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Wall Street Journal: «Perché i napoletani santificano Maradona?»

«Maradona ha ammesso di aver avuto comportamenti antisportivi e di aver fatto uso di stupefacenti. Eppure Napoli lo venera ancora, dopo trent’anni».

Wall Street Journal: «Perché i napoletani santificano Maradona?»

Un articolo storico e sociale

«Napoli venera i santi», scrive il Wall Street Journal. E Maradona, aggiunge dopo. «Un calciatore e un uomo in cui il passato è controverso». Il problema, per la prestigiosa testata newyorchese, è proprio la storia umana di Maradona. La venerazione dei napoletani, in qualche modo, non sarebbe giustificata da certi fatti avvenuti nella sua vita.

Nel pezzo ci sono alcune testimonianze, i tifosi lo definiscono «D10s», come siamo abituati a leggere, o «simile a San Gennaro». E poi c’è l’attacco del WSJ: «Parliamo di un calciatore squalificato per uso di cocaina, e che nella sua autobiografia ha confessato episodi di poca sportività come la Mano de Dios e ha ammesso di aver fatto uso di stupefacenti». Come se gran parte degli idoli di altre discipline, si pensi solo alle rockstar, fossero un esempio irreprensibile di vita. Non è così.

La percezione di Maradona

Il resto del pezzo è dedicato all’eredità emotiva lasciata da Diego in una città che ha abbandonato nel 1991. Gli adolescenti di oggi che parlano di lui, l’importanza viva e riconosciuta ancora oggi.

C’è anche qualche “dubbioso”, definito anche “Agnostic”. Letteralmente agnostico, in italiano, ed è davvero uno splendido utilizzo di termini che non c’entrano col calcio. Ci sono i venditori di magliette che spiegano che sia proprio Maradona, ancora oggi, il più richiesto. Napoli continua a essere descritta così, si parte da Maradona e si arriva a Maradona. Anche se il Wall Street Journal sembra non crederci, e non volersene fare una ragione.

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