Il doppio match di Champions contro le merengues è il frutto di un lavoro, è un primo punto di arrivo di un percorso che ha riportato il Napoli nell’élite internazionale.
La partita delle partite
Ci siamo. Mancano 48 ore alla prima sfida tra Real Madrid e Napoli. I tifosi tutti, quelli vicini e quelli lontani, sono praticamente in un ritiro spiritual/sportivo che terminerà tra circa un mese con il fischio finale del match di ritorno. Maradona è annunciato in tribuna. Paolo Sorrentino e Silvio Orlando (alias Cardinal Voiello) sembrerebbero partire addirittura con il charter della squadra. Altri 10 mila tifosi napoletani più o meno illustri sono annunciati a Madrid per assistere alla partita delle partite.
Pertanto, non bisogna neppure sottolinearlo ma, per noi tifosi napoletani questo ottavo di finale della Champions League è diventata la partita delle partite. Quasi una finale dello stesso torneo. La vendetta a 30 anni esatti dalla stessa sfida che ci vide uscire al primo turno (sedicesimi di finale) proprio contro il Real nel torneo denominato a quel tempo Coppa dei Campioni.
Una falsa prima volta
Tutto vero e tutto giusto. Però anche tutto sbagliato. Tutto sbagliato perché la vera grandezza non è semplicemente incontrare il Real Madrid ma, essere consapevoli che questa partita non è – e non sarà – la rondine che fa primavera. Il Napoli rinato dalle ceneri del fallimento, di partite importanti come questa ne ha già giocate. Ed ha già giocato con squadre non importanti come questa (il Real Madrid è la squadre con più titoli al mondo 23, secondo il Barcellona con 22) ma certamente di spessore e con una bacheca titoli di primo livello.
Nella stagione che ha visto il Napoli salire dalla B alle serie A, le 4 semifinaliste di Champions furono: Chelsea, Liverpool, Manchester United e Milan. Le prime due le abbiamo già affrontate in Europa (e con il Chelsea ci brucia ancora il modo in cui fummo eliminati proprio agli ottavi di Champions). Invece, Manchester e Milan a differenza nostra hanno disputato meno competizioni internazionali di noi negli ultimi 7 anni.
Tra Champions League ed Europa League il Napoli ha già affrontato grandi squadre con un solido palmares internazionale:
Bayern Monaco (11 titoli internazionali di cui 5 Coppe dei Campioni)
Psv Eindovhen (1 Coppa dei Campioni / 1 Coppa Uefa)
Borussia Dortmund (1 Uefa / 1 Coppa delle Coppe / 1 Coppa Intercontinentale)
Arsenal (2 titoli internazionali + 42 nazionali)
Benifica (2 titoli internazionali + 8 finali tra Coppa Campioni e Europa League)
Olimpique Marsiglia (1 Coppa Campioni + 1 Uefa)
Dinamo Kiev (2 Coppa delle Coppe + 1 Supercoppa Uefa)
Oppure abbiamo incontrato nuove realtà del calcio europeo come il Manchester City che sono big ma senza titoli. Ed ancora altre realtà che avevano avuto una frequentazione maggiore del palcoscenico europeo negli ultimi 15 anni come Villareal, Besiktas e Wolfsburg.
Il frutto di un lavoro
La partita con il Real Madrid non arriva per caso. È il frutto di un lavoro che non terminerà dopo questo turno di qualificazione. Il Napoli ha già vinto. Ha vinto perché quello che noi tutti tifosi oggi sembra un’eccezione, è in realtà diventata una regola. Il Napoli non solo gioca bene ma, è ormai stabilmente un buon protagonista di questi scenari calcistici internazionali. Ci saranno altre partite importanti dopo questa. Non sapremo contro chi. Però siamo certi che non dovremo aspettare di nuovo 30 anni per vivere altri grandi emozioni. Vamos.