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Tutte le volte che la vita è cambiata all’ultimo minuto

Tutte le volte che la vita è cambiata all’ultimo minuto

Le partite di calcetto. Le meravigliose, inutili, devastanti e divertenti partite di calcetto del giovedì sera. Dove si litigava per un fallo laterale per ore. Dove uno mi giurò sui figli che non l’aveva toccata, e io gli dissi di risparmiarsi i giuramenti, perché non credevo in Dio, figuriamoci a lui. Quei giovedì che aspettavi tutta la settimana e che venivano rovinati dallo stronzo che all’ultimo minuto aveva un imprevisto, non si presentava e non potevi sostituirlo con nessuno, che serate tremende.

Il compito di ragioneria all’esame di maturità. Bisognava costruire il bilancio di un’azienda con dati a piacere. Ne faccio tre, uno per me e uno a testa per due miei compagni di classe, prima i loro, naturalmente. Così che loro hanno il tempo di ricopiarlo in bella; io, invece, sono arrivato all’ultimo minuto, consegnando la brutta copia, piena di cancellature, cosa che mi fruttò un voto in meno.

Il sabato sera. La macchina chi la mette? Non vi preoccupate: stasera la metto io. Quindi un intero pomeriggio passato a prendere appuntamenti, a pensare a questa o a quell’altra ragazza; e quindi andiamo qua, andiamo là. Ore 22,00 tutti pronti e vedi quello della macchina arrivare a piedi e all’ultimo minuto uscirsene con: “Uagliù, scusate, papà non mi ha voluto dare la macchina”. Sabati rovinati e a piedi. Uallere indimenticabili.

Le volte che (versione 1). Dopo settimane di appuntamenti, baci, pomiciatine, prove non prove, toccamenti non toccamenti, lei finalmente era pronta a dartela ma all’ultimo minuto ci ripensava perché “scusa, ma amo ancora Claudio”. Né, ma chi è stu Claudio?

Le volte che (versione 2). Dopo […] ecc. Lei era finalmente pronta a dartela ma all’ultimo minuto tu bucavi la ruota della 126 sul doppio senso, al buio e lì finiva la serata, la storia in un tramonto di sogni che non avete idea.

Mio padre mi ha detto che, durante la seconda guerra mondiale, vennero i tedeschi a Giugliano per un rastrellamento, presero la gente a caso e poi fucilarono 13 cittadini. Entrarono nei vicoli, nei cortili, anche in quello dove viveva mio padre con la famiglia. Mio nonno all’ultimo minuto scappò e si salvò nascondendosi in un comignolo. Fu fortunato.

Un romanzo. Questo uscirebbe se mi mettessi qui ad elencare tutte le volte che il Napoli ha perso o è stato raggiunto quando davanti alle radio, o in curva, o davanti ai televisori noi tifosi pensavamo di aver vinto; ma non siamo qui per scrivere un romanzo ma quegli all’ultimo minuto ce li ricordiamo tutti e più andiamo indietro e più acuta si fa la sofferenza, perché quando sei più piccolo non te lo spieghi, non te lo sai spiegare il perché.

Il nostro partito politico. Quando c’era la politica, quando pensavamo che quella volta il nostro partito avrebbe vinto, perché basta, perché mica possono vincere sempre gli altri, quando sentivamo la vittoria in pugno ed eravamo pronti a scendere in piazza; e – invece – all’ultimo minuto loro 51 noi 49.

L’imbarco. Le volte che facevamo quasi a botte, guidavamo in maniera selvaggia, salendo e scendendo dai marciapiedi, per sconfiggere il traffico di Corso Secondigliano ed arrivare in tempo a Capodichino; ci catapultavamo fuori dalla macchina, lasciandola a nostra sorella, senza nemmeno salutare, credendoci salvi, proprio all’ultimo minuto e al check in sentirsi dire – lo stesso – comunque: “Mi dispiace, il volo è chiuso”.

Roma – Napoli. Una della volte in cui il Napoli giocava in maniera discreta, creava più occasioni degli avversari, forse avrebbe anche meritato di vincere e – invece – all’ultimo minuto arrivava il gol vincente dell’avversario; ma mi dicono che nella partita di ieri il gol è arrivato al penultimo minuto, quindi non ci riguarda, non so nemmeno perché ho inserito questo passaggio.

Pausa pranzo. Prima di scrivere questo articolo, ti dici vado a pranzo da solo, che non ho voglia di chiacchierare, così ho tempo di pensare a quello che voglio scrivere, ti dici. Ti siedi in un tavolo appartatissimo, cominci a mangiare, sei certo di averla scampata – invece – all’ultimo minuto si siedono di fianco a te due milanisti, che cercano di spiegarsi le ragioni della disfatta di Verona. Ti volti e dici: Il Milan è scarso, ti alzi e te ne vai.

Gli appunti del drone Giggino

Avevo registrato tutti i dati della partita, almeno così credevo, ma all’ultimo minuto qualcosa è andato storto, non ho i dati da passare a Sarri ma la sigaretta sì. Tiè Mister, fumamm’.

Notizie dall’Inghilterra

In questi giorni tre persone che stimo e che scrivono molto bene: Marco Ciriello, Raniero Virgilio e Andrea Pomella, mi hanno fatto riflettere sul Leicester. In modi e momenti diversi, tutti e tre hanno scritto che dovrebbe vincere il Tottenham, perché gioca meglio (ed è vero) e per altri non meno importanti motivi. Vincesse il Tottenham il calcio ne uscirebbe vincitore. Io credo, però, che Leicester e Tottenham facciano parte della stessa favola. Senza il Leicester di quest’anno non avremmo avuto questo Tottenham, questi due destini stanno compiendosi insieme, non ho dubbi su questo. Credo che persino Inler sarebbe d’accordo.

Note a margine

–    Dopo la partita di ieri o mi inventavo questo pezzo o mi sparavo.

–    Stamattina in treno, leggevo un libro ed ero circondato da tre Gazzette. Crudeltà.

–    Portiamo a casa il secondo posto e andiamocene a mare.

–    #IoStoConSarri dalla prima.

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