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Nella nuova casa di Napoli, Spalletti dovrà procreare il figlio dell’anima: si chiamerà Vincenzo Gennaro

La figliata sarà pubblica alle falde del Vesuvio. Il ruolo dell’anima completa la trinità ontologica-calcistica avviata con Sarri (la cazzimma) e Gennaro (il veleno).

Nella nuova casa di Napoli, Spalletti dovrà procreare il figlio dell’anima: si chiamerà Vincenzo Gennaro
Il compagno Zdanov

“Bisogna capire quanto si è tinto d’azzurro il suo animo. Luciano vive ancora in albergo, deve sentire che Partenope sta entrando nella sua testa e nella sua anima”. Aurelio De Laurentiis

Basta con gli scudetti persi in albergo. Luciano Spalletti deve avere una casa per sentire Napoli e non farsi rimontare in dieci minuti a Empoli, sostituendo Mertens e Insigne. Anima House. Per vincere il tricolore.

Il “poppolo” (come talvolta lo scriveva il grande Compagnone copiando dall’altrettanto grande Gadda) si stringe attorno al presidente e chiede a Luciano il Nomade di vendere l’anima a Faust and Furious (che poi è lo stesso De Laurentiis) e di non vivere più in hotel. Gli alberghi fanno impazzire, oltre che a far perdere gli scudetti. L’Overlook Hotel non è il vero look dell’anima di Partenope.

Dopodiché Partenope deve entrare anche nella moglie di Spalletti che vive a Milano. Nella nuova casa di Napoli, Spalletti e la sua anima gemella dovranno innanzitutto procreare il figlio dell’anima, napoletano di nascita. La figliata sarà pubblica alle falde del Vesuvio (come nella Pelle malapartiana) e all’infante verrà imposto il nome di Vincenzo Gennaro. In caso di femminuccia sarà Cira Romea e chissà che un giorno il destino non la faccia incontrare con Ciro Romeo.

Nel pensiero del Grande Timoniere Aurelio, il ruolo dell’anima completa la trinità ontologica-calcistica avviata con Maurizio Sarri (la cazzimma) e Gennaro Gattuso (il veleno). Cazzimma, veleno e anima per il riscatto politico, sociale, economico di un intero “poppolo”.

Per sentire l’anima di Napoli, il cittadino e non più nomade Spalletti dovrà rispettare alcune regole per avere il vero look dell’anima partenopea.

1) Dovrà avere in dotazione uno speciale apparecchio acustico per sentire tutti i suoni della città, fino alle iastemme sussurrate piano piano tipo “all’anema ’e chitemmmuorte”.

2) Luciano the Soul (Luciano l’Anima) dovrà rendere regolare visita alle capuzzelle del cimitero delle Fontanelle e pregare: “’O scudetto, anema d’’o Priatorio”.

3) Con l’anima e il corpo tinti d’azzurro uguale a un Puffo, Spalletti dovrà fare la vigilia di Natale insieme con il presidente e questi gli chiederà come Lucariello: “Te piace ’o presepe?”.

Post scriptum. A parere di Zdanov, la figura di Aurelio come il Lucariello eduardiano è però una cosa seria e dà l’idea della bolla crepuscolare in cui vive il padre padrone del Napoli. Un po’ Lucariello e un po’ populista incazzoso come lo fu già don Achille Lauro. Vasta materia, molto vasta.

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