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Crosetti: «La leggerezza feroce del Napoli, con la Juve è la coppia dei campioni»

L’editoriale su Repubblica: «Il Napoli aveva la serata più difficile, perché la Lazio è una realtà acquisita. I sobbalzi del cuore sono tutti azzurri».

Crosetti: «La leggerezza feroce del Napoli, con la Juve è la coppia dei campioni»
Jorginho e Mertens con Koulibaly a Roma contro la Lazio

L’editoriale su Repubblica

Sfida scudetto, anzi duello scudetto. Juventus-Napoli, Napoli-Juventus, ma Maurizio Crosetti di Repubblica premia gli azzurri. Almeno a parole. Leggiamo: «Gli occhi sono pieni di Napoli, e non è il solito dibattito accademico sulla bellezza. Questa squadra quasi perfetta lascia segni ovunque, disegna tre gol in cinque minuti contro la Lazio da posizione di svantaggio, libera una leggerezza feroce, una velocità che è già un classico: tutti la aspettano, tutti la guardano, quasi tutti la subiscono. E se la classifica dice che la trama più attesa si sviluppa sin dalle prime pagine del campionato, Napoli e Juve per ora la scrivono in modo diversissimo: il Napoli è poesia, la Juve prosa non sempre sciolta, anzi è un po’ un mattone, di quelli che se provi a leggerli prima di dormire è abbiocco garantito».

E ancora: «Mentre il Napoli passeggia su una Lazio vera, bella ma sfortunatissima (si rompono i due centrali Bastos e De Vrij , poi anche la riserva Basta: basta?), la Juventus chiude soffrendo in undici contro dieci e Allegri scappa furente nello spogliatoio, dopo aver visto cose che voi umani. Poi, per carità, la squadra campione d’Italia resta la Corazzata Potëmkin del campionato (senza la chiosa di Fantozzi, almeno per il momento), rulla gli avversari (ma che povertà la difesa della Fiorentina), avvia il primo allungo della stagione però le palpitazioni e i sobbalzi del cuore sono tutti per il Napoli. Non una sorpresa, anzi il prodotto della logica: se giochi in quel modo, con la bellezza incorporata e memorizzata e mai fine a se stessa, alla fine (e pure all’inizio) vinci. Anche lo scudetto? E perché no?».

Mertens

L’analisi della serata: «Il Napoli aveva la serata più difficile, perché la Lazio è una realtà acquisita e ha tutto per stare lì fuorché la fortuna. Il gol di Mertens è stato una meraviglia, e sì, ha ricordato Lui, la divinità antica col numero 10 che non bisogna neppure nominare. Anche Diego segnò una rete simile una volta, ancora più bella (per forza, era Dio) ma simile».

Sulla squadra di Allegri: «La Juve se l’è cavata con Mandzukic il corazziere, per una volta non ha visto nessun gol di Dybala e, al solito, nessuno neppure di Higuain, ormai una specie di arredo urbano dell’area. Lasciando fuori Buffon (fa un certo effetto), Pjanic e Alex Sandro ha gestito e un po’ patito una rotazione necessaria in vista del derby contro il Toro, protagonista a Udine di una partita stupenda, all’inglese, che lancia i granata al quinto posto e domanda loro un campionato di spessore e verità: pensiamo possano riuscirci, in teoria non manca niente e là davanti c’è il miglior attaccante italiano, metà gallo, metà tigre. La pessima frenata dell’Inter ha dunque offerto spazio a Juve e Napoli, la coppia dei campioni».

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