Aytekin, l’arbitro col personal trainer che fece il guardalinee in Chelsea-Napoli
Era il 21 febbraio del 2012 e avevamo appena assistito ad una delle partite più emozionanti del nostro recente passato. Il Napoli di Mazzarri, nel turno d’andata degli ottavi di finale, stende per 3-1 il Chelsea del traballante Villas Boas. Un Lavezzi al quadrato e Cavani ci fecero sentire orgogliosi d’essere protagonisti al ballo più prestigioso del […]
Era il 21 febbraio del 2012 e avevamo appena assistito ad una delle partite più emozionanti del nostro recente passato. Il Napoli di Mazzarri, nel turno d’andata degli ottavi di finale, stende per 3-1 il Chelsea del traballante Villas Boas. Un Lavezzi al quadrato e Cavani ci fecero sentire orgogliosi d’essere protagonisti al ballo più prestigioso del calcio europeo. Fu una settimana trepidante, fu un girone bellissimo (battemmo il Villarreal due volte, entrambe per 2-0), fummo etichettati come la rivelazione della rassegna.
Poi, il tecnico portoghese passò la mano a Roberto Di Matteo che spezzò i nostri cuori e quelli dei quasi tremila supporter azzurri che si erano presentati allo Stamford Bridge con la voglia di un sogno. Il 14 marzo Chelsea-Napoli finì 4-1, i partenopei cedettero solo ai supplementari superati dal gol di Ivanovic. I Leoni di Abramovich, che poi vinsero quella Coppa, ci insegnarono che per essere grandi oltre ad essere un perfetto ingranaggio bisogna avere la cazzimma e la cattiveria di Alex DeLarge con tutti i suoi Drughi.
Questa indimenticabile partita, che rappresenta il punto più alto mai raggiunto dai nostri in quella competizione, fu anche l’unica nella quale si incontrarono gli azzurri e Deniz Aytekin, arbitro designato per dirigere l’incontro di domani sera contro il Villarreal. A Londra faceva il guardalinee.
Non si registra nessun altro dato che incrocia il fischietto tedesco e la Ssc Napoli, quindi ci dispensiamo da grandi ragionamenti statistici.
Aytekin è arbitro dal 2004. Di origine turca, ha scelto di vivere in un paesino di sole diciassettemila anime, Oberasbach, nel land della Baviera. Molto attento alla forma fisica, il trentottenne bavarese, di professione economista, ha un personal trainer e ha una mini-palestra completa di doccia direttamente nel suo ufficio. Ha ricevuto la nomina Fifa nel 2011 ed è alla sua quarta stagione di Europa League, con 12 presenze, 57 cartellini gialli e 4 espulsioni.
Ha incontrato due volte le squadre italiane: la Juventus, proprio al suo personale battesimo in Champions nel 2012, e l’Inter. Bilancio: due pareggi. L’Atletico Madrid, il Valencia, il Barcellona e il Malaga le squadre spagnole che ha diretto. Bilancio: due vittorie, due pareggi.
A marzo del 2015, il direttore di gara nato a Norimberga fu criticato per la gestione del match Montenegro-Russia valido per le qualificazioni ad Euro 2016. Diciotto secondi dopo il fischio d’inizio della partita, un razzo parte dagli spalti e colpisce il portiere russo Akinfeev provocando gravi ustioni e una forte commozione cerebrale. Mentre l’estremo difensore viene trasferito al vicino ospedale, la partita viene prima interrotta per 35 minuti e poi definitivamente sospesa per l’incessante pioggia di razzi e fumogeni. Solo dopo sette mesi arriva lo 0-3 a tavolino a favore della squadra dell’allora ct Fabio Capello.
A 1 Station Radio: «È stato un po’ impulsivo, mettiamola così. Conte è sanguigno, vuole vincere sempre, e quando le cose non vanno come vorrebbe, gli parte lo “schiribizzo”, come diciamo dalle mie parti».
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di Alfonso Fasano - Lo scorso anno, il 4-3-3 funzionò prima grazie alla forza combinata di Kvara e Lukaku, poi con l'invenzione di Raspadori finto esterno che apriva spazi per McTominay
As: il Liverpool ha tirato 17 volte in porta, nonostante quasi 200 passaggi in meno dei blancos. Xabi Alonso non ha ancora insegnato ai suoi che il possesso palla, da solo, non serve a niente.
Non perdevano dalla finale del Mondiale per club del 13 luglio. Kvara ha avuto 3 dall'Equipe: “la sua prima buona occasione è arrivata dopo un'ora. L'ex Napoli è lontano dal suo miglior livello”.
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