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Il tempo strano di Marko Rog, l’uomo inatteso dei grandi eventi

Rog ha giocato (e bene) contro grandi squadre. Ora potrebbe avere la possibilità di dimostrare le sue doti. Magari contro il Cagliari, avversario “diverso”.

Il tempo strano di Marko Rog, l’uomo inatteso dei grandi eventi

Poche ma buone

Marko Rog, quest’anno, ha giocato quattro partite da titolare. Gli avversari: Spezia, Juventus (Coppa Italia), Roma, Crotone. È subentrato in altre 11 occasioni: Inter (x2), Benfica, Cagliari, Milan, Bologna, Genoa, Real Madrid, Juventus, Lazio, Udinese. Insomma: tutte le volte che il Napoli ha affrontato grandi avversarie, Sarri ha tenuto in piena considerazione Rog. Anzi, l’ha addirittura lanciato per la prima volta vera dall’inizio (lo Spezia in Coppa Italia non ha peso in questa scansione temporale) a Torino contro la Juventus. In un match decisivo, ad eliminazione diretta. Il tecnico toscano come il centrocampista croato quando gioca: senza paura dell’avversario.

Ci sarebbe tanto da dire sull’utilizzo ritardato di Rog. Una trama con tante sottotracce: adattamento, fiducia, turn over, necessità rispetto al contesto tattico. Ora è tardi, anche perché l’inserimento pare essere avvenuto: Rog non gioca titolare da Napoli-Crotone, ma nelle successiva sei partite è entrato in campo quattro volte. Per uno che non ama particolarmente le rotazioni come Sarri, è un attestato di considerazione. In vista di Napoli-Cagliari, si parla di lui per sostituire Hamsik. Marek Hamsik, sì. Il capitano e «fuoriclasse» (Sarri docet) del Napoli sostituito dal giovane croato dall’utilizzo intermittente. È una possibilità concreta.

L’uomo del futuro

Negli ultimi tempi, è stato lo stesso tecnico a spiegare i motivi della sua preferenza per il centrocampo “classico”,  Allan-Jorginho-Hamsik. Questione di condizione fisica, nel senso che i tre ragazzetti sembravano ognuno in un diverso momento di difficoltà. Poi, a Milano, ecco l’improvvisa riconversione di Sarri: dall’inizio il centrocampo del Bernabeu, poi Rog e Allan. Prima Rog, però. Al posto di Zielinski ma in realtà di Hamsik, perché lo slovacco sarebbe stato a sua volta sostituito di lì a poco. Spazio a Allan sul centrodestra, con Rog ad agire da uomo di cucitura del gioco più che da interdittore classico.

Proprio in questa ambivalenza va letto il futuro tattico di Marko Rog. Noi, qualche tempo fa, ce lo immaginammo anche esterno destro d’attacco. La proposta fu bocciata da Sarri in una conferenza stampa successiva, il mister lo vede mediano. Più che altro, lo immagina a destra, uomo di rottura ma anche incursore, quella sorta di “interdittore illuminato” che Allan riesce ad essere fino a un certo livello. Nel senso: Allan è stato perfetto per un primo Napoli-di-Sarri, per un esperimento di gioco corale che puntava a una buona posizione di classifica. Ora che i risultati e la qualità del gioco quasi impongono un upgrade generale, il brasiliano non basta più. O meglio: non basta più come titolare inamovibile, servono calciatori più forti e/o con altre caratteristiche. Ecco perché Zielinski. Ecco perché Rog. Il croato, il polacco e Diawara compongono un centrocampo futuribile da top club. Hamsik mancherà contro il Cagliari, ma da qui a ics anni ridimensionerà sé stesso oppure si ritirerà. Il Napoli è già pronto. E Rog è protagonista di questo futuro.

Il tempo strano

Marko Rog, vuoi o non vuoi, è costantemente legato al concetto di tempo. Il minutaggio e il futuro sono gli argomenti che caratterizzano il discorso intorno alla sua figura. Ora potrebbe avere una nuova occasione, dopo che è stato verificato (positivamente) contro i grandi. Nel match del San Paolo con il Crotone, ad esempio, fu meno positivo. Troppo puramente fisico, il suo contributo, per essere davvero utile in una partita affrontata dagli avversari col solo scopo di difendere. 

Rog è grande atletismo, è corsa e buon trattamento del pallone nello stretto. Deve essere, però, anche una fonte di gioco aggregata e integrata con la squadra. Inserimenti, sovrapposizioni, scambi di posizione. Situazioni che si moltiplicano giocando, certo, ma che sono parte necessaria del gioco del Napoli. Necessaria ancor di più quando l’avversario viene a (non) giocare solo per il pareggio. Ecco in cosa deve crescere Rog. Ci sarà tempo, un tempo che diventerà meno strano quando lui sarà diventato un calciatore (ancora) più aderente a questo progetto. Le premesse ci sono tutte, Rog è un ’94. Questo degli anni non è un tempo strano. È un tempo bellissimo, rapportato alle doti del calciatore.

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