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Panico: «Sarri è un perfetto direttore d’orchestra e Insigne è obbediente quindi è bravo»

Parla il docente di storia contemporanea, autore de “La storia sociale del calcio”: «Il football è identità, ma non c’è correlazione con il governo di una città»

Panico: «Sarri è un perfetto direttore d’orchestra e Insigne è obbediente quindi è bravo»

Calcio e contesto sociale

L’intervista con Guido Panico, docente di storia contemporanea all’università di Salerno e autore del libro “Storia sociale del calcio in Italia” (con Antonio Papa), si apre con una considerazione semplice: «Non c’è nessuna correlazione reale o comunque stabilita tra il calcio e il contesto sociale. Ci sono città amministrate benissimo che non esprimono grandi club. Al contrario, Napoli ha una grande squadra nonostante la città sia in sofferenza». Spesso, però, il racconto di Napoli fa sì che le due cose si confondano. Forse impropriamente.

Guido Panico separa le cose, le pone su piani diversi. Anzi, depotenzia il calcio come specchio riflesso della società facendone più una questione di identità: «I problemi di una città non impediscono alle persone di gioire o stare male per delle sciocchezze. Dopotutto, la vita è fatta di sciocchezze. Io credo che Napoli si senta rappresentata dal Napoli come espressione profondamente locale. L’espressione di questa vicinanza si esprime soprattutto per contrasto: le fesserie che sentiamo in ogni stadio contro i napoletani finiscono per contribuire alla costruzione della loro identità. Paradossalmente, l’insulto rafforza l’insultato. Da questo punto di vista, il Napoli riesce a convogliare la sua forza identificativa».

Guido Panico

Sarri e Insigne

Gli altri punti fondamentali della chiacchierata con Guido Panico riguardano il tecnico del Napoli e il leader tecnico del gruppo azzurro. Oggi più che mai, dopo la splendida serata di Udine con l’Italia, la definizione di leader tecnico non pare azzardata. Insigne, insieme ad Hamsik, rappresenta al meglio il modo di giocare del Napoli.

Uno stile che Guido Panico, in un recente convegno incentrato sulla figura di Maradona, aveva definito «geometria cartesiana». Gli abbiamo chiesto di spiegare meglio, in maniera più profonda, questo concetto: «Ho scelto questi termini anche per rispondere a chi aveva parlato di circo in riferimento all’estetica del Napoli. Nulla di più sbagliato: il circo è destrezza, il Napoli ha un’organizzazione razionale. La squadra di Sarri pratica schemi fissi, ripetuti, attsacca lo spazio invece di ricercare il pallone, crea triangoli di calciatori da cui sgorga il gioco. A vederlo in campo, questo calcio è come la geometria cartesiana, appunto. In questo modo, si mettono a frutto le enormi capacità dei calciatori».

Parlare di “enormi capacità dei calciatori” è un assist per una fotografia di Lorenzo Insigne, uomo del momento: «Insigne è il miglior rappresentante possibile di Frattamaggiore, intesa come provincia napoletana. È un calciatore intelligente, vede il gioco in maniera chiara. E poi ha caratteristiche di obbedienza, fondamentali quando hai un gestore come Sarri. Il tecnico è un vero e proprio direttore d’orchestra, prepara e fa eseguire lo spartito. Gli orchestrali più bravi sono quelli che seguono la sinfonia e poi fanno il loro acuto. Ecco, Insigne si può raccontare così, in relazione al rapporto col suo tecnico. E con il gioco che riesce a proporre».

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