ilNapolista

La frattura ideologica tra il maoista De Laurentiis e il sovietico Sarri

Scontro sui paesi non allineati e non entranti (Croazia e Guinea) e su Jorginho mantenuto in vita artificialmente come Andropov.

La frattura ideologica tra il maoista De Laurentiis e il sovietico Sarri
Il compagno Zdanov

Il Napolista è entrato in possesso del report segreto di Zdanov sulla grave frattura ideologica verificatasi nell’Urss, Unione delle repubbliche socialiste sarrite.

  1. Nel suo lungo soggiorno nella Repubblica popolare cinese, il Presidente ha aderito con entusiasmo alla dottrina maoista, l’unica in grado di proseguire l’elaborazione marxista-leninista. In un colloquio di circa quattro giorni con Xi Jinping, capo della Repubblica popolare, Aurelio De Laurentiis si è convinto che una vera rivoluzione culturale è inconciliabile con la teoria sovietico-sarrita dei titolarissimi, concetto vetero-borghese ereditato da un recente passato e che costituisce una vistosa contraddizione nel regime della transizione socialista simile al breznevismo. Il Presidente si è altresì convinto che con l’aiuto dei compagni cinesi può dare vita al blocco dei Paesi non allineati e non entranti: in primis la Croazia (Marko Rog) e la Guinea (Diawara). Xi Jinping ha spiegato all’omologo partenopeo che il Grande Balzo in Avanti e la Lunga Marcia della classe proletaria e contadina non possono basarsi esclusivamente su un solo modello matematico (quattro-tre-tre) e che la guerriglia di movimento è fondamentale per raggiungere gloriosi traguardi.
  2. Al ritorno a Castel Volturno, il Presidente ha immediatamente convocato un Politburo per l’aggiornamento ideologico della rivoluzione sarrita. Nella sua relazione sulla visita nella Repubblica popolare cinese ha chiesto al Condottiero Sarri una severa autocritica e ha lanciato l’allarme maoista sulla fine della spinta propulsiva della rivoluzione sarrita. Ma il Condottiero ha ribadito che l’unica interpretazione possibile del marxismo-leninismo è la via sovietica e che i cambi chiesti dal Presidente per il Grande Balzo in Avanti vanno programmati nell’arco di cinque anni secondo l’insegnamento di Lenin e Stalin sui piani quinquennali: “Rog sarà pronto nel 2019, Diawara forse nel 2020. Il consolidamento della rivoluzione non consente bruschi cambi in corso”. Il Presidente ha replicato che la strada della conservazione è irta di pericoli e che prima di Mazzarri il concetto dei titolarissimi fu inventato da Breznev per impantanare e spegnere totalmente la predetta spinta propulsiva. Rosso in viso e gridando, Mao-De-La ha preteso l’arruolamento in prima fila dei Paesi non allineati e non entranti, con particolare riferimento ai rivoluzionari di colore come Diawara, linfa vitale del movimento comunista. Il Condottiero ha reagito spiegando che questi Paesi sono ancora immaturi per la rivoluzione. La riunione è finita malissima e il Presidente ha sbattuto sul tavolo le cifre spese per gli armamenti necessari alla rivoluzione.Non solo. A conclusione della riunione ha sentenziato: “L’unico comunista sono io perché farò entrare gratis i poveri allo stadio”.
  3. Una delle questioni più spinose nella guerra fredda tra maoismo e sovietismo è il caso Jorginho. Per il Presidente, Jorginho è calcisticamente morto e il Condottiero si ostina a tenerlo artificialemente in vita come già accadde per Cernenko e Andropov.
  4. Il caso Gabbiadini, ha poi continuato il Presidente, rievoca il carcere di Antonio Gramsci. Isolato dai compagni togliattiani, anche Gabbiadini sabato con la Roma è stato sabotato dai compagni allineati al sovietismo del Condottiero. Grave infine il sospetto lanciato contro il Condottiero, come quando Stalin ordinò di uccidere Trotsky: “Guai se vengo a sapere che hai organizzato tu l’attentato a Milik per mettere in rilievo le falle dell’avanguardia rivoluzionaria dopo la defezione dei compagni Icardi e Wanda Nara a te cari” .
ilnapolista © riproduzione riservata