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La Gazzetta elogia il calcio estetico di Sarri e nota che non ha ringraziato De Laurentiis

La Gazzetta evidenzia l’amnesia del tecnico (cui è seguito il silenzio su Twitter del presidente) e sottolinea i meriti dell’allenatore del Napoli (e lo punzecchia sulla sindrome di accerchiamento)

La Gazzetta elogia il calcio estetico di Sarri e nota che non ha ringraziato De Laurentiis
As Frosinone 10/01/2016 - campionato di calcio serie A / Frosinone-Napoli / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri-Aurelio De Laurentiis

Nessun tweet del presidente per l’allenatore

«Se penso che appena cinque anni fa ero in C, mi sembra di vivere un sogno. Do­vrei ricordare duemila persone. Ma preferisco fermarmi a due società, Empoli e Napoli e a due dirigenti. Parlo di Carli e Giun­toli. Senza di loro non sarei l’al­lenatore che sono ora». Questa la dichiarazione di Maurizio Sarri dopo aver vinto la panchina d’oro con tre voti di vantaggio su Massimiliano Allegri. Manca qualcuno in questa frase. Manca chi gli ha dato la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico. Manca Aurelio De Laurentiis. Lo ha notato la Gazzetta dello Sport che stamattina nell’analisi di Luigi Garlando scrive:

Non è stato Higuain a regalare 36 gol a Sarri, ma Sarri a regalare a Higuain la possibilità di farli. Infatti senza il Pipita, il Napoli segna anche di più. Se De Laurentiis, dimenticato ieri nei ringraziamenti, rafforzerà il giocattolo o, per lo meno, non lo danneggerà con sceneggiate; se Sarri finalmente si convincerà che il mondo non gli trama contro e farà maturare la squadra togliendole alibi, anche il Napoli potrà presto vincere, come il suo mister.

Non a caso, ieri, sul suo account Twitter personale, De Laurentiis non ha accennato al premio vinto da Maurizio Sarri. Ci sono due tweet dedicati alle celebrazioni in Senato per il bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis. L’account Twitter del Napoli, invece, ha ovviamente celebrato il premio.

Nel suo articolo, Garlando elogia la bellezza del calcio di Sarri. Non gli è mancato il passaggio polemico, proprio all’inizio dell’articolo: “All’ora di pranzo, quando gli fa schifo giocare a calcio, Maurizio Sarri ha sconfitto Massimiliano Allegri. Per tre voti gli ha soffiato la Panchina d’oro 2016”.

I meriti di Allegri

Garlando scrive che non ha sbagliato chi ha votato Allegri “non solo perché è stato il più vincente e perché la qualificazione ai quarti di Champions gli è sfuggita ai supplementari dopo una partita quasi perfetta in casa del Bayern. Persi Pirlo, Vidal e Tevez, Allegri si è inventato tutta un’altra Juve con individualità nuove (Dybala, Cuadrado), prima tappa della sterzata tecnica, necessaria in Europa, che ha portato ai cinque tenori attuali. Il tutto senza perdere il furore agonistico che resta il suo vero capolavoro di comandante”.

E quelli di Sarri

E a proposito del voto a Sarri, scrive:

Esiste un criterio anche più attendibile delle vittorie per giudicare il lavoro di un mister: quanto migliora gioco e giocatori. È qui che la Panchina d’oro di Sarri è sacrosanta. Il 19 settembre 2015, quarta di campionato, il suo Napoli era già nato, con 5 gol alla Lazio. La sbalorditiva velocità con cui trasmise concetti nuovi, aggressivi e sofisticati a un Napoli, che aveva ancora in testa l’istinto di ritirarsi per ripartire, racconta bene il suo talento di educatore. Pochi hanno sfiorato i picchi estetici raggiunti dal Napoli di Sarri. La bellezza va premiata. Sotto la guida del maestro in tuta, Mertens è diventato un crack, Insigne ha guadagnato una continuità inedita

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