ilNapolista

Nainggolan, la post-verità sui social e il discorso sull’esempio e sul modello

Il comportamento di Nainggolan è un problema suo, ed eventualmente della Roma. La pubblicazione sui social, però, rischia di veicolare messaggi negativi.

Nainggolan, la post-verità sui social e il discorso sull’esempio e sul modello

La viralità dei video di Capodanno

Il Capodanno strano e movimentato di Radja Nainggolan si è concluso con un “mezzo” lieto fine. Questo scrive la Gazzetta dello Sport di oggi, ricostruendo il primo gennaio del centrocampista della Roma. Che, semplicemente, ha pubblicato su Instagram alcuni video temporanei (le famose “Stories”, che si cancellano poche ore dopo la pubblicazione) dei suoi festeggiamenti. Normale, nel 2017. Meno “normale” è la condotta etica e fisica dell’interno belga: beve (reo confesso: «So’ ‘mbriaco fradicio»), fuma una sigaretta e bestemmia. Insomma, quello che fanno un po’ tutti quando sono alticci, alterati, su di giri. Solo che non tutti sono un centrocampista della Roma, un volto riconoscibile del calcio e quindi della mondanità. Sotto, da Youtube, parte dei “contributi” del buon Radja. Si trovano ovunque, su internet: la sua notte di Capodanno è diventata davvero virale, e anche questo è un punto su cui riflettere.

Cos’è un calciatore

Il discorso che vogliamo fare è lontano dai moralismi. Siamo stati e siamo tutti Nainggolan. Chi meno, chi più. I calciatori non fanno eccezione, hanno una vita privata e possono gestirsela come meglio credono. Il “problema”, però, sta nella loro rappresentatività. Nel modello che rappresentano per chi li segue, come calciatori e quindi anche come uomini. Il “problema”, per dirla facile, non è che Nainggolan fumi una sigaretta o beva la birra (due, tre, cinque, dieci birre). Il fatto che sia sui social rappresenta la post-verità tipica dei nostri tempi. Il “problema” è che la pubblicazione su internet espande il rischio dell’emulazione da parte di altri giovani calciatori. Della serie: non tutti sono talentuosi e forti e abili nella corsa come Nainggolan. Se il tabagismo non pregiudica il rendimento di Radja, può essere deleterio per la carriera del 17enne Giovanni. Se esagerare con l’alccol non nuoce alle prestazioni di un centrocampista della Roma, può diventare letale per le ambizioni di un aspirante Allievo Nazionale del Perugia, del Parma, della Salernitana.

Quindi, andiamo a valle piuttosto che a monte. Andiamo agli esiti, all’ossessione della pubblicazione (intesa come “messa in pubblico”) del sé. Nainggolan aveva tutto il diritto di ubriacarsi, fumare o giocare a Paddle la notte di Capodanno? Sì, lo riconosce anche lui nel suo post di scuse. E in quello precedente, che invita i critici (giornalisti e tifosi “contro”) a “farsi una vita”. Sotto, entrambi i messaggi social di Nainggolan.

Un tweet e un’altra Instagram Story

Radja è un essere umano, la sua condotta è un problema nel rapporto triangolare tra il suo rendimento lavorativo, il suo committente lavorativo e il suo corpo. Per questione di convenienza personale e di immagine della Roma, la pubblicazione è stata un errore grossolano. Perché veicola un modello comportamentale che non si può condividere da nessun punto di vista (etico o professionale) se non quello del “so’ ragazzi”.

Sì, sono ragazzi ma rappresentano un club. Ma anche qualcosa di più. Anzi, rappresentano qualcosa per qualcuno: un modello cui aspirare, da imitare. Ecco, questa nostra piccola rimostranza non deve essere stata molto diversa rispetto a quella dei suoi datori di lavoro. Che (forse) gli ha fatto capire la sua condizione di personaggio pubblico, che (forse) gli ha spiegato come non utilizzare i social. Che (forse) gli ha sconsigliato di ricascare ancora in certe dinamiche, anche perché il vero problema è che la Roma viene da una serie di risultati non proprio positiva. Questi, in ordine, sono i tre problemi “causati” da un paio di storie su Instagram. Radja, ti conviene?

ilnapolista © riproduzione riservata