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Tutto quello che manca al Napoli (squadra e ambiente)

Tutto quello che manca al Napoli (squadra e ambiente)

Tanto si è discusso sul gap che ci separa dai bianconeri. Oggi che il – 6 pesa e si fa sentire possiamo analizzare quali sono le reali differenze tra Napoli e Torino sponda bianconera, senza addentrarci in inutili disamine tecniche che lasciamo ai professoroni del calcio che stranamente scrivono invece di allenare.
Sicuramente, ahinoi, manca un tifo maturo, capace di supportare i propri beniamini sempre e comunque. Questo è palese ed anche scontato per un pubblico esigente e viscerale che vive di calcio e di Napoli sette giorni su sette, sentendolo come una seconda pelle ed esigendo sempre il massimo, anche quando il massimo è stato da tempo sublimato.
Abissale la differenza con il gelido spettatore Juventino, vincitore da sempre, che riduce i trionfi a normalità, che il 70% delle volte si ricorda del campionato soltanto la domenica, che non vive la città né la difende perché spesso in quella città non c’è mai stato o l’ha visitata semplicemente da turista, in gita allo Stadium. Ma, mentre l’atteggiamento del tifoso è umano e condivisibile, non lo è quello della stampa, spesso locale. Di chi guadagna alle spalle della passione di chi di Napoli vive.

Lungi da me, umile tifoso sciocco e passionale, fare la guerra o la morale alla carta stampata, ma questo sfogo nasce proprio da qui. Da una serena settimana di sosta quando il campionato era lontano ed i tre punti dalla Juventus sembravano un gap quantomai colmabile. All’improvviso, tra articoli che esaltano Insigne per il gol alla Spagna e gli elogi dei giornalisti argentini per un ritrovato Higuain, mi salta agli occhi un pezzo dal titolo “Reina difende la città ma affonda il Napoli.”. Ho subito pensato fosse una nuova trovata della stampa nordista, tesa come sempre a minare la tranquillità di Castelvolturno ed invece, con sommo stupore, mi rendo conto che il pezzo era firmato da uno pseudo partenopeo che, con la scusa di analizzare statistiche prese chissà dove, faceva passare un signor portiere quale è Pepe come l’ultimo dei portieri d’albergo ad ore. Uno capace di prendere gol ogni tre tiri in porta, uno capace di difendere Napoli solo a parole e mai con i fatti.

Ora mi chiedo (senza neppure passare in rassegna tutti gli interventi decisivi del n.1 azzurro) quale campionato stia seguendo il sopra citato professionista, spero abbia guardato con attenzione il match di Udine ed abbia scritto delle scuse al sig. Pepe Reina, parlando di come protegge la difesa richiamando i compagni di reparto, di come li rincuora dopo ogni disattenzione e li comanda nei movimenti, oltre a salvare il risultato quando serve, prima ancora di difendere la città. Abbiamo tanto criticato Benitez, certamente “capa tosta” in tante delle sue scelte e fondamentalista in un credo tattico che forse non calzava a pennello ai tanti stupendi interpreti della nostra rosa, ma una cosa buona ha provato ad insegnarcela, quel “tutti insieme” che oggi riecheggia come un monito ed un pesante rimpianto per quello che poteva essere e non é stato. Già perché forse quel gap incolmabile con chi difende lo scudetto anziché la città è proprio lì, in quelle due paroline magiche

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