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La Fiorentina di Pioli: un progetto giovani alla ricerca di un’identità

Appunti tattici sulla Fiorentina: intensità, transizioni ed esaltazione del talento offensivo. Ma il lavoro di Pioli è solo all’inizio.

La Fiorentina di Pioli: un progetto giovani alla ricerca di un’identità

Inizio altalenante

La prima parte di stagione della Fiorentina è stata un giro sulle montagne russe. Non quelle dei grandi parchi divertimenti, il picco massimo non è stato proprio altissimo, ma diciamo che si sono vissute emozioni e situazioni contrastanti. La contestazione prima dell’inizio dei giochi, l’inizio a rilento, poi la ripresa e ora un consolidamento alle soglie della zona Europa. Un percorso coerente con il nuovo progetto viola, fondato soprattutto sulla valorizzazione dei giovani. Il mercato estivo, infatti, è stato incentrato sullo svecchiamento della rosa: sono arrivati calciatori come Simeone, Benassi, Veretout, Bruno Gaspar, il più “anziano” è stato il 28enne Laurini, poi integrato dall’arrivo last minute di Cyril Thereau.

Tutto è stato affidato a Stefano Pioli, un tecnico contraddittorio nelle sue esperienze importanti. Anche la sua carriera è un giro sulle montagne russe. I buoni risultati a Bologna e a Roma, sponda Lazio, le difficoltà a Parma e con l’Inter. Ora Firenze, sua patria adottiva da calciatore, e un’identità ancora da individuare. Dal punto di vista del gioco, dal punto di vista dello sviluppo a lungo termine.

Il campo

Dal punto di vista puramente tattico, la Fiorentina sembra aver trovato da un po’ la sua dimensione ideale dopo gli esperimenti iniziali. Pioli ha adottato in maniera definitiva uno schieramento coerente con le migliori individualità della sua rosa, un 4-3-3 che esalta la versatilità di Chiesa (nominalmente esterno a destra, ma libero di svariare su tutto il fronte offensivo) e Thereau dietro il pivot Simeone, che ha movimenti da centravanti classico e partecipa all’azione in maniera laterale (43 palloni giocati nell’ultima partita contro il Sassuolo, la quota più bassa tra gli undici titolari).

La manovra si sviluppa soprattutto sulla destra (percentuale del 40%), lato su cui lavorano Chiesa, come detto, ma anche Laurini o Gaspar (alternativamente). Dal punto di vista dei principi di gioco, i viola sono una perfetta riproduzione delle idee del tecnico Pioli: grande capacità di transizione positiva, sfruttamento intermedio del possesso palla (Fiorentina decima per passaggi effettuati e al 52% di percentuale media), ricerca della conclusione nella maggior parte delle situazioni di gioco (quarto posto nella classifica dei tiri tentati, terzo in quella dei tiri da fuori).

La difesa

Dal punto di vista difensivo, l’idea è quella di privilegiare l’intensità: baricentro abbastanza alto in campo (per la maggior parte delle partite sopra i 50 metri), e conseguente difficoltà nell’affrontare squadre in grado di attaccare in maniera compatta, organica. Anche questa criticità fa riferimento alle caratteristiche di una squadra in costruzione, ancora in fase di assemblaggio. Non è un caso che i viola abbiano perso tutti gli scontri con le squadre più strutturate della Serie A (Inter, Roma, Juventus, Sampdoria). Tutti tranne uno, quello contro la Lazio. Una partita che, però, è stata in qualche modo viziata dalle polemiche arbitrali.

La sensazione è che la squadra di Pioli non abbia ancora la personalità per approcciare a tutte le partite con l’idea di autodeterminare il gioco. Anche perché il percorso tattico di Pioli non è ancora completo: il tecnico emiliano è da sempre un amante del 4-2-3-1, un modulo “pensato” per questa squadra con Benassi nella doppia veste di mezzala e trequartista in scivolamento offensivo. Un’idea applicabile solo con una certa quantità di certezze, non ancora raggiunta.

I calciatori (e il Napoli)

Probabile che Pioli – il tecnico viola ha tutti i calciatori a disposizione – schieri ancora la formazione utilizzata nelle ultime partite. Quindi, Badelj in cabina di regia sostenuto dall’incursore Benassi e da Veretout. I due interni compongono il team creativo della Fiorentina: 23 occasioni create a testa, solo il terzino sinistro Biraghi ha una quota più alta. In difesa, favoriti Astori e Pezzalla: i due formano una coppia composita, calssica, centrale di concetto più corazziere con piede meno educato.

Per il Napoli non sarà una partita facile, specie se la squadra di Sarri dovesse ripetere l’approccio morbido visto contro la Juventus. La Fiorentina ha un’alta qualità potenziale, ma probabilmente – come detto – manca ancora qualcosa per poter puntare a gestire le partite contro un avversario rodato come quello di domenica. Anche per questo sarà fondamentale tenere fin da subito il controllo del pallone e del ritmo, in modo da imporre il gioco ed evitare quindi di dover “lavorare” di intensità. Come dire: prevenire per non dover curare.

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