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Sarri ha chiarito tutto, non perché il Napoli si sveglia tardi

In più di due anni abbiamo imparato il Sarri pensiero e ieri le sue parole non hanno sorpreso. È mancata però una spiegazione. Senza dimenticare che fin qui il Napoli le ha vinte tutte

Sarri ha chiarito tutto, non perché il Napoli si sveglia tardi

Il silenzio stampa

L’importanza della parola. Sarri torna in conferenza – in Champions lo avrebbe fatto lo stesso, a prescindere dal silenzio stampa – e chiarisce un po’ di punti. A modo suo. Diretto. Innanzitutto conferma che il silenzio stampa non è stata una sua richiesta, ma un ordine del Calcio Napoli cui lui da dipendente si è adeguato. E qui francamente siamo quasi alla non notizia. Quasi nessuno avrebbe scommesso un euro sul contrario. Il Napoli è il club dei misteri ma molti dei quali sono di Pulcinella. Il teatrino o comunque le distanze tra De Laurentiis e Sarri sono note anche alle pietre. Ed è chiaro che col silenzio stampa la società ha inteso mettere la polvere sotto al tappeto. Polvere che ieri, almeno per quel che riguarda il silenzio stampa, Sarri ha provveduto a liberare.

La condizione atletica

Ha poi chiarito che il suo Napoli non è appannato dal punto di vista fisico. Corre come e più degli avversari, e lo dimostrano le partite visto che la squadra cresce sempre nei secondi tempi. Ed è vero. Ha corso meno del Bologna sull’andatura che possiamo definire da podista, ma ha scattato decisamente di più. I dati sono a disposizione sul sito della Lega Calcio.

Hamsik

Ha difeso in maniera ostentata Marek Hamsik. E anche qui non c’è granché notizia. Ha ripetuto un concetto che aveva già espresso. Sarri aveva già definito Hamsik insostituibile. Ieri ha alzato i toni, probabilmente ha voluto far arrivare il concetto alle orecchie dello stesso capitano e soprattutto del suo entourage. “Più è in difficoltà e più lo faccio giocare, perché lui poi mi darà il 101%”.

Raiola e il suo futuro

È stata una mezza novità la sua risposta alla domanda su Raiola. Di certo ha avuto una reazione decisamente più morbida rispetto al suo procuratore Alessandro Pellegrini. Anche su questo punto, a dispetto di coloro i quali non vogliono guardare in faccia la realtà, Sarri è stato chiarissimo già da qualche mese. Da quella conferenza in cui espresse il desiderio di voler arricchirsi e disse chiaramente che alla fine di questa stagione il suo contratto prevede una clausola rescissoria (di otto milioni, ndr). È molto probabile, per non dire altro, che questa sia l’ultima stagione di Sarri al Napoli. Lo capiscono anche i bambini che del resto sono più intelligenti di noi adulti. Sarri ha detto una ovvietà e cioè che Raiola fa supposizioni basate sulle sue conoscenze di mercato. E poiché Raiola qualcosina di mercato sa, è facile fare due più due.

La forza dello Shakhtar

Sarri ha poi fatto bene ad aprire gli occhi sulla partita di questa sera. E ha ragione da vendere quando parla di sottovalutazione dello Shakhtar e aggiunge che probabilmente è frutto di scarsa conoscenza. Parliamo di una squadra che ha partecipato alla Champions per dodici volte di fila con Lucescu in panchina. Che ha vinto nel 2009 l’ultima edizione della Coppa Uefa battendo il Werder Brema, che ha disputato la semifinale di Europa League un anno dopo quella persa dal Napoli di Benitez contro il Dnipro. Che ha vinto il campionato (quindi battendo la Dynamo Kiev) e che ha un allenatore quotato, in ascesa, cui piace giocare al calcio. È una partita tosta quella di stasera. Molto tosta.

La presunta mentalità vincente

Tornando al Napoli, Sarri ha messo a tacere i discorsi su cosa significhi avere una mentalità vincente, da grande squadra. “Non c’è poi tanta differenza tra avere un pizzico di culo e una mentalità vincente”. Se ne può discutere ma è il Sarri pensiero. Anche questo espresso più e più volte. Ha giustamente sottolineato che la differenza rispetto al passato è che il Napoli – in queste due partite in cui ha sofferto, contro Atalanta e Bologna – è riuscito ad avere una solidità difensiva che lo scorso anno non ha avuto. Pensiamo al salvataggio di Maggio contro l’Atalanta e alle parate di Reina a Bologna.

Perché il Napoli si sveglia tardi?

C’è soltanto un aspetto che Sarri non ha chiarito. Non c’è stato tempo. Pochissime le domande a disposizione. Quindi, visto che non è un problema fisico, visto che non è una scelta quelle di aspettare l’avversario per poi colpirlo, visto che esclude – perché lo ha escluso – che gli avversari abbiano capito qualcosa del gioco del Napoli che prima non avessero capito. Quindi, tutto ciò premesso, perché il Napoli non controlla più le partite dal primo minuto? C’è un calo mentale? C’è un fisiologico accomodarsi sulle convinzioni della propria forza? Molto dipende dal calo di Hamsik? Ha soltanto detto che se il Napoli dovesse continuare a cosi, a svegliarsi nei secondi tempi, prima o poi ci lascerà le penne.

Il silenzio stampa non c’è più, ci sarà stampa per porre queste domande e ascoltare le risposte. Ricordando che stiamo parlando di una squadra che ha fin qui vinto cinque partite su cinque. Avercene problemi così.

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