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Come fa il Milan a spendere tanto?

È il Fondo Elliott che controlla tutto e che riceverebbe il Milan in pegno in caso di mancata restituzione del prestito dei cinesi. E rivenderebbe un Milan pieno di campioni

Come fa il Milan a spendere tanto?

221 milioni spesi fin qui

È la domanda più ricorrente di questi giorni, soprattutto dopo il doppio colpo Bonucci-Biglia, il rinnovo faraonico di Donnarumma e l’intenzione di acquistare un attaccante di peso. Come fa il Milan a spendere tutti questi soldi? Sembrava misteriosa la proprietà del Milan, mesi e mesi per chiudere una trattativa con Berlusconi che non sembrava mai cominciata. Dovevano essere i cinesi sbagliati, quelli rossoneri. I giusti, il gruppo Suning, erano andati all’Inter. E invece.

L’obiettivo è un passivo di 150 milioni

E invece, tanto per cominciare come scrive il Corriere della Sera, «l’A.C. Milan non è pesantemente indebitata. Dal fondo Elliott (che controlla da vicino) ha ricevuto 123 milioni (il tasso è del 7,7%) su un fatturato di 200 (c’è chi sta peggio); 73 li ha rifinanziati con le banche, 50 sono stati emessi attraverso un bond quotato alla Borsa di Vienna e destinato proprio al mercato estivo (…) Alla fine, tra acquisti e cessioni, il saldo netto sarà di 150 milioni, che però non vengono pagati tutti subito. Nel 2018-2019 il Milan ne dovrà pagare altri 50 e altri 50 nel 2019-2020».

Gli introiti della Champions

Come farà a pagarli? Eccoci all’altra domanda fondamentale. Qui il Milan ha giocato d’azzardo. Punta all’ingresso in Champions che vale 50 milioni l’anno e poi punta ad aumentare i ricavi. Per la liquidità, ci ha pensato l’azionista che “ha già concesso un aumento di capitale di 60 milioni più (in caso di necessità) altri 60. La prima tranche di 22 è stata già versata”. E se mister Li non dovesse reggere, conclude il quotidiano di via Solferino, “subentrerà il fondo Elliott che poi rivenderà ad altri una società dotata però di assett (leggi giocatori) importanti”.

Repubblica aggiunge che il Milan – fatta eccezioni per Kucka e Lapadula – “non ha ancora aperto il capitolo cessioni e che l’obiettivo del saldo negativo di 150 milioni (finora il Milan ne ha spesi 221) può essere raggiunto con le partenze di Bacca, Niang, De Sciglio e Paletta potrebbero regalare circa 60 milioni”.

Il Fondo Elliott ha le idee chiare

Repubblica chiarisce anche che “il Cda deve approvare ogni operazione” e che il Fondo Elliott “fa particolare affidamento sulla componente italiana del consiglio: Fassone, Scaroni, Patuano e Cappelli (i poteri dei cinesi sono ridotti). Questi manager non autorizzerebbero mosse avventate: in quest’ottica ogni spesa rilevante viene approvata solo se sostenibile”.

Per il fondo Elliott questo calciomercato del Milan è un investimento. Se Li non dovesse restituire il prestito, il gruppo finanziario guidato da Paul Singer “potrebbe ricevere il Milan in pegno”. E, conclude Repubblica, “meglio ereditare una squadra formata da calciatori emergenti e competitivi: garanzia di un patrimonio in grado di allettare futuri compratori. L’orizzonte si sposterebbe verso gruppi presenti sulle Borse di Londra o New York, dove Elliott è abituata a muoversi. E a quel punto, tra il Toro e l’Orso di Wall Street, potrebbe fare comodo anche il Gallo Belotti”.

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