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Trento-Napoli 0-4: la bella notizia è Gabbiadini, Higuain è già infame

Il romanzo breve dal Briamasco: Hysaj come Redondo, il drappo per Higuain. E le poche cose buone di una partita stanca: Gabbiadini e l’identità di gioco.

Trento-Napoli 0-4: la bella notizia è Gabbiadini, Higuain è già infame

L’atmosfera a Trento è strana, ovattata. Perché si sa che la partita più “vera” di questo Napoli si sta giocando fuori, non sul campo. Lo senti entrando nel piccolo stadio Briamasco, che sta sulla sponda di un fiume: si parla di Higuain, soprattutto di lui. Dentro, la prima cosa che vedi e che cerchi è sugli spalti. È lo striscione per il Pipita, che è subito diventato “infame”. Prima che cominci la partita, c’è il “chi non salta” . Che, ovviamente, è juventino.

Bello, emozionante, commovente per chi ama il calcio è l’applauso dedicato al Napoli prima del fischio d’inizio. Ai calciatori in campo, che prima della partita sorridono e parlano tra di loro. Sembrano sereni. Al primo minuto, prima azione da gol. Cross dalla destra, palla messa a terra da Gabbiadini ed appoggiata ad El Kaddouri. Tiro alto, di parecchio, sulla traversa. Mentre la squadra di Sarri, in campo, gioca come al solito, sugli spalti una ventina di tifosi gridano a De Laurentiis di “tirare fuori i milioni”. Due minuti, non di più. Subito dopo, Koulibaly va di testa su calcio d’angolo. Poi di piede, ma il portiere del Trento Scali è bravo ad accartocciarsi vicino al suo palo.

Sepe, in porta, indossa uno sgargiante completino arancione. I terzini sono in linea con i mediani, i due centrali sono praticamente a centrocampo. A volte oltre, impostano e scambiano palla con Valdifiori. Che è mobile, si fa vedere. Guida i compagni, e ha ai piedi scarpette dello stesso colore della divisa di Sepe. Callejon a desta, El Kaddouri a sinistra. È il Napoli che ci ricordiamo, anche se è un po’ più lento e svogliato.

Segna Gabbiadini che saranno passati solo sette minuti. È bello che segni proprio lui in questa serata calda ma non troppo, estiva ma non troppo, triste ma non troppo. Lo fa con un sinistro improvviso da fuori area. Forte, radente il palo. Scali si tuffa alla sua sinistra, ma non ci arriva. Il pubblico esulta, aveva voglia di farlo. Però poi si ricompone subito. Maggio sgroppa parecchio sulla fascia, si sovrappone spessissimo a Callejon. Pure Ghoulam fa lo stesso, ma ora sembra esserci meno squilibrio tra lato destro e sinistro. Poi, però, la smentita. Classica azione di inserimenti e controinserimenti a sinistra, Callejon chiude sul secondo palo col solito taglio perfetto e la palla che sembra già dentro in realtà finisce alta. Dopo cinque minuti, succede uguale identico ma a lati invertiti: El Kaddouri servito da Callejon, porta spalancata e palla altissima. Il Napoli attacca dalle fasce, per lunghi tratti della partita Gabbiadini è assente dal gioco. È più visibile il Napoli 2015/2016 che quello provato a Dimaro da Sarri in questo ritiro precampionato. 27esimo minuto, e c’è un calcio di punizione. Va Callejon, sopra la barriera. È un buon tiro, Scali respinge in volo. Sei minuti dopo, il Trento supera per la prima volta la metà campo palla al piede. È un bel momento.

Gabbiadini sembra avere il piede caldo, poco dopo la mezz’ora sfiora un gol praticamente uguale a quello che ha già realizzato. Conclusione identica, la palla accarezza il palo, come si diceva una volta. Il pubblico applaude, qualcuno pronuncia il nome di Higuain. Succede. Ci riprova ancora, subito dopo, ma Scali respinge. Poi, la doppietta: è una giocata ad incrocio, l’abbiamo vista qualche volta al campetto di Dimaro. Gli esterni cambiano posizione, la punta centrale (Gabbiadini, appunto) si trova a destra. Il posto migliore per un mancino che converge, vuole tirare in porta. Manolo fa proprio così, il sinistro è secco e stavolta Scali può poco. Palla sulla traversa e poi oltre la linea. Due a zero, e Gabbiadini si diverte. Sarebbe bello vedere se sorride, anche nella sera in cui diventa il centravanti titolare del Napoli. Ma siamo troppo lontani.

Si vede qualcosa di diverso a fine primo tempo, con Callejon in posizione da centravanti di manovra e Gabbiadini largo a destra. Succede in qualche occasione, sembra una roba improvvisata e invece succede perché deve succedere. Perché è Sarri a volerlo. Il Napoli ha segnato così, non può essere un caso. Non ci sono molte certezze sul futuro, in questo momento. Il fatto che il Napoli giochi e giocherà bene a calcio è una di queste. Sicurezza, più che certezza. Ancora meglio. E lo vedi anche in un Trento-Napoli che vale poco e in realtà si sta giocando fuori mentre dentro si gioca a calcio. Non proprio un gran calcio, ma è già qualcosa.

Nella ripresa, il Napoli cambia per otto undicesimi. Restano in campo i tre uomini offensivi e Kalidou Koulibaly, poi ecco Rafael, Hysaj, Albiol, Strinic, Allan, Jorginho. E pure Alberto Grassi, che prende il posto di Hamsik e indossa il numero 88. El Kaddouri, nella ripresa, è molto accentrato. Posizione da trequartista, il Napoli sembra essere passato al 4-3-1-2. L’ex Toro e Brescia viene a giocare palla, cerca il dialogo tra le linee con i centrocampisti e gli attaccanti. Sbaglia molti palloni, questo sì. Anche perché a volte eccede in finezze. Il terzo gol lo segna Albiol, di testa su calcio d’angolo. È una novità positiva rispetto agli anni scorsi. Stacco a centro area, buon impatto col pallone. Un saluto al pubblico, è 3-0. Entra Insigne (Roberto), esce Callejon. Quando lo spagnolo lascia il campo, ci accorgiamo che ha la maglia con le maniche corte. A suo modo, questa è una notizia.

Il resto della partita esiste solo nel cronometro che scorre. Ci sono da registrare i cambi, gli ingressi di Dumitru, Dezi e Luperto. Un colpo di tacco di Hysaj che cerca di imitare Redondo in un vecchio Manchester-Real, una azione personale di Dezi che esagera coi dribbling e non serve Allan meglio piazzato. Poi Dumitru, trovato bene da Insigne e bravo a cercare il diagonale. Il tiro, però, è debole. Il dodicesimo del Trento, Lukas Demets, blocca. A un certo punto, il possesso è così schiacciante che il Napoli si schiera con il 2-3-5, i terzini sulla linea del tridente. Una punizione di Dezi, un drop di Robertino Insigne. Uno che sembra essere molto amato dal pubblico di Trento. Uno che invece non è molto amato è Edo De Laurentiis, che compare sul campo e si prende una porzione di fischi. Higuain è tornato ad aleggiare sul Briamasco dopo qualche minuto di assenza. Il drappo “Higuain infame” è ancora lì. Non se n’è mai andato via.

Al termine della partita, le sensazioni sono contrastanti. Il Napoli ha vinto e mostrato alcune cose carine, ma il valore del test è fin troppo relativo. Questo Trento non vale più di una sgambata. La miglior notizia porta il nome di Manolo Gabbiadini, l’altra riguarda un’identità di gioco che è rimasta lì, intatta. Si è vista soprattutto nel secondo tempo, con gli ingressi di Jorginho, soprattutto. Nonostante si sia giocato più fuori che dentro, al Briamasco di Trento. E pure dentro non è che ci sia stato questo gran spettacolo. Poi, al 90esimo e forse oltre, segna pure Dumitru. Assist di Insigne, tocco in diagonale di destro. Il gol risveglia un po’ il pubblico, c’è un timido “Giorno all’improvviso”. Dura poco, non è ancora tempo. La serata è calda ma non troppo, pure triste ma non troppo. Il Napoli ha vinto 4-0 contro un modestissimo Trento. Il resto, poi, si vedrà.

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