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Mbappé e Démbélé ci spiegano il mercato dei teenager a prezzi clamorosi

Il modello del calciomercato europeo, anche quello dei grandi club, è sempre più orientato al talento giovane: per crescere sul campo, e nei bilanci.

Mbappé e Démbélé ci spiegano il mercato dei teenager a prezzi clamorosi

L’articolo del Corsera

Oggi, a Rennes, hanno organizzato una vera e propria veglia. Il club bretone, lo scorso anno, ha ceduto Démbélé al Borussia Dortmund per 15 milioni di euro. Riservandosi, però, il diritto di incassare il 25% dalla rivendita del fantasista francese. Che, dopo una sola stagione (buonissima, ma non clamorosa, 10 gol in 49 partita coi gialloneri), finirà al Barcellona. Per 150 milioni di euro. La veglia, anche di giorno, è più che giustificata.

Nel frattempo, Kylian Mbappé aspetta di potersi trasferire al Psg. Lo aspetta Neymar, il calciatore più costoso della storia. Non è male immaginare il tridente Neymar-Mbappé-Cavani, in realtà ci sarebbero anche Draxler e Di Maria. Come dire: l’ingordigia assoluta di talento. Sì, ma è bene capire anche che siamo di fronte a un calciomercato giovane, orientato al pagamento di cifre altissime anche per calciatori con un pedigree basico, ma solo per via dell’età. Ne scrive anche il Corriere della Sera, oggi: «Il primo avrebbe l’età per ottenere la patente, il secondo non potrebbe votare per il Senato. 38 anni in due e una valutazione
complessiva da 330 milioni. Kylian Mbappé e Ousmane Démbélé sono i rich kids del pallone europeo, capaci di muovere una montagna di quattrini e cambiare gli equilibri tecnici delle big del continente».

Siamo noi ad essere indietro

Vero, tutto vero. E inevitabile. L’anno scorso, le prime avvisaglie: il trasferimento più costoso di sempre per un fresco 23enne, Paul Pogba, infranto il muro dei 100 milioni. Quest’anno, giù col muro dei 200. Raiola ci ha avvertito: «Sarà la normalità». Dobbiamo rassegnarci, anche se noi in Italia siamo rimasti pericolosamente indietro. Non si tratta più neanche di una questione puramente economica, è che l’idea non ci sfiora per niente.

Basti pensare al caso-Higuain: il trasferimento più costoso nella storia del calcio italiano per un 28enne che andava per i 29, che quest’anno ne compirà 30. È il nostro modus operandi, c’è poco da fare. In Serie A, l’operazione più costosa della storia per un calciatore sotto i 25 anni è stata completata quest’estate, dalla Juventus, con Bernardeschi. Che di anni ne ha 24 (da compiere). Ovvero, cinque in più di Mbappé. Poi ci sono André Silva e Milik, 21enne e 22enne da 38 e 32 milioni. In mezzo Kondogbia, 22enne pagato 36 milioni dall’Inter nell’estate 2015.

Non è la nostra cultura, ed è anche per questo che siamo rimasti indietro. Douglas Costa, l’operazione più costosa dell’anno per cifra investita (tra prestito e riscatto), compirà 27 anni. È stato acquistato dal Bayern quando ne aveva 24, questa è una politica che conviene: il calciatore non è pienamente esploso, è fortissimo e può essere rivenduto perché nel frattempo si è deciso di puntare su altri. Più giovani, più forti. Anche al Bayern, anche al Barcellona. Uno dei redattori napolisti, Alfonso Fasano, ha scritto su Rivista Undici della nuova politica di mercato del Real Madrid. Stessi parametri, stesse idee di riferimento. Si lavora e si ragiona sui giovani. Anzi, sui teenager.

Investimento

Il Napoli ha provato a dare una sterzata a questo immobilismo, nella scorsa estate. Anche la Juventus, al di là dei colpi più onerosi su calciatori navigati, ha effettivamente “imbroccato” Dybala proprio così, acquistandolo giovanissimo (non come Démbélé o Mbappé, però) dal Palermo. Per loro, oggi, vale molto di più Paulo che Higuain. Così come a suo tempo è valso molto di più Pogba piuttosto che Tevez.

Ecco, allora. Ragioniamo su questo. Su come funziona il calcio, oggi. Démbélé va a sostituire Neymar con un totale di 10 partite di Champions League nella sua carriera. 150 milioni per un calciatore senza esperienza, senza fisicità (178 cm x 67 kg), ma è forte ed è un investimento. Sarà giusto o sbagliato, questa è una verifica. Ma la policy di riferimento è chiara. Ed è lontana dagli standard italiani, da quello che ci raccontiamo tutti gli anni e tutti i giorni. Siamo noi ad essere sbagliati, se crediamo che per vincere servano i calciatori con esperienza. Servono i calciatori forti. Ce lo dice il mercato, ce lo dice l’albo d’oro della Champions. Che è di Ronaldo ma anche di Asensio, che è stato di Messi ma anche di Neymar, che nel 2015 aveva 23 anni ed era già una star planetaria. Facendo un certo mercato, progredisci in campo e nel bilancio. Basta andare a Rennes, per magiori informazioni.

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