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Aspettando Mario Rui: il suo difficile adattamento è un’incertezza per il Napoli

Mario Rui non è riuscito a mostrare la misura possibile del suo contributo, per il Napoli: finora sono più evidenti i limiti che i pregi del suo gioco.

Aspettando Mario Rui: il suo difficile adattamento è un’incertezza per il Napoli

Il valore assoluto

Che Mario Rui non fosse Ghoulam era, è e deve (dovrebbe) essere chiaro a tutti. Parliamo di caratteristiche fisiche, ma anche di valore assoluto. Non esiste un modo per parametrare la forza di un calciatore in maniera oggettiva (come per dire: le valutazioni di Fifa o PES, sulla Playstation), ma di certo il terzino portoghese “vale” di meno rispetto all’algerino ex Saint-Etienne. In un pezzo di presentazione del calciatore, Saverio Nappo ha spiegato le differenze tra i due profili: «Fisicità, aggressività, tipologia dei passaggi e del supporto alla manovra: Mário Rui è essenzialmente un brevilineo che basa tutte le sue skills sull’agilità e sull’elasticità datagli dal baricentro basso».

Allo stesso modo, dopo Napoli-Sassuolo, il Napolista ha pubblicato un articolo che raccontava la prestazione del portoghese in Napoli-Sassuolo. I riscontri iniziavano ad essere positivi: «È stato presente nel gioco, ha supportato il triangolo creativo composto da Insigne e Hamsik e a volte ha anche indovinato la sovrapposizione. Insomma, ha fatto quello che poteva. Anzi, di più: ha fatto quello che doveva. Non è Ghoulam, lo sappiamo. Non potrebbe esserlo. Ma ha dimostrato di poter essere un’alternativa plausibile e possibile fino al ritorno dell’algerino».

Progressione mancata

Sono passati più di due mesi. Il Napoli è ancora primo in classifica, forse ha perduto parte della sua brillantezza nel gioco. Anche perché la squadra migliore possibile, che ovviamente comprende Ghoulam, è un’ipotesi ancora lontana. Allo stesso modo, però, non si registrano progressi sul fronte Mario Rui. L’adattamento composito e vicendevole tra il calciatore e il sistema di Sarri non ha ancora prodotto i frutti sperati. Anzi, nelle ultime due partite al San Paolo (Sampdoria e Atalanta), i limiti del calciatore sono stati molto più evidenti dei pregi.

Nei pezzi che abbiamo linkato sopra, troverete dei punti in cui si parla dell’irruenza di Mario Rui nei contrasti, una specie di “arma segreta e necessaria” per sopperire alla mancanza di fisicità in chiave difensiva. Ce ne siamo resi conto nella partita contro la Samp, due ammonizioni ingenue e giuste che hanno portato a un’espulsione indolore ma sacrosanta. E poi lo scivolone sul cross di Gomez, che in pratica ha spalancato a Cornelius e Castagne le porte del gol.

Certo, quello contro l’Atalanta è un infortunio puro. Un momento di sfiga che ha colpito poco dopo anche Chiriches. Ma si inserisce in uno scenario che non giustifica entusiasmi, nel senso che non abbiamo ancora la prova del fatto che Mario Rui possa rappresentare – alla lunga – un sostituto performante di Ghoulam. Che poi “sostituto”, in questo caso, si intende non tanto come elemento simile e quindi sostitutivo, ma come calciatore su cui (dover) fare affidamento in casi di emergenza.

Il mercato

A questo punto, dopo due mesi di campo (e altri due di “apprendistato fantasma”) è lecito chiedersi che sarà di Mario Rui. C’è un Ghoulam da far tornare in forma – i tempi del suo recupero, secondo quanto detto oggi da Radio Kiss Kiss Napoli, potrebbero essere più rapidi, anche se a noi ci sembrano un po’ troppo “ottimistici” -, ma c’è anche una corsa in campionato da onorare al meglio. E, soprattutto, c’è la tentazione di un mercato che si è aperto, e resterà aperto per tutto il mese di gennaio.

Dal punto di vista numerico, il Napoli non deve fare altro che temporeggiare. Coprire le fasce difensive con un quinto terzino avrebbe senso solo nell’ottica di un’operazione “di prevenzione”, con un calciatore da poter inserire nelle rotazioni a destra (al posto del partente Maggio) e con la possibilità di schierarlo anche a sinistra. Acquistare il terzo laterale mancino “puro” sarebbe esagerato, specie se Ghoulam dovesse davvero rientrare prima del previsto. Però, poi resta il discorso qualità: Mario Rui non è riuscito ancora a dare un contributo reale, che vada al di là di un’aderenza appena percepita al gioco della squadra. 

Andare oltre

Per dirla francamente, forse anche brutalmente: Mario Rui sa giocare a calcio, tocca bene il pallone, è una piccola garanzia nel momento in cui la squadra fa girare il possesso in maniera fluida. Però, finora, è tutto qui. Poche occasioni create (6 in 7 partite), un contributo difensivo in linea con quello di Ghoulam (2 eventi di media per match), ma anche l’impressione di poter andare in difficoltà in alcuni momenti – vedasi le prestazioni contro Sampdoria e Juventus.

Serve fare una riflessione sulla figura del portoghese, che non vuol dire buttargli addosso una croce immeritata, quanto piuttosto capire se e come il suo impatto sul Napoli possa ancora crescere. Se ci sono i margini per pensarla in questo modo, per sperare in qualcosa di meglio. Mario Rui è stato voluto, atteso, è andato in campo e non è ancora riuscito a esplodere. Per continuare a insistere su certe ambizioni, il Napoli ha bisogno anche di lui. Ha bisogno di capire cosa può aspettarsi, soprattutto.

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