ilNapolista

Garlando sulla Gazzetta esalta e consiglia Sarri: «Affrancarsi da un grande Higuain»

Garlando sulla Gazzetta esalta e consiglia Sarri: «Affrancarsi da un grande Higuain»

Nel giorno delle celebrazioni intermedie e non definitive per il traguardo del secondo posto del Napoli, Luigi Garlando della Gazzetta dello Sport dedica un editoriale al parallelo tra Maurizio Sarri e Luciano Spalletti, al loro rapporto “comune” con le due ingombranti stelle di Napoli e Roma. Ovviamente, Gonzalo Higuain e Francesco Totti.

In riferimento al tecnico partenopeo, non mancano frasi di vera e propria esaltazione. Leggiamo: «Il secondo posto del Napoli vale molto di più di quello che sembra: l’estate scorsa, il Napoli iniziava una storia nuova con un tecnico che si era appena salvato a Empoli e che a 55 ani aveva assaggiato la sua prima A. […] L’uomo in tuta, con una velocità impressionante, ha educato alla bellezza una squadra che fino a non troppo tempo fa ripartiva ruvida e timorosa con Mazzarri. I primi 20 minuti di ieri sono stati lo spettacolare riassunto del magistero di Sarri: aggressione alta e affamata, palla spostata velocemente, incroci sincronizzati, giocate a memoria, tecnica raffinata».

Eppure, il Napoli non ha vinto lo scudetto. Garlando individua i motivi, anzi i “tre strappi”, che sono e saranno alla base della rincorsa dei partenopei alla Juventus. Intanto, Gonzalo Higuain. I cui 33 gol «sono un regalo di Sarri al Pipita non meno che del Pipita al Napoli». Eppure, secondo Garlando, bisogna «non sentirsi orfano al suo primo raffreddore, svincolarsi dalla dipendenza realizzativa e carismatica». Poi, questioni tattiche: «Bisogna arricchire lo spettro di alternative, in modo da spiazzare le avversare nella seconda parte della stagione». E poi, gli scontri diretti, specie in trasferta: «Scendere in campo allo Stadium con la stessa cazzimma e la stessa sicurezza mostrate ieri all’Olimpico. Hamsik le grandi giocate non può farle solo col Toro».

Nel resto del pezzo, un’analisi del rapporto Totti-Spalletti e la similitudine, tra i due tecnici, nella necessità di affrancarsi dalla stella riconosciuta della squadra: «Il destino comune di Sarri e Spalletti è proprio questo: smarcarsi dai due totem per permettere alle loro squadre di esprimersi al meglio».

ilnapolista © riproduzione riservata