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Mazzarri: «Io di nuovo a Napoli? Mai dire mai, Sarri fa giocare bene questa squadra»

L’intervista del tecnico del Watford a Radio Crc: si parla del Napoli, della nuova avventura inglese, di un possibile ritorno in azzurro.

Mazzarri: «Io di nuovo a Napoli? Mai dire mai, Sarri fa giocare bene questa squadra»

Torna a parlare di Napoli, Walter Mazzarri. Lo fa ai microfoni di Radio Crc, a cui si è concesso per un’intervista. Il punto focale dell’intervento del tecnico toscano riguarda un possibile ritorno al Napoli, considerato come una possibilità da non cancellare completamente: «Io di nuovo sulla panchina azzurra? Mai dire mai, nella vita può succedere di tutto. Certo, ho lasciato grandi amici e tanti bei ricordi a Napoli, voglio bene a tanta gente. Il rapporto con De Laurentiis? Non ci sono problemi, le cose personali restano fuori dal calcio e la stima è reciproca. Negli anni in cui abbiamo collaborato, abbiamo saputo gestire bene il nostro rapporto e ci siamo capiti».

Un breve racconto della sua avventura in azzurro: «La partita che ha dato convinzione a tutto l’ambiente è stata certamente quella di Torino, la vittoria in rimonta contro la Juventus. Anche quella dopo, contro il Milan, eravamo sotto per 2-0 al 90esimo e siamo riusciti a pareggiare. Fosse durata un po’ di più, avremmo anche vinto. Anche noi praticavamo un buon calcio come il Napoli di adesso, molto spesso ci ritrovavamo a subire gol in seguito ad errori nati dal fatto che avevamo dato tutto».

Il Napoli di oggi: «L’inizio di campionato è ottimo, perché non potrebbe succedere qualcosa di miracoloso? La politica della società è ottima, Sarri fa giocare bene la squadra. Le potenzialità ci sono tutte, un peccato l’assenza di Milik che si era inserito bene. Ma la rosa è ampia e le possibilità per sostituirlo al meglio ci sono tutte».

L’esperienza inglese: «Qui c’è molta competitività, tutte le partite sono incerte, anche quelle tra top club e piccole squadre. In Italia ora è diverso, c’è la Juventus seguita da Roma e Napoli. Le milanesi partono dietro, ma i loro organici sono importanti. Ho scelto il Watford perché sono rimasto affascinato dal loro programma, dalla loro progettualità. Era una sfida nuova, per me, ed ero molto curioso. La vittoria contro Mourinho? Non ci ero mai riuscito in Italia, ma conta poco: io guardo al complesso».

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