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Jorginho, l’elettromagnete padrone del centrocampo di Sarri

Jorginho, l’elettromagnete padrone del centrocampo di Sarri

Nel gennaio dell’86 arrivò a Napoli un ragazzo quasi sconosciuto: Francesco Romano.

Era stato un giocatore del Milan, ma a seguito di un grave infortunio aveva giocato pochissimo e quindi era stato scaricato alla Triestina da cui il Napoli lo aveva prelevato durante la sessione di mercato invernale.

Tony Stark (che poi diventerà Ironman, personaggio nato dalla fantasia dei fumettisti della Marvel), industriale americano, durante un attacco terroristico in Afganistan viene colpito da una scheggia che entra nel suo torace e rischia di arrivare al cuore uccidendolo. Prigioniero dei terroristi viene aiutato da un altro prigioniero a sopravvivere: il fisico Yinsen che gli impianta nel torace un elettromagnete che impedisce alla scheggia di arrivare al cuore con esito fatale.

Così, Bianchi impianta nel cuore del centrocampo napoletano d’allora il ragazzo semisconosciuto arrivato dalla Triestina, e il Napoli prende a volare verso lo scudetto.

C’è la osannatissima MAGICA (dove CA sta per Carnevale e non ancora per Careca che arriverà l’anno successivo) e così si parla poco di Romano, ma è lui l’uomo della svolta nel campionato azzurro.

Sulle orme di Yinsen e Bianchi, Sarri impianta nel centrocampo un altro elettromagnete che attira palloni a centinaia e protegge l’organismo/squadra dal default.

Questa volta il giocatore chiave non arriva da cinquecento chilometri, ma a chilometro zero: è Jorginho e arriva dallo spogliatoio del Napoli in cui era stato dimenticato da Benitez.

Come il fisico scenziato Yinsen salva la vita a Tony Stark e crea i presupposti per la nascita dell’invincibile e supercorazzato Ironman, così prima Bianchi e poi Sarri inseriscono in un organismo indifeso un ordigno che lo rende incredibilmente forte.

Jorginho è l’elettromagnete che a Verona ha giocato quasi 200 palloni con un margine d’errore irrilevante. Padrone del centrocampo, corre per oltre 13 chilometri e il paragone con Francesco Romano del 1987 mi sembra bene augurante.

 
P.s. Ho voluto citare un film del 2008 non a caso, dopo i fatti orribili di Parigi.

Quel film, pur se leggero e tratto dai fumetti della Marvel, conteneva un messaggio che è arrivato a milioni di spettatori: basta armi ai terroristi.

Quando Toni Stark scopre che la sua Stark Industries, azienda leader mondiale nella produzione di armi, vende sottobanco anche ai terroristi, decide di sgominare questo traffico suicida. E alla fine ci riesce pur dovendo lottare contro l’ingordigia finanziaria di tanti capitalisti.

Guardando le terribili immagini del massacro parigino, ci siamo chiesti come possa fare l’Isis a procurasi non solo Kalashnikov, ma anche missili, carri armati e quant’altro.

Quali Paesi predicano bene e razzolano male, come la Stark Industries del film?

Tony Stark non può aiutarci per un semplice motivo: non esiste.

Dobbiamo fare da soli. Ma ci vuole tanta onestà, impegno e niente compromessi.

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