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Monchi: «Il mercato non è solo vendere e comprare, ma anche trattenere giocatori importanti»

Le parole di Monchi in una “intervista social” rilasciata ai tifosi: «Dobbiamo ritenerci fortunati ad aver a disposizione giocatori di altissimo livello».

Monchi: «Il mercato non è solo vendere e comprare, ma anche trattenere giocatori importanti»

#AskMonchi sul sito della Roma

#AskMonchi, ovvero il direttore sportivo della Roma risponde ai suoi tifosi. E fa un compendio veloce del suo modello, dell’attuale momento dei giallorossi, degli obiettivi della squadra e ovviamente del calciomercato. Dando qualche lezione che non va “rinchiusa” nella retorica romanista o della Capitale, ma va bene a tutto il calcio italiano. A cominciare proprio dal calciomercato, e dalle critiche piovute (per esempio a Napoli) sulla scelta di applicare strategie conservative. Le parole di Monchi: «Credo che il mercato non sia solamente comprare o vendere giocatori. C’è un “terzo” mercato che consiste nell’essere in grado di trattenere giocatori importanti che possano fungere da guida ai giocatori che arrivano e a quelli che sono già presenti in squadra. Nainggolan, Strootman e De Rossi sono un esempio. Era uno dei miei obiettivi quando ho iniziato a lavorare per la Roma e sono soddisfatto di essere riuscito a farli rimanere».

Le pressioni e gli acquisti “sprecati”

Una domanda di un tifoso sul fatto che la Roma avesse “sprecato” i soldi per Schick avendo già acquistato Defrel come prima punta, quindi come vice di Dzeko. La risposta di Monchi «Con tutto l’affetto e il rispetto che posso provare per questa persona, credo che il termine “sprecare” non sia appropriato. Credo che debba essere letto diversamente. Dobbiamo essere contenti di avere in squadra Defrel, Patrik ed Edin. Sono giocatori, soprattutto Patrik e Defrel, che possono ricoprire due ruoli diversi. Defrel, poi, è un giocatore che ci darà molto sotto diversi punti di vista. Quindi, tornando alla domanda, penso che non ci sia stato uno spreco di soldi e credo che dobbiamo ritenerci fortunati ad aver a disposizione giocatori di altissimo livello».

La pressione dell’ambiente romano: «La Roma è un grande club. Roma è una grande città dove tutto ha una risonanza maggiore e dove le ripercussioni sono sempre amplificate. Conseguentemente ci sono molte più pressioni. Non mi sono sorpreso di quello che ho visto quando sono arrivato qui. Quando ho deciso di venire alla Roma non pensavo di trovare un club dove sarebbe stato tutto tranquillo. Il calcio è pressione, è esigenza, così come lo è la Roma. E credo che sia una cosa positiva. Dobbiamo essere ambiziosi e sentire la pressione dei tifosi, dei mezzi di comunicazione. Questo ci deve spingere a essere migliori». L’atteggiamento giusto, le risposte giuste. Da prendere, e imparare quasi a memoria.

 

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