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La maglia bianca del Cagliari nasce da camici ospedalieri

Fino al 1992-93, il Cagliari è stata una delle poche squadre italiane ad avere lo stemma (i quattro mori) cucito sulla maglia.

La maglia bianca del Cagliari nasce da camici ospedalieri
Una delle prime formazioni del Cagliari.

Le prime partite tra operai e tecnici inglesi

Passarono venti anni dagli albori del ‘900 perché anche Cagliari avesse la sua squadra di calcio. In precedenza il football era apparso nel profondo nord dell’isola, a Calangius, con le prime partite tra operai e tecnici inglesi chiamati alla realizzazione di una linea ferroviaria. Sfide che suscitarono curiosità e passione dei giovani della zona, che diedero vita all’Ilva Football Club e all’Olbia Fc. Fu il medico Gaetano Fichera a rompere gli indugi e a fondare, il 30 maggio 1920, il Cagliari Football Club.

Fichera, destinato a diventare il primo presidente del club, fece di necessità virtù e adottò il bianco per vestire la squadra dispensando ai suoi giocatori, un gruppo di studenti di medicina, una serie di camici bianchi ospedalieri. Queste primordiali casacche vennero usate nel primo incontro della storia del Cagliari, che si disputò nel capoluogo sardo l’8 settembre di quell’anno. L’avversaria fu la Torres. Nel gennaio del 1921 il club di Fichera, organizzò un torneo di livello regionale. All’esordio, il 5 gennaio, contro i cugini dell’Eleonora d’Arborea, vinto con per 7 a 0, si presentò indossando le maglie rossoblù mutuati dai colori del gonfalone cittadino e della bandiera comunale.

Mille giorni in nerazzurro

Corre voce che negli anni successivi il Cagliari abbia anche indossato la casacca nerazzurra per un non meglio precisato omaggio all’Internazionale, campione d’Italia quell’anno. «Questo dato – scrive Mario Fadda, autore de “La vera storia della maglia del Cagliari” – seppur dotato di una suggestiva vena romantica, costituisce un falso storico, sulle fonti infatti non è riportato nulla di tutto ciò. Il neroazzurro in casa Cagliari sarebbe quindi solo una leggenda? Assolutamente no, ma per ritrovare questo storico cambio di colori sociali bisogna attendere alcuni anni. Nel luglio del 1924 il Cagliari Foot Ball Club si fonde con la S.S. Italia, altra compagine del capoluogo, da questa unione nasce il Club Sportivo Cagliari, che nel gennaio 1925 muta i colori sociali, le nuove maglie a strisce verticali neroazzurre rimarranno in voga per 1000 giorni, fino al gennaio 1928, quando il nuovo presidente Costa Marras ripristinerà i primi colori sociali: il rosso e il blu. Da allora non sono più cambiati».

I Quattro Mori sono il celeberrimo simbolo del Cagliari sin dalle origini e simbolo della Sardegna dai tempi del dominio aragonese. Dalla fondazione della società nel 1920 fino al campionato 1992-93, sulle maglie da gioco figurava uno scudetto con i quattro mori pur esistendo già dei loghi ufficiali della società. Questa era una rarità del tempo poiché fino agli anni ’80 solo poche squadre insieme al Cagliari, come la Fiorentina, la Sampdoria, il Lanerossi Vicenza e il Genoa avevano sulla maglia cucito il proprio stemma.

Nel 1993 il primo ritocco del logo

Nella stagione 1993-94 ci fu il primo ritocco del logo societario, che per la prima volta venne riprodotto anche sulle divise da gioco. Si passò a uno scudo gotico sempre partito rosso e blu ma arrotondato in punta e bombato ai fianchi, i mori ritornarono neri e il quadrato fu rimpicciolito, in cima un rettangolo bianco recante la denominazione societaria e alla base una fascia tricolore ondulata in onore dello Scudetto e corredato della scritta “1969/70”. Tale stemma venne ulteriormente riammodernato già tre stagioni dopo per durare, pur con qualche piccola modifica, una ventina di anni.

Nell’estate del 2015 venne presentato l’attuale logo, creato dalla nuova dirigenza per volere del presidente Tommaso Giulini. La principale novità fu il ritorno allo scudo triangolare, con un vistoso ingrandimento dei Quattro Mori. La seconda novità è che i Quattro Mori furono adeguati alla Legge Regionale del 1999 che riformò la bandiera sarda: anch’essi infatti ora guardano verso destra (qualcuno asserisce che guardano anche verso l’Italia, mentre prima le davano volutamente la nuca) e hanno la benda in fronte e non sugli occhi per “simboleggiare il futuro nel senso di lettura latino”.

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