Lo strano caso di Gabigol ripercorso dal suo procuratore: «A gennaio via in prestito? Adriano passò al Parma e divenne Imperatore».
L’intervista a Fox Sports
Wagner Ribeiro, procuratore di Gabriel Barbosa alias Gabigol, non le manda a dire. Anzi. Colpisce forte, picchia duro, la spara grossa. Rilascia un’intervista a Fox Sports e dica candidamente: «Ci avevano promesso qualcosa di diverso. Capisco che Gabriel sia giovane, il fatto che abbia tantissimo da imparare. Ma mi chiedo cosa gli manchi per giocare. E, soprattutto, penso all’Inter: se fosse in testa alla Serie A direi che stanno aspettando per farlo giocare. Invece, i nerazzurri sono a metà classifica e lui non ha chance comunque».
Non male, davvero. C’è poi il racconto dell’approccio dei nerazzurri al talento ex Santos e dei primi giorni. «Alle Olimpiadi ho incontrato il presidente Thohir e mi ha detto che nell’Inter avrebbero fatto di Gabriel il giocatore migliore al mondo. Oltre ai nerazzurri, c’erano Juventus, Atletico Madrid e Leicester. L’aspetto decisivo è stato quello economico, perché la Juve è allo stesso livello dell’Inter. Arrivato in Italia, è stato accolto in aeroporto da più di mille persone e presentato in un auditorium come avevano fatto con Ronaldo. Fisicamente sta bene e si inserisce nella squadra, eppure in tre mesi ha giocato 19 minuti. Quando ho parlato con Ausilio gli ho chiesto se l’allenatore sapesse dove e come fare giocare Gabigol o se avesse già in mente di non farlo giocare perché non lo riteneva pronto. Lui mi ha risposto che avrebbe giocato: è già passato metà campionato e ancora non ha giocato».
L’ipotesi prestito
L’ultima idea di Ribeiro è quella del prestito. Per spiegarla, quasi per autoconvincersi, ricorda un precedente del passato, sempre riferito al mondo nerazzurro. «A gennaio chiederò ad Ausilio qual è il progetto di Pioli per lui. Gli daranno qualche chance o lo manderanno via in prestito? Non voglio obbligare l’allenatore, ma se non ha opportunità nell’Inter allora che giochi in un’altra squadra. Adriano, per esempio, è andato al Parma ed è tornato Imperatore. Mentre ricordo che, quando Kakà arrivò al Milan, davanti a sé aveva Rui Costa. L’allenatore era Ancelotti e lo fece subito entrare nel secondo tempo. Kakà è stato il migliore in campo. Gabriel è giovane, ma non ha opportunità». Il parallelo a tinte rossonere, forse, è il modo più provocatorio, e quindi convincente, per smuovere un po’ le acque.