188 partite»

Le parole alla Rai

Tiziano Pieri, ex arbitro internazionale, loda il Var. Questione di numeri, ma anche di percezione rispetto a quanto avvenuto in campo. La frase dell’ex arbitro internazionale, pronunciata durante la trasmissione Rai “La giostra del Gol”, non lascia spazio a interpretazioni: «Adesso c’è più giustizia in campo. Nessuno è perfetto, figuriamoci nel calcio. Ma le prime sensazioni sono incoraggianti».

Numeri e percezioni, si diceva. Pieri fa un veloce censimento dei casi in cui e per cui sono stati utilizzati il supporto tecnologico e l’arbitro addetto: «Dopo 188 partite (due sono da recuperare), gli errori gravi ed evidenti commessi dal Var per me sono stati appena 6. Ci sono stati poi interventi che hanno lasciato dubbi e perplessità, ma in quel caso possiamo parare di episodi ‘grigi’, di interpretazioni e non di chiaro errore che è all’origine del protocollo per il quale si applica il Var, come da indicazione della Fifa. Per capire di quali situazioni si tratta, indichiamo per convezione il contatto Skriniar-Perotti in Roma-Inter».

Altri numeri: «I gol annullati per fuorigioco sono stati 9, mentre gli offside revisionati con il gol (dopo l’errore del guardialinee) sono stati 3. Le espulsioni decise ‘a tavolino’ sono state 10, di cui due per chiara occasione da rete (il contatto Ceccherini-Kessie in Crotone-Milan e Felipe-Dzeko in Roma-Spal, entrambi inizialmente sanzionati solo col ‘giallo’). Due i rigori tolti per fuorigioco»

Proteste ed attese

Un altro punto a favore del Var, sempre secondo Pieri, riguarda il nuovo atteggiamento di calciatori e pubblico: «L’esperimento, oltre ad aver corretto diversi errori evidenti, ha di fatto eliminato le proteste in campo e sugli spalti. È una rivoluzione che ha funzionato e che funziona».

Gli errori: «Certo, qualcosa non è andato. Penso ad errori di protocollo (Bologna-Torino, prima giornata) o a valutazioni sbagliate del Var (il rigore dato al Genoa nel match contro la Juventus nonostante il fuorigioco di Galabinov). Ci sono stati casi di offside non fischiato (il gol di Verde in Sassuolo-Verona) o di falli di mano non visti (Torreira in Sampdoria-Sassuolo). Altre situazioni poco chiare fanno riferimento a un contatto dinamico, sporco. Magari vedendolo alla moviola si può essere d’accordo sul fallo ma ci sarà sempre qualcuno pronto a dire di no. D’altronde il protocollo in questi casi è chiaro: fermo restando il chiaro errore premessa dell’intervento, il Var può agire solo su gol, rigori, fallo di gioco grave e scambio persone».

Ultimo punto toccato da Pieri: i tempi morti, quelli che – per intenderci – tolgono le emozioni dalla carriera di Simone Inzaghi. Ecco le parole dell’ex arbitro: «È un falso problema, ci sono differenze minimali nel gioco effettivo tra quando non c’era il Var ad ora. Adesso tutte le reti sono ‘certificate’. E se nella fase sperimentale si utilizza qualche minuto, quando serve a chiarire una fase di gioco, ben venga». C’è ben poco da aggiungere.

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