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Ventura, il no alle dimissioni per le otto mensilità rimanenti, quello a Insigne e al 3-4-3

La Gazzetta ricostruisce l’ultimo segmento di Giampiero Ventura sulla panchina azzurra: «Il ct battaglierà per lo stipendio, turbolenze di spogliatoio».

Ventura, il no alle dimissioni per le otto mensilità rimanenti, quello a Insigne e al 3-4-3

Il racconto delle ultime ore

«Le ore piccole all’hotel Gallia». «Si è sfogato e ha elogiato il gruppo azzurro, in particolare la vecchia guardia». «In mattinata è uscito da una porta secondaria e, protetto da agenti in borghese, ha raggiunto Linate». Il racconto delle ultime ore di Giampiero Ventura secondo la Gazzetta dello Sport. C’è anche l’incontro con Le Iene, le dimissioni confessate al microfono del programma di Italia 1 e poi “ritirate” successivamente.

Il punto, ora, sembra essere proprio questo. Come sarà gestito lo strappo inevitabile tra la Figc e il commissario tecnico dell’Italia? Innanzitutto, una certezza iniziale: «Ventura non si dimette per una questione di vile denaro. In ballo ci sono gli ultimi otto stipendi del contratto originario, quello con scadenza giugno 2018. Il rinnovo fino al 2020 non entrerà in vigore perché legato alla clausola sulla qualificazione al Mondiale, adesso mancata. Restano da pagare le ultime otto mensilità, circa 7-800mila euro. Ventura non intende fare bei gesti e ha incaricato il suo avvocato di trattare con la federcalcio per la parte economica. Non ci saranno grandi sconti per Tavecchio. A Bari ricordano come Ventura a suo tempo abbia battagliato al centesimo col Bari perla risoluzione del contratto. Difficile accordarsi e allora un bell’esonero, perché no? A quel punto la Figc sarebbe costretta a pagare il tecnico fino all’ultimo euro».

I retroscena tecnici

Intanto, fioccano anche vari racconti su questi ultimi mesi di Ventura come Ct. Si parla di un confronto abbastanza acceso tra Ventura e la “commissione interna” ai suoi convocati. Ovvero, e ovviamente, Buffon e gli altri senatori azzurri. Leggiamo: «Oggetto del dibattito la formazione da opporre alla Svezia nel ritorno. La solita discussione sul sistema di gioco. La commissione interna, con un guizzo da intenditori, voleva passare al 3-4-3, per schierare Insigne. Il c.t. però ha rivendicato il suo ruolo con forza e ha imposto le sue scelte. Sul campo, a naufragio quasi compiuto, c’è stato l’episodio del labiale di De Rossi, a confermare lo scollamento tra squadra e allenatore. Al di là delle dichiarazioni di facciata – alcune le abbiamo ascoltate, altre ne sentiremo – l’Italia è fuori per demeriti e per turbolenze di spogliatoio».

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