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Mertens: ovvero il centravanti o è egoista, o non è

Dries ha l’egoismo del centravanti. E ha la rabbia di chi è arrivato tardi. E non vuole perdere tempo. Nemmeno su un rigore inutile

Mertens: ovvero il centravanti o è egoista, o non è

La disobbedienza di Dries

Siamo combattuti, non sappiamo se deplorare Mertens per non aver lasciato calciare il rigore del 6-0 ad Hamsik, oppure se scrivere un sano e fisiologico elogio dell’egoismo. Propendiamo per la seconda ipotesi. Certamente fa discutere (anche perché della partita c’è poco da dire) la scelta del piccolo centravanti belga che non ha ascoltato le grida di Sarri da bordo campo e non ha lasciato calciare ad Hamsik l’inutile rigore del 6-0. Anche se poi Sarri ha detto di essersi sbagliato, credeva che Hamsik fosse a un gol dal record di Maradona. In ogni caso Mertens si è portato il pallone sul dischetto. Ha calciato. Ha segnato. E ha esultato come se avesse vinto la Champions. Come fece nella prima amichevole estiva contro la Bassa Anaunia.

Mertens ha rabbia in corpo. Non capisce perché mai debba restare fuori. Né a Verona, né soprattutto contro lo Shakhtar in Champions. Rilasciò una dichiarazione sibillina anche dopo la sostituzione nella partita d’andata del play-off contro il Nizza. Entrò Milik e si divorò il terzo gol. Mertens dichiarò: «Capisco che debba giocare Milik, ma stavo bene e potevo segnare qualche gol in più».

Mertens ha l’egoismo del centravanti. E ha la rabbia di chi è arrivato tardi. E non vuole perdere tempo. Lo scorso anno è arrivato secondo nella classifica marcatori ed è partito quasi con un girone di ritardo.

Il record di Diego può attendere

Egoista, è egoista. Lo è stato in Ucraina quando avrebbe potuto appoggiare a Insigne libero sulla sinistra e invece si è incaponito nella giungla della difesa ucraina. E Lorenzo lo ha mandato a quel paese.

Oggi, nel primo tempo, si è ripetuta una scena simile. Con Dries che dal fondo avrebbe potuto mettere in mezzo, arretrato, proprio per Hamsik. Marek l’ha mandato a quel paese a modo suo. Alla slovacca. Con quel fare da ragazzo educato, anche troppo. Lo ha guardato e ha sbuffato. Così come sul rigore all’ultimo minuto, si è messo sul lato piccolo dell’area di rigore e ha persino abbozzato un sorriso mentre Mertens esultava in faccia al San Paolo. Il record di Maradona può attendere.

Il centravanti o è egoista, oppure non è. Poi ci sono gli equilibri di una squadra. Non sarà certo un rigore inutile a squilibrare il Napoli. Così come non sarebbe stato un rigore inutile a ridare morale Hamsik. Resta il gesto in sé. In questo periodo, è difficile parlare di altruismo a Mertens. Si sente un grande centravanti, e lo è, e vorrebbe essere trattato come vengono trattati i grandi centravanti. Mertens fa la parte di Mertens. Poi tocca a Sarri gestirlo e magari a qualche compagno farglielo capire. L’importante è che quello di Dries non diventi egoismo cronico. Ma fin quando segnerà a questi ritmi, nessuno se ne lamenterà.

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