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Le ragioni di Sarri: il Manchester City fa poco turn over (tranne che in attacco)

La linea mediana titolare del Manchester City è sempre la stessa. La difesa è cambiata solo per l’infortunio di Mendy. Davanti, Guardiola varia di più.

Le ragioni di Sarri: il Manchester City fa poco turn over (tranne che in attacco)

Masturbazione italiana

Cominciamo dalla fine, stavolta. Ovvero dalla fine della conferenza stampa, dall’ultima (emblematica) frase di Sarri. Domanda sul turn over, questa è la risposta:

Il concetto di Sarri è chiaro. Se vuoi giocare a calcio in un certo modo, rispettando e assecondando l’automatismo di certi meccanismi, il turn over massiccio è un’ipotesi che non può funzionare. L’esempio è quello del Manchester City, che – secondo Sarri – è all’ottava partita con la stessa formazione.

Al netto del significato preciso di “stessa formazione”, Sarri ha più ragione che torto. E il torto riguarda solo l’attacco della squadra di Guardiola. Tra Premier e Champions League, la squadra di Guardiola ha giocato 12 partite (11 vittorie e un pareggio). Numero totale dei titolari alternati: 16, con Kompany, Mendy e Danilo che hanno giocato appena tre, cinque e tre partite dal primo minuto. Dal momento dell’infortunio del terzino francese ex Monaco (match interno con il Crystal Palace, 23 settembre), il City ha ruotato appena 14 calciatori (gli undici “titolari” più Aguero, Bernardo Silva e Delph), presentando per tre partite in fila la stessa formazione e inserendo l’argentino e il portoghese solo ieri contro il Burnley. Non siamo molto lontani dalle otto partite con la stessa formazione di cui ha parlato Sarri in conferenza stampa. Vediamo perché, reparto per reparto.

Difesa

Ederson intoccabile tra i pali. Poi, linea a tre nelle prime tre giornate di Premier con Kompany, Otamendi e Stones. Gli ultimi due sono diventati la nuova coppia centrale della difesa a quattro, sempre in campo insieme a partire dal 9 settembre scorso (Manchester City-Liverpool). Sugli esterni, alternanza dovuta ad infortuni: Mendy ha giocato cinque partite dall’inizio prima di riportare un infortunio molto grave. al suo posto Guardiola ha inserito Delph (cinque partite totali da titolare, proprio le ultime cinque in fila). Sulla destra, Walker ha giocato dal primo minuto in 12 partite su 12.

Centrocampo

Fernandinho-De Bruyne-Silva, il trio titolare che più titolare non si può: 12 partite su 12 giocate dal primo minuto. Una cerniera tattica e creativa praticamente inamovibile. Tanto che Bernardo Silva, teoricamente utilizzabile anche come mezzala, è stato schierato solo nel tridente d’attacco. Tanto che, e questa è il massimo, Yaya Touré e Ilkay Gundogan non hanno mai giocato dal primo minuto in Premier o Champions League.

Attacco

Cinque uomini a ruotare: Aguero e Gabriel Jesus come punte pure, Sané, Sterling e Bernardo Silva come esterni di fantasia. Per l’argentino e il brasiliano, 8 e 10 partite dall’inizio. Tra gli esterni, invece, Sané e Sterling sono i più utilizzati (7 e 6 partite dal 1′), mentre Bernardo Silva deve “accontentarsi” di 3 apparizioni da titolare.

Il Manchester City – la squadra migliore d’Europa in questo momento – attua una rotazione limitata negli uomini e nel numero di cambi (a parte che in attacco, però, in cui i cambi sono più frequenti). E non sembra accusare cali fisici, tantomeno di rendimento. Poi, come dire: ognuno ha il suo pensiero sul turn over, sulla qualità delle panchine e sulle dinamiche di spogliatoio. Ma questo è un altro discorso.

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