Sacchi: «Napoli-Juve, partita sulla carta squilibrata: Allegri e Sarri, due ideologie diverse»
Il commento di Arrigo Sacchi sulla Gazzetta dello Sport: «Azzurri cresciuti a dismisura: due anni fa l’unico top player era Higuain, ora molti gli si avvicinano».

L’articolo sulla Gazzetta
Una sfida tra due squadre differenti. La presenta così, Arrigo Sacchi: «Napoli e Juve danno un’interpretazione rivoluzionaria, i bianconeri sono grandi cultori della tradizione. Entrambi i club partono da situazioni economiche e storiche assai diverse: la Juve ha una grande storia, è una società modello, organizzatissima, con un fatturato quasi triplo rispetto al Napoli e con un monte ingaggi doppio». Da qui, i vantaggi bianconeri (sulla carta). Ovvero rosa imponente, personalità, gli acquisti di Pjanic e Higuain per indebolire le avversarie. «In un Paese che – spiega Sacchi -, in generale, pensa che i soldi siano l’unica cosa decisiva, diventa difficile credere che il Napoli possa farcela contro una tale potenza».
Ma c’è un però, e Sacchi lo scrive nel suo commento sulla Gazzetta dello Sport: «Il Napoli si esalta quando interpreta un calcio positivo, offensivo, creativo e coraggioso, che aumenta l’autostima. Così potrebbe colmare il divario di esperienza e qualità tecnica che avvantaggia i bianconeri. Con un gioco attendista, non ci sarebbe partita. li azzurri possono essere Davide contro Golia soltanto in una gara ricca di rischi controllati, di dominio, piena di emozioni e intensità».
Ideologie
A questo punto, entrano in gioco le convinzioni dei due tecnici: «Allegri e Sarri sono capistipite di due ideologie assai lontane. Max è un grande gestore tattico, un profondo conoscitore del proprio calcio, basato per lo più su concretezza e pragmatismo, in cui difesa e contropiede restano le armi migliori. Sarri non guida le stesse individualità dei bianconeri. Ma crede nel bel gioco come strumento necessario per migliorare i singoli e le possibilità di successo. Gli azzurri sono cresciuti a dismisura: due anni fa l’unico top player era Higuain, ora molti altri gli si avvicinano. Sarri è ossessionato e non vuole tradire le caratteristiche originarie del calcio nato come sport offensivo e collettivo».
L’ultima parte del pezzo è un invito. Anzi, un augurio: «Confidiamo in voi: offriteci uno spettacolo con emozioni indimenticabili, vinca chi lo meriterà di più. Ricordandoci che non ci si realizza soltanto con la vittoria, ma anche con il lavoro e l’impegno».