Nicola Rizzoli torna sul luogo del delitto. In un’intervista alla Gazzetta ripercorre la sua stagione un po’ turbolenta e racconta la sua versione dei fatti sui momenti più delicati: il derby di Torino, la partita di Champions del Barcellona contro l’Atletico Madrid, il match Carpi-Genoa di due giornate fa. Tutte direzioni che non avevano convinto granché.
Cominciamo dal derby della Mole, e dall’ormai celeberrimo caso-Bonucci: «È la cosa che mi ha dato più fastidio, un polverone creato dal nulla. Perché parte da una foto che gira sui social ed è stata accompagnata da commenti di ogni tipo. Si è preso un frame e si è dato per scontato che ci fosse stata addirittura una testata. Altre foto danno il senso della distanza, ma in realtà basta vedere il video per vedere che non c’era nessun caso Bonucci, che sono stato io ad andare da lui mentre protestava con l’arbitro di porta. Lui insisteva nel dire che non era rigore, e per questo è stato ammonito. È successa la stessa cosa con Keita, mi si è avvicinato per confrontarsi senza atteggiamenti arroganti. In caso contrario, gliel’avrei impediti». Gli altri episodi della partita dell’Olimpico: «Probabilmente ho sbagliato alcune valutazioni sulle ammonizioni da dare, così come ci è dispiaciuto per il gol al Torino per un fuorgioco che non c’era. Ma non era una chiamata semplice com’è stato detto».
Rizzoli non risparmia frecciatine sparse anche sulla questione della lealtà e della cultura sportiva mancante in Italia. Il riferimento, in questo caso, è l’estero: «Nella gara di Champions tra Atletico e Barcellona ho sbagliato, in quel caso la tecnologia poteva aiutarci. Un errore, ma nello spogliatoio i dirigenti del Barça sono venuti a farci i complimenti e a dirci che era stato l’Atletico a meritare la semifinale. Anche il caso Vardy è emblematico: è stato fermato per due turni a causa delle parole di troppo dette all’arbitro. Da noi si srebbe fatto subito ricorso, sostenendo invece che il calciatore non ha detto quelle frasi. Serve aggiungere altro?».
Rizzoli ha anche una spiegazione sul maxi-recupero concesso durante Carpi-Genoa, che ha portato al rosso di Izzo e alla rimonta della squadra di casa: «C’erano stati 4 ingressi in campo della barella, Izzo ci ha messo 80 secondi per uscire. Siamo andati oltre i 5 minuti per questo. Il secondo giallo non c’era? Situazione al limite, ognuno può vederla a modo suo».