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De Laurentiis: «Stiamo svendendo i diritti tv all’estero. Scudetto? Ho tanti corni, li carico dell’invidia altrui»

Ospite a Radio 24: «Il calcio è un’industria gestita da persone con mentalità vecchia. Gli italiani non sono reattivi. Un regalo a Mertens? Sarebbe una cafonata rispondere a un regalo con un regalo»

De Laurentiis: «Stiamo svendendo i diritti tv all’estero. Scudetto? Ho tanti corni, li carico dell’invidia altrui»
Aurelio De Laurentiis (foto Ciambelli)

“24 Mattino”

Aurelio De Laurentiis ospite a Radio 24 della trasmissione “24 Mattino” condotta da Luca Telese. Il presidente del Napoli, in collegamento da Los Angeles, ha parlato a lungo di un argomento a lui caro: il sistema calcio in Italia e i diritti tv.

Ha raccontato che di solito si alza alle 5.45 («È normale a una certa età dormire quattro-cinque ore per notte, è fisiologico. Adesso qui è sera. Un tempo, Los Angeles era la Mecca della cinematografia mondiale, adesso lo è della televisione con le serie tv che hanno preso il posto dei film».

“Mi preoccupano gli italiani”

«L’Italia mi preoccupa da anni – ha detto -. Mi preoccupano soprattutto gli italiani perché non hanno grossa capacità reattiva, di decidere. Quando vedo che diserta le urne il 50% il 60% dell’elettorato, dico che è grave, molto grave. Combatto da anni con i miei figli, appartengono a una generazione disaffezionata alla classe politica. Glielo dico sempre: dovete essere affezionati al vostro Paese. È vostro, non dei politici. Fino a che voi siete fessi, loro balleranno sempre la tarantella.

Il calcio italiano in crisi? In crisi sono gli uomini che conducono non si sa per quale motivo le danze di un calcio, quello di Serie A, che è un’industria. E invece loro lo conducono ancora con quella mentalità di venti trent’anni fa che non paga più.

Nel 1986 le squadre di serie A erano sedici. Se oggi fossero sedici con una sola retrocessione, sarebbero tutti più felici e competitivi.

Infront e i diritti tv per l’estero

Non è affatto vero che Infront porta una barca di soldi. Luigi De Siervo (ad di Infront) dice bugie che vanno bene alle piccole società di calcio, ma non vanno bene a quelle che vogliono un calcio competitivo, e per fare un calcio competitivo ci vogliono grossi calciatori.

Nell’ultimo mercato sono stati spesi centinaia di milioni per signori calciatori e tutto quanto è cambiato. Prima spendere 40-50-60 per un calciatore sembrava chissà che.

Il calcio italiano è molto indietro, gli spagnoli hanno un amministratore delegato che la vede lunga. In tre anni ha risanato il calcio spagnolo. Loro dai diritti tv per l’estero prendono 700 milioni, non si capisce perché noi ci dobbiamo accontentare di 3-400 milioni.

Se De Siervo non è capace di guidare una Ferrari e vuole dimostrare che ha una Fiat, ha sbagliato casa. Lui può accontentare i piccoli club che hanno paura di non arrivare a fine mese.

Per pagare il finanziario delle piccole squadre, dobbiamo rinunciare all’economico. E quindi ci dobbiamo accontentare.

Bogarelli era un illuminato, De Siervo un semplice advisor

Oggi noi andiamo a vendere i diritti tv che potrò utilizzare tra un anno e per i successivi tre anni. Quindi ad oggi vado ad abdicare per quattro anni. È una follia. Che ne sappiamo che succede tra due anni, con Amazon e i grandi player che si stanno ristrutturando? Vendere oggi in quel modo è da stupidi, da ottusi, da folli, da mentecatti.

Perché dopo Bogarelli, che era un illuminato, devo avere un De Siervo che viene da una Rai che non mi sembra che facesse del calcio vendite pazzesche. Con tutto il rispetto che posso avere per De Siervo, gli ho sempre detto: sei un semplice advisor, ti mettiamo vicino qualcuno dei nostri che scegliamo e vai a fare le trattative. Ma non puoi andare a condurre trattative al di sotto del calcio spagnolo. Loro hanno Atletico Madrid, Real, Barcellona, grandissime squadre. Ma noi abbiamo Juventus, Inter, Roma, Milan, Napoli, Lazio, Fiorentina.

Tavecchio legato alla poltrona

Abbiamo in campionato squadre che giocano con giocatori della serie B e perdono 6-0. Tavecchio, poiché deve conservare la sua poltrona, continua a dire: “siete voi della serie A che dovete imporvi”. E no! E allora tu che ci stai a fare? Sediamoci attorno a un tavolo, anche con la Uefa e discutiamo di come rimodulare e modellare il calcio affinché accontenti tutti.

In Italia vogliono vedere i soldi subito. Siamo schiavi di quel paravento di Silva (ex distributore all’estero dei diritti tv, ndr) che ci ha imbrogliato per quindici anni, dandoci noccioline e non facendoci sviluppare il calcio all’estero. Sento parlare di Suning, ma lui non può intervenire, ha l’Inter. Allora che fanno, il gioco al ribasso? E non va bene.

Oggi alla riunione parteciperò attraverso miei rappresentanti, ma De Siervo è cocciuto. Gli dissi di non presentare il bando per l’Italia, che non c’erano le condizioni. Mi diede del visionario, poi ho avuto ragione. Si fanno molte chiacchiere da bar, ma il calcio è un’industria.

Il gol di Mertens

Non  me l’aspettavo, ho visto che si girava, e poi la palla entrare nell’angolo della porta, sono rimasto basito, incantato, una sensazione che ho gustato olfattivamente per qualche minuto, mi portavano un caffè fatto con la moka con una miscela particolare di Torre Annunziata. Ho bevuto tanto caffè che mi sono venute le palpitazioni. È stato un gol meraviglioso. Un regalo a Mertens? Già lui ci ha fatto un regalo, sembrerebbe una cafonata rispondere a regalo con regalo (e ride).

In casa ho una teca di corni. La invito (al conduttore Telese) per un caffè. Mi piace caricare i corni dell’invidia altrui.

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