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Il Napoli ha una rosa ampia e competitiva, non c’è bisogno dei titolarissimi

Sarri smentisce il mito delle partenze lente con quattro vittorie consecutive, ma evidenzia un vecchio limite. Due versioni per il caso Reina

Il Napoli ha una rosa ampia e competitiva, non c’è bisogno dei titolarissimi
Il Napoli festeggia a Nizza (Matteo Ciambelli

Altro che partenza lenta

La seconda settimana della stagione 2017/18 ci ha regalato un Napoli protagonista in Champions League e in campionato. Sarri, che pure passava per uno dalle partenze lente, ha smentito se stesso ed ha spazzato via i fantasmi dei preliminari passati, conducendo il Napoli alla vittoria netta e rotonda a Nizza e centrando la seconda vittoria consecutiva in campionato.

Nelle prime 4 partite ufficiali il Napoli ha segnato 10 gol subendone solo 2 e ha mandato in rete 8 giocatori diversi. Non è il circo che tanto aborrisce Allegri, ma è una squadra che, nonostante la condizione atletica giocoforza approssimativa, a tratti impressiona.

Se a Nizza si può dire che il Napoli ha passeggiato, in casa contro l’Atalanta è venuto fuori qualcuno dei problemi che l’anno scorso ha fatto perdere punti preziosi agli azzurri. Il gol preso su palla da fermo, tanto per cominciare. I bergamaschi avevano già messo in difficoltà la Roma, pur uscendo sconfitti. Si sono ripetuti contro il Napoli, arrendendosi solo nel secondo tempo e solo ad una magia di Zielinski che da fuori area ha scagliato un pallone violentissimo, lì dove il portiere non poteva arrivare. Raggiunto il pareggio, Sarri aggiusta con i cambi una formazione sbagliata e il Napoli vince in rimonta, con il secondo gol di Mertens su assist geniale di Insigne ed il terzo di Rog su assist no look di Mertens.

Il primo tempo da dimenticare

Il risultato finale, però, non deve far dimenticare il primo tempo, quando l’Atalanta ha dominato la gara, sfiorando il raddoppio in due occasioni e, soprattutto, ha letteralmente imbrigliato gli uomini di Sarri. Jorginho ha dimostrato di soffrire fisicamente e mentalmente la marcatura a uomo, mentre Hamsik era talmente fuori forma che per neutralizzarlo non c’è stato bisogno di particolari accorgimenti. Nel secondo tempo Allan, Diawara e Rog hanno dimostrato di avere tutt’altra sostanza, riuscendo finalmente a vincere i duelli fisici a centrocampo. Gasperini ha aiutato gli azzurri, sostituendo Petagna che finché è rimasto in campo aveva fatto reparto da solo.

La vittoria meno frizzante e spumeggiante del solito ha avuto un sapore inaspettatamente piacevole per giocatori e tifosi. L’anno scorso il Napoli ha perso più di una partita simile a questa, la vittoria potrebbe rappresentare una svolta sul piano della concretezza, aspettando che il bel gioco torni insieme alla condizione atletica.

Le pecche difensive

Qualche domanda, ad ogni modo, ce la vogliamo porre lo stesso. Se, ad esempio, non sia il caso di intervenire in maniera più incisiva sulle pecche difensive. Sui corner e la marcatura a zona Sarri ha detto più volte che è una scelta forzata, dovuta alla mancanza di centimetri. La stessa risposta, però, non vale per i paurosi arretramenti che i due centrali mettono in scena quando vengono puntati. È accaduto due volte con il Nizza e due con l’Atalanta che l’attaccante avversario abbia percorso indisturbato 30 metri e sia arrivato al tiro mentre tutta la difesa correva verso la propria porta.

Lo spettro dei titolarissimi

Qualche dubbio ci sorge anche sul modo in cui Sarri (non) fa ruotare gli uomini. La sensazione è che, potendo, il mister farebbe giocare sempre gli stessi 11. L’unico dubbio reale sulla sua formazione ideale è quello dell’interno di destra, tra Allan e Zielinski. Gli altri sembrano intoccabili, almeno in partenza. A lungo andare, come abbiamo avuto modo di imparare sulla nostra pelle nell’era Mazzarri, quella dei titolarissimi è una scelta logorante: fisicamente per chi gioca sempre e mentalmente per chi sa di avere a disposizione pochi minuti a gara.
Personalmente considero Zielinski, Diawara e Milik titolari a tutti gli effetti, mentre Rog, Maksimovic, Rui e Chiriches hanno bisogno proprio di qualche possibilità in più per diventarlo. Sarri non ha mai avuto a disposizione, in vita sua, una tale abbondanza. Poter contare su 18 uomini che si sentono importanti allo stesso modo può aumentare in maniera devastante il potenziale del Napoli. Bisogna, però, riuscire a sfruttarlo, anche avendo il coraggio di mandare in panchina, per esempio, il capitano che è sceso in campo contro l’Atalanta.

Due parole sul caso Reina

Esistono due versioni della vicenda.

Versione 1
: Reina ha un altro anno di contratto con il Napoli, il quale, considerata l’età dello spagnolo e qualche perplessità sul rendimento dello scorso anno, ha deciso di portarlo a scadenza. Sarri, come sappiamo, ha chiesto la riconferma in blocco dei protagonisti della scorsa stagione, motivo per cui non è stato preso un altro portiere. Ovviamente a Reina avrebbe fatto piacere avere un contratto più lungo. A pochi giorni dalla fine del calciomercato, una voce, proveniente dall’Italia, parla di un interessamento del PSG per Reina. Non si sa se l’offerta sia esistita o no, fatto sta che, non esistendo una clausola rescissoria, la parola spettava al Napoli, che ha deciso di non vendere. Fine.

Versione 2
: Maggio 2017, Napoli, vicolo Scassacocchi. In un basso si celebra la fine della stagione.
Il Guappone ha, come si dice a Napoli, spostato con la bocca. Ha offeso a Don Peppino, il quale ha reagito, rivolgendosi ai compagni di squadra, dicendo: “Ma voi avete sentito, avete sentito??? Mantenitem’!!!“, mentre con le mani strattonava chi gli stava vicino. Don Peppino alla fine si è calmato ed è andato via – Ma non finisce qui! – lo hanno sentito urlare mentre lasciava la sala e prima di lanciarsi in forbite discussioni sull’eleganza.
– “Me ne vado o rimango, Concè, tu che dici?“, chiede Don Peppino alla moglie durante tutta l’estate.
– “Poi ce pensamm’ Peppì, mo pensa all’allenamento“, risponde ogni volta donna Concetta, saggia e paziente.
Intanto i giorni passano, la fine del calciomercato si avvicina, Don Peppino sta sempre qua e l’onta non è stata lavata.
– “Come faccio, Concè, con che faccia mi presento e faccio finta di niente? A quello scostumato una lezione bisogna darla!
– “Peppì, mi è venuta un’idea! Ci sta l’ex fidanzato di Filomena, la signora di sotto… la cassiera, che è andato a lavorare a Parigi, dice che dove sta lui ci stanno gli sceicchi e che quelli hanno un sacco di soldi. Mo gli chiedo se può chiedere allo sceicco se ti piglia a lavorare pure a te, che dici?
– “Concè, ma io sono anziano, gli sceicchi che ci fanno con me?
– “Peppì, ma mica ci devi andare veramente! Facciamo finta! Diciamo che lo sceicco ti vuole, che ti ha fatto un’offerta che non puoi rifiutare. Poi tu fai vedere che ci pensi, fai vedere pure un poco che piangi, quelli ti pregano di restare e tu accetti. Così la faccia la salvi, ci stiamo un altro anno qua che a me, lo sai, come si mangia da Nennella mi piace assai, e poi vediamo. Che dici Peppì?
– “Concè, tu sei un genio, sei la regina della casa! Peccato solo che il caffè non è cosa tua!
Quale sarà la verità?
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