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30 gol in 26 partite, uno ogni 70 minuti: la vita da centravanti di Dries Mertens

Soltanto il periodo di apprendistato gli “rovina” la media, portandola ai livelli dell’Higuain del record. Nessuno in Europa segna quanto lui

30 gol in 26 partite, uno ogni 70 minuti: la vita da centravanti di Dries Mertens

La bestia affamata di gol

Bestia affamata di gol. Così ieri, nel post partita di Napoli-Benevento, Maurizio Sarri ha definito Dries Mertens. Il belga non ha concesso l’inutile rigore del 6-0 ad Hamsik, nonostante le grida di Sarri dalla panchina. Dell’egoismo del centravanti abbiamo scritto. Mertens ha abbrancato il pallone e lo ha calciato per realizzare la tripletta e portarselo a casa. Negli spogliatoi Sarri ha fatto dietrofront: «Ho sbagliato io, credevo che Hamsik fosse a un gol dal record di Maradona». Invece è a due. E chissà che questa frase non sia rivelatrice di un pensiero che attraversa la mente dell’allenatore e che cioè Marek sia condizionato da questo peso di essere a due gol dal superare il numero di gol di Maradona con la maglia del Napoli.

Mertens se n’è fregato e ha segnato. Ed è salito a quota cinque gol in campionato. Di lui ancora Sarri ha detto: «Come capacità realizzativa, Dries è al livello di Suarez e Lewandowski».

Il periodo di apprendistato

Effettivamente Mertens nella sua nuova vita da centravanti si trova benissimo. Si muove come se lo fosse sempre stato. Rapido e velenoso, con dei movimenti – lo dicemmo dai primi tentativi – che a volte ricordano Romario. Mertens con i mesi è diventato più sicuro di sé, ha imparato a sprecare meno energie. A scattare quando deve, e anche a non farlo quando sarebbe inutile. Segnali di maturità e di dimestichezza col nuovo ruolo. Anche l’egoismo è diventato un effetto collaterale, se ne rinvengono tracce in quasi tutte le partite dell’affamato Mertens.

Il belga, con il Napoli, ha numeri incredibili come centravanti. La sua nuova vita ufficialmente cominciò il 15 ottobre dello scorso anno, quando prese il postò di Gabbiadini in Napoli-Roma che finì 1-3. Giocò i suoi primi trentatré minuti da centravanti. Senza segnare. Poi fece l’uomo più avanzato anche a Crotone, dopo l’espulsione di Manolo. Non si fermò più, se non per squalifica. Ma anche Mertens, oggi non lo ricordiamo, pagò un prezzo iniziale per il cambio tattico. Nei primi 417 minuti giocati da centravanti, ha segnato soltanto un gol, contro l’Empoli su cross basso di Callejon. Un gol ogni 417 minuti nel rodaggio di Mertens da centravanti. È l’apprendistato che rovina la media a Dries.

Mertens è poi rinato centravanti a Cagliari, dopo che senza di lui il Napoli ha battuto l’Inter 3-0. Sarri lo ripropone al centro dell’attacco e il belga segna la prima tripletta in Serie A. Da quella partita, fino alla fine del campionato, Mertens ha segnato 25 gol in 22 partite giocate da centravanti, alla media di un gol ogni 72 minuti. Una media mostruosa. Che viene sporcata da quelle partite di rodaggio: il Mertens centravanti, quindi senza neppure i gol di Pescara, lo scorso anno ha segnato 26 gol alla media di una rete ogni 85 minuti. Parliamo soltanto di gare di Serie A.

La media di Higuain nell’anno del record

E se il riferimento scelto è la Serie A, non abbiamo potuto fare a meno di soddisfare la nostra curiosità. E cioè di andare a vedere a quale media gol/minuti ha viaggiato Gonzalo Higuain due anni fa quando ha battuto il record di Nordahl con i suoi 36 gol. Higuain ha segnato 36 gol in 2974 minuti di campionato, alla media di un gol ogni 82 minuti. Una media di poco più bassa di quella del Mertens centravanti con l’apprendistato. Ma decisamente più alta rispetto al Mertens centravanti consapevole e sicuro di sé.

È sbocciato a Cagliari

Cominciando a contare da Cagliari-Napoli e includendo i cinque gol segnati quest’anno in 299 minuti giocati in Serie A, Dries Mertens definitivamente centravanti ha una media di un gol ogni 71 minuti. Trenta gol in ventisei partite. Una media incredibile, se pensiamo non soltanto all’Higuain del record, ma anche a Suarez che lo scorso anno nella Liga ha segnato un gol ogni 98 minuti.

O allo stesso Messi che pure ha segnato 37 gol in 34 partite, alla media però di un gol “solo” ogni 76 minuti. Cavani ne ha segnato uno ogni 85 minuti lo scorso anno in Ligue1 con 35 reti in 36 partite. Oppure a Lewandowski che col Bayern in Bundesliga ha realizzato una rete ogni 92 minuti. Cristiano Ronaldo, che lo scorso anni ha segnato “poco” in Liga, appena 25 gol, si è fermato a un gol ogni cento minuti.

Nessuno in Europa ha una media come lui. Dzeko, capocanonniere del campionato, lo scorso anno ha segnato a una media di un gol ogni 105 minuti. Dybala delle prime quattro giornata ha una media mostrusa: un gol ogni 37 minuti, ma lo scorso anno in campionato lo juventino segnò appena 11 gol, uno ogni 195 minuti.

Il cannibale mignon, come lo ha definito Fabrizio d’Esposito, belga come l’altro cannibale – quello vero – che vinceva tutto in bicicletta e risponde al nome di Eddy Merckx. La bestia affamata di gol, come lo ha definito ieri Maurizio Sarri

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