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Controluce: 25 anni di fotogiornalismo. Napoli in prima pagina in tutto il mondo

Controluce: 25 anni di fotogiornalismo. Napoli in prima pagina in tutto il mondo
Bassolino con i Clinton, la foto è di Controluce e fu tra le immagini scelte per la mostra dell'Agenzia fotografica di qualche anno fa

Oggi, anno 2015, se digiti controluce (minuscolo) su google, il primo risultato è Agenzia Controluce – Napoli. Quando tutto nacque, ufficialmente nel 1991 ma di fatto già alla fine degli anni Ottanta, Internet non c’era. C’era però Palazzo Marigliano e c’era la casa di un attore che è stato più di un attore: Antonio Neiwiller. Lì, in quella casa, entrando nel Palazzo a sinistra, dovrebbe essere stato il secondo piano, Valeria Tondi, Mario Laporta, Oreste Lanzetta, Cesare Accetta divisero con lui il loro primo studio fotografico. Palazzo Marigliano è parte della storia di Napoli, è nel cuore della città, uscendo a destra oggi è un brulicare di turisti che salgono e scendono San Gregorio Armeno. 

Napoletani, all’avanguardia, lavoratori, scrupolosi, curiosi, appassionati. Senza spararsi pose, hanno raccontato un quarto di secolo di Napoli (e non solo). Da Napoli, vivendo a Napoli. Le loro fotografie hanno fatto il giro del mondo. E il mondo li ha chiamati per i loro scatti. L’agenzia fotografica Controluce ha praticamente pubblicato ovunque. Con ogni grande agenzia fotografica mondiale: Reuters, Ap, Getty, France Press, qualche altra la staremo sicuramente dimenticando. Guardavi al mattino uno scatto di Controluce sulla prima pagina di un giornale arabo e la sera li trovavi a bere sorridenti e disponibili un bicchiere di vino in un bar del centro storico.    

Mario Laporta e Valeria Tondi innanzitutto. I fondatori di Controluce. Il fotografo e la manager laureata in filosofia. Self made man and woman, si direbbe a Milano. Venticinque anni dopo, parte dei loro lavori (mille foto sulle quattrocentomila dell’archivio) sono in mostra al Chiostro di Santa Maria La Nova, sempre nel cuore di Napoli. Mille foto. Sessanta sono quelle scelte e stampate su pannelli esposti in modo tradizionale e le altre sono proiettate nei rosoni del complesso monumentale da otto proiettori montati per l’occasione. Un’installazione originale che rispecchia perfettamente l’anima dei fotografi: provare a cogliere sempre l’opportunità che una situazione presenta, nel pieno rispetto dei luoghi e delle persone.

  
La mostra è come se fosse un film su Napoli. Un documentario. La legge di Controluce è da sempre quella di raccontare, documentare. Testimoniare, direbbe De Andrè. È raro trovare qualcosa di enfatico negli scatti dei tanti professionisti che si sono fatti le ossa e hanno impreziosito il lavoro di quella che è senza dubbio la più importante agenzia fotogiornalistica del Sud. Rari, rarissimi, i cedimenti all’oleografia. C’è sempre una distanza che caratterizza la loro opera giornalistica. È come se ogni immagine dicesse: “noi proviamo a offrirti tutti gli elementi, poi giungi tu alle conclusioni che preferisci”.

E mentre nei maxi-pannelli si può rimanere affascinati dall’attualità di una foto che ritrae uno affianco all’altro Antonio Bassolino e Hillary Clinton con vent’anni di meno, in un ovale del chiostro si rincorrono le immagini di quella emergenza rifiuti che tristemente fece aumentare il lavoro dei fotografi napoletani e che portò Ezio Mauro a lasciare la scrivania di Repubblica e a firmare uno dei rarissimi reportage (se ne ricordano due, quello e uno sulla Thyssen) della sua ventennale direzione nel quotidiano fondato da Eugenio Scalfari.

C’è il potere. C’è uno dei più famosi baciamano della storia, quello ad Antonio Gava, firmato da Pacifico Mazzella. C’è la camorra. C’è Sophia Loren. C’è Mario Merola che prende in braccio Nino D’Angelo. C’è de Magistris con l’aureola. C’è il rogo di Città della Scienza. C’è la disperazione ai funerali di Sarno, foto e immagini che finirono sulle prime pagine di tutto il mondo. Era il 1998. All’epoca Controluce riforniva il neonato Corriere del Mezzogiorno. Ed era francamente affascinante per un giornalista non ancora trentenne notare come si potesse lavorare oltre dodici ore al giorno, godersi la soddisfazione di pubblicare in prima pagina sui principali quotidiani degli Stati Uniti e l’indomani, all’alba, ripartire con la stessa umiltà e un sacro rispetto nei confronti della tragedia.   

Tanti i fotografi che sono transitati nelle quattro sedi di Controluce. Innanzitutto Gianni Fiorito che da un po’ ha abbandonato il fotogiornalismo e racconta il cinema: è stato ed è fotografo di scena in tanti film di Sorrentino tra cui anche “La grande bellezza”. E ancora il già citato Oreste Lanzetta, Salvatore Laporta, Carlo Hermann, Roberto Salomone, Alfonso Di Vincenzo, Roberta Basile, Alessio Buccafusca, Renato Esposito, Eliano Imperato. E tantissimi altri. 

È singolare che raramente si parli della vita dei fotoreporter. È il mestiere che più si avvicina ai marinai cantati da Dalla e De Gregori, anche se quest’accostamento sicuramente farà incazzare i fondatori di Controluce. C’è sempre una telefonata in arrivo che stravolgerà la giornata e i prossimi giorni. Venticinque anni di telefonate le trovate fino alla Befana a Santa Maria La Nova.
Massimiliano Gallo 

“Controluce 1991-2014”, curata da Maria Savarese, al Chiostro di Santa Maria La Nova, Napoli, fino al 7 gennaio. 

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