L’editoriale di Mario Sconcerti sul Corsera: «La qualità media dei singoli di Guardiola permette trasformare un passaggio in un assist da una difesa all’altra».
Il commento sul Corriere della Sera
Scrive Mario Sconcerti, e il suo è un commento che offre molti spunti. Il Corriere della Sera, al solito, ospita l’editorialista toscano e già dal titolo fa capire che l’analisi si concentra e si concentrerà sulla differenza tra le due squadre: “City, l’eccezione troppo grande anche peril bel calcio di Sarri”.
Intanto, i complimenti (a tutti) per la partita. Poi la tesi: «È stata forse la più bella partita da molto tempo a questa parte, ma la differenza è stata netta. Il Napoli l’ha guidata, comandata per 20 minuti fino a segnare un gol perfetto con Insigne dopo una triangolazione esatta con Mertens, poi c’è stato quasi soltanto il City. Così, a caldo, solo Insigne esce con lo stesso valore degli avversari. Mertens è rimasto potenziale, Hamisk è andato scomparendo nel ritorno del City, tutti gli altri su una linea di splendida normalità, non oltre».
Un grande avversario
Differenza tra calciatori, quindi. Di conseguenza, anche differente gestione della partita: «Il City ha cercato di riposarsi in partita, non si può vincere dominando per cento minuti. Ma ogni volta che ha avuto bisogno, è ripartito con una forza e una quantità di uomini impressionante. Mai meno di cinque ad accompagnare l’azione. È il successo di un’applicazione, di tanto lavoro, ma anche di una qualità media dei singoli giocatori che dalla difesa all’altra area sanno trasformare un passaggio in un assist. Il Napoli in una partita ha preso più della metà dei gol presi in campionato. In quattro gare di Champions arriva a 8 gol subìti, una media che non merita ma ha ottenuto e che segna un limite».
Tutto vero, anche se è il City a essere un’eccezione, e Sconcerti lo scrive «Il Napoli ha saputo solo giocare, quando ha potuto. Non so dove porti fino in fondo questo risultato, forse alla consapevolezza di un limite abbastanza comune, ma aiuta capire che il City non è una regola, è l’eccezione. Nessuno in Italia gioca con due ali che non seguono i propri terzini. Questo raddoppia la velocità di Sané e Sterling. Nessun centrocampista in Italia si ferma in mezzo al campo, De Bruyne sì. E poi fa ripartire tutti. Dispiace che questa lezione sia arrivata a una squadra maestra come il Napoli, ma nella grande bellezza della partita c’è anche il peso di questa differenza: quanto il City abbia dominato un grande avversario».