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Marotta: «L’acquisto di Higuain facilitato dalla cessione di Pogba»

L’intervista di Beppe Marotta a Il Giornale: «Siamo costruiti per vincere lo scudetto, non riuscirci sarebbe un fallimento».

Marotta: «L’acquisto di Higuain facilitato dalla cessione di Pogba»
Marotta

L’intervista a Il Giornale

Lunga chiacchierata di Beppe Marotta, ad della Juventus, al quotidiano Il Giornale. Si parla di tutto: di Juventus, calcio italiano, calciomercato. Di questa stagione, delle ultime, delle prossime. Dei successi bianconeri sotto la sua gestione: «Andrea Agnelli ha creato un modello vincente. Il core business è fare calcio. Ma devi avere alle spalle una squadra invisibile che ti supporti in tutto. Lui è stato lungimirante, con due principi: la competenza e la delega. E tutto alla Juve è volto alla vittoria».

L’acquisto di Higuain: «Per Gonzalo si è creata un’opportunità d’uscita dal Napoli in unmomento storico in cui noi abbiamo ritenuto di fare quel tipo di investimento. Ma non si può pensare
di farlo tutti gli anni». La domanda successiva riguarda la contemporaneità della cessione di Pogba: «Abbiamo preso Higuain dopo aver venduto Paul? Quel trasferimento l’abbiamo chiuso prima della definizione dell’operazione con lo United, che era comunque prevedibile e ovviamente ha facilitato l’affare del Pipita. In quel momento è avvenuta la mia realizzazione professionale».

Bonucci e la Juve che vende

«Premetto che l’allenatore non è la causa dell’addio di Leo. Eravamo preparati perché nelle discussioni che normalmente si fanno erano emerse delle insoddisfazioni del giocatore. Smontare e rimontare ogni anno per noi è una sfida. Ovviamente da una parte c’è sempre attenzione alle esigenze finanziarie, ma dall’altra si vuole ottenere il massimo dei risultati sportivi. È mancata solo la ciliegina, ma gli scudetti e due finali Champions in tre anni promuovono i mercati fatti».

La spina dorsale tutta italiana: «Sono convinto che se vuoi vincere in Italia lo zoccolo duro deve essere sempre costituito da italiani. Quando vanno sui campi di provincia, gli stranieri fanno fatica a capire che contro la Juventus ogni squadra esprime sempre il massimo. In Champions dipende da molti fattori. A Istanbul siamo stati eliminati perché ha nevicato. Ma negli ultimi anni ha vinto sempre quella che ritenevo la squadra più forte. Credo che questa sia la Juventus più equilibrata che abbiamo costruito».

La differenza col Napoli Allegri e il Var

«Ogni squadra ha un suo dna. La Juve è quel calzettone strappato che Boniperti aveva in ufficio».

Marotta sul tecnico: «La società viene prima di tutto. Nella classe dirigente considero anche l’allenatore, che deve essere coerente con la linea aziendale: allenatori che non lo sono, alla Juve non troverebbero spazio. Allegri si concilia alla perfezione con il nostro modello».

L’atteggiamento nei confronti del Var: vincere per zittire gli altri sui favoritismi arbitrali? Risponde Marotta: «Noi comunque abbiamo l’obbligo di vincere. Siamo costruiti per lo scudetto, non conquistarlo sarebbe una sconfitta. Non temiamo il Var, anzi può legittimare le nostre vittorie. Ad esempio noi abbiamo già tirato gli stessi rigori – tre – della scorsa stagione. Poi li abbiamo sbagliati…».

Martedì in Corte d’Appello

Marotta sull’udienza di dopodomani, in Corte d’Appello federale, per il processo sportivo relativo ai rapporti della Juventus con gli ultras e la criminalità organizzata: «Alla fine dell’indagine della magistratura ordinaria e dopo la sentenza di primo grado della giustizia sportiva, è emerso che nessun dirigente della Juve era colluso con la ’ndrangheta. Era una spada di Damocle che siamo riusciti a sconfiggere. Ma manca una legge sul bagarinaggio».

 

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