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Fortuna che c’è santa Pipita in questa estate novembrina

Fortuna che c’è santa Pipita in questa estate novembrina

Fortuna che c’è santa Pipita in questa estate novembrina senza più giorni di ferie da spendere a Ischia e a Sorrento a rincuorare l’animo abbattuto del tifoso e dello sportivo nel giorno del dramma nazionale per il biscottone in salsa spagnola impastato urbe et orbi a mettere a repentaglio l’integrità psicofisica di Guido Meda, da oggi guai a chi osa tacciarci per antisportività e bassa percentuale di raccolta differenziata, quando gli europeisti indicano la pagliuzza nell’occhio del tifoso è per nascondere l’architrave che offusca completamente la loro vista, chiacchiere e tabacchiere di legno il banco di Napoli non le impegna, anche la ricetta del pan di spagna è nostra e loro lo chiamano bizcocho, due indizi fanno una prova chi ha orecchie da intendere intenda e a voi le conclusioni. Ma per il Paese che ha dato i natali a Eduardo e Totò è tempo di affrancarsi da questo intollerabile complesso di inferiorità, chiaro sbagliato fare di tutta l’erba un fascio, tolti dal mucchio Calle e Pepe ne hanno però ancora a josa di lezioni da prendere, occhio che all’esame chiedono sempre il teorema Calori, tiro ignorante al novantaseiesimo nel pantano del Renato Curi e scudo a Cragnottone, ché pure Gaucci in pellegrinaggio a Villar Perosa per un’indulgenza plenaria sarebbe potuto andare, alla faccia di chi osa farci la morale.

Tempo di accendere le luci su Fuorigrotta e il personaggetto Marquez è bello che dimenticato, comunque, vittoria doveva essere e vittoria è stata, ci mancherebbe, oddio con qualche sofferenza di troppo ma impossibile battezzare sarebbe ogni impegno con una caterva di gol, soprattutto quando ogni portiere avversario decide di ritagliarsi più del suo quartod’ora wharoliano di gloria sempre quando vede azzurro e non ti danno un rigore nemmeno se Rambo tre ti abbatte tutti gli attaccanti in area di rigore, certo buono sarebbe soltanto per le statistiche non per la relativa marcatura, ma è un altro discorso eppoi pare che Kuli nei pulcini fosse rigorista, vediamo e poi parliamo. Udinese certo poca cosa per impensierire le trame di Sarri e contenere la furia del Pipita, nonostante Colantuono da che mondo è mondo non si è fermato di allenare mai un momento e ha sempre fatto giocare bene le sue squadre, ma ovvio Fernandel non è Di Natale impegnato al solito a passeggiare con gli zii sul lungomare ogniqualvolta torna a casa, e vedere vorremmo il contrario, e Cicciotto Lodi peggiore in campo per scelta di vita, mica per serata no. Allan al solito monumentale tra i reparti, ma non è una novità, e peccato allora solo per le occasioni fallite da Calle quando nemmeno Karnezis, l’unico forse in grado di salvare veramente il suo Paese e lo mandano all’estero pensate un po’, ci sarebbe potuto arrivare.

Il gol con questi presupposti è solo questione di tempo, si sa, non c’è Aguirre furore di Dio a tenere dinanzi a un Pipita che attacca e rientra, che spezza e ricostruisce, eterna spina di pesce nelle mandibole avversarie, capace di lanci più lunghi delle gambe della Skleranikova e di colpi di alta sartoria degni di una cravatta Ulturale, unico vero condottiero che avrebbe vinto da solo persino la Rivoluzione fallita del 1799. In testa storto o morto vincono tutte, e si sapeva, decisivi saranno gli imminenti scontri diretti e questi ragazzi sembrano davvero aver raggiunto la maturità tale per affrontarli senza quell’ansia da prestazione che tanto dazio pagare ci ha fatto in passato. Intanto dopo la sosta si torna a casa di Giulietta che disperata non sa più a che santo votarsi né recitare quale preghiera, ma, potete giurarci, continua a fare tardi la sera.
Otto Tifoso

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